«Niente panico ma concentrazione»

[Lucaweb]

Respinge con forza gli allarmismi post-Caserta Cecco Vescovi, deciso a spazzare il campo dalle rinnovate paure in chiave-salvezza dell’ambiente varesino: soprattutto il paragone con la sconclusionata squadra del 2007/2008 sembra del tutto fuori luogo al dirigente della Cimberio: «L’allarmismo serpeggiante è del tutto ingiustificato: io stesso ho parlato martedì con i tifosi della Curva Nord che sono venuti al palazzetto chiedendo civilmente un confronto, ma non vedo motivi particolari per essere preoccupati, non dimenticando che la squadra è stata costruita per salvarsi e non certo per i quartieri alti. Poi tra i problemi di infortuni e i due punti di penalizzazione la situazione si è complicata, ma nei 18 mesi in cui sono in carica come g.m. la prova di Caserta è stata l’unica in cui non mi sono piaciuti il modo di stare in campo e l’approccio della squadra, e questo è stato sottolineato. Le prossime tre partite sono fondamentali per allontanarci dalla zona a rischio e ridare tranquillità all’ambiente, ma rispetto a due anni fa la situazione è totalmente diversa: allora i giocatori avevano poca disponibilità al lavoro e poco spessore umano, ora invece questa Cimberio è una squadra e con le risorse del gruppo saprà uscire dalle difficoltà attuali».

Il g.m. biancorosso sottolinea comunque come la squadra abbia fatto complessivamente quanto ci si aspettava all’inizio, pur dovendo convivere con mille problemi di organico: «Sul campo la squadra ha vinto cinque partite ed è in linea con le prospettive iniziali; per questo non capisco tutta questa tensione e le critiche legate agli interventi di mercato, totalmente legate alle necessità contingenti legate agli infortuni. Il roster iniziale aveva qualità e difetti ma con Slay a mio avviso avremmo almeno 2 punti in più; poi Reynolds è arrivato visti i problemi fisici di Passera e McGrath (nella foto in alto) è stato un’aggiunta obbligata nel momento in cui anche J.R. ha dovuto fermarsi.

Chiaro che quando tutti torneranno disponibili sul perimetro saremo troppi: con Marco ho parlato già ieri, qui ormai è chiuso, se troverà una soluzione diversa sarà giusto sia per lui che per noi che vada».

E in una congiuntura economica palesemente limitata - come evidenziato dalla proprietà fin dal giorno dopo il ritorno in serie A - Varese ha dovuto necessariamente fare il fuoco con la legna che ha potuto permettersi: «Sapevamo che ci aspettava un’annata molto dura ma non abbiamo mai venduto fumo. Si può dire che manca il pivot, ma siamo una piccola realtà che deve ottimizzare le risorse per ottenere risultati: con uno degli ultimi tre budget della serie A l’obiettivo non poteva essere altro che la salvezza.

Tusek, Reynolds e McGrath sono arrivati per necessità e non per scelta tecnica, ma auspicando che Donnie – per il quale ringrazio ancora Renzo Cimberio – possa darci una mano come gli altri due, li abbiamo scelti perché avevano il giusto rapporto tra costo e qualità. D’altra parte sul piano economico Varese non solo non è più quella di 20 o 30 anni fa, ma neppure quella di 10 o solo di 5 stagioni orsono; e il rigore del bilancio è fondamentale per la sopravvivenza della società. Già due anni fa si era sull’orlo del baratro e ce ne siamo tolti, ora dobbiamo proseguire su questa rotta».

Nonostante tutto Vescovi è consapevole della delicatezza del derby con Cantù e stimola la squadra ad una reazione forte: «Spero che i giocatori interpretino nel modo giusto questa pressione: molto di loro sono esperti e sanno benissimo che è una delle componenti della loro pressione, reagendo in maniera positiva dopo una prestazione opaca. La ricetta è sempre quella di lavorare bene durante la settimana ed arrivare alla partita pronti sul piano fisico e mentale; è chiaro che ci aspetta una partita delicata ma non deve diventare una sfida senza appello. Dunque niente panico ma concentrazione al 100 per cento; sono sicuro che quello di Caserta è stato solo un episodio e che sabato l’approccio sarà molto diverso».

Giuseppe Sciascia