Lucaweb Posted February 14, 2010 Share Posted February 14, 2010 di GIANCARLO PIGIONATTI Ogni verità è interessante quando la si vede. Come lo è quella di un ultimo quarto da schianto nel derby fatto suo dalla Cimberio. La quale, osservavamo alla vigilia, avrebbe dovuto innanzitutto staccare i fili di una Cantù legata all'eccellenza dei suoi uomini nella normalità per poter vincere la gara e, magari, alla grande. E così è stato, merito di Pillastrini, Thomas e naturalmente di quei biancorossi che si sono conquistati la ribalta in attacco. Varese, contro Bologna e Roma, era mancata proprio nell'offensiva, lo stesso allenatore non aveva saputo scovare pecche vistose nella sua difesa. Ci si attendeva allora, dopo la fiacca domenica di Caserta, un'impennata d'impeto e d'orgoglio ma non prima d'aver "scaricato" energia pura dalle centraline brianzole. Entra allora in gioco Jobey Thomas, non quello solito ad uso "scalda cotone" ma difensore frenetico e ossessivo nello sporcare i fianchi a Mazzarino, vero leader di Cantù, sin lì con 15,6 punti in 33 minuti di media a gara. Altro che filo staccato, l'americano biancorosso l'ha fulminato: Mazzarino ha chiuso con 4 punti in 37 minuti per opera di Jobey l'eliminatore... Cancellata la sua guida, la squadra di Trinchieri ha perso così, alla distanza, contatto con il match e con il risultato. In verità ci ha messo anche del suo lo stesso coach dei brianzoli nel farsi mancare uno dei suoi soliti e garantiti riferimenti in campo per aver seguito, negli ultimi minuti, la tattica Cimberio, d'un solo lungo in campo, quindi con il sempre più valente Ortner in panca. Alla fine è stata un'apoteosi biancorossa in un derby segnato, come si diceva, da una difesa versione "sabotaggio" cui corrispondeva un'offensiva, e non dalle sole lontane "piastrelle", efficace: era Galanda, dopo alcune prestazioni impalpabili, alla stregua dei suoi compagni, a mettere il proprio autografo su un break da "pugno allo stomaco", completavano l'opera i crepitanti Morandais e Childress, costui fresco come una rosa nel finale, avendo avuto un bell'aiutino da Mc Grath, in palla e in ordine, più di Reynolds all'esordio, per caratteristiche e forma, reduce dall'Aek Atene. Queste, dei "bomber" biancorossi (tra i quali va citato Tusek, sempre più amato dalla tifoseria), non sono notizie fresche ma, pur durette, come il pane lì da giorni, servono a rimarcare una splendida condizione di reattività della Cimberio in un momento al limite del psicodramma. Il netto divario finale dimostra, tanto per ribadire un'altra vecchia osservazione, che Varese possiede individualità spiccate e capaci di furore, se di luna buona. Sta un po' qui la riflessione per il futuro. Varese si giocava più di un derby: al di là di un libro di storia da arricchire, i due punti hanno puntellato una classifica che, in caso contrario, avrebbe lastricato di paure la strada biancorossa. Ci voleva un sospiro potente, come dimostrava l'abbraccio finale di Cecco Vescovi (che non merita tante sofferenze) a Pillastrini sul cui faccione sembravano dipinte nuove certezze. Adesso Varese deve ragionare sul conto di Slay, in patria a curarsi ma sotto contratto, pure assolto in materia di doping (almeno per vizi di procedura in un vecchio controllo). I casi sono due: rispettare il contratto, seppur chiedendo uno sconto, vista la sua lunga assenza, quindi tenerlo con la prospettiva di ritrovarlo in campo a marzo pur senza condizioni certe di forma o tentare di rescindere il contratto attraverso una transazione che costi molto meno di quanto gli è garantito. Ovviamente al tavolo ci sarà anche chi rappresenterà Slay, dipendendo ogni decisione da una mediazione tra le parti. Staremo a vedere. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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