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Medaglie e non proclami per battere Recalcati


Lucaweb

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di GIANCARLO PIGIONATTI

Un domani azzurro. Sarà... Invece ne è certo il nuovo cittì della Nazionale italiana di pallacanestro che pesca avversarie abbordabili e battibili per le qualificazioni agli Europei 2011. Dino Meneghin manda messaggi a tutti per un'"Italia s'è desta, anzi da destare": l'esortazione è proporzionale a un momento di grande trapasso.

Lettonia, Montenegro, Finlandia e Israele non sono squadre mostruose ma nemmeno materassi sui quali la nostra Nazionale, negli ultimi tempi, senza un vero leader, può dormire e sognare. Ovviamente Simone Pianigiani punta su Bargnani, Belinelli e Gallinari, indubbi talenti Nba, anche se hanno perso quella vecchia abitudine alla tensione da risultato e sempre che li abbia a disposizione.

Il tecnico senese, ancora una volta e fatalmente, sostituto di Recalcati, pur non essendo un "succhiaruote", dovrà affrontare l'onere della prova per riportare l'onore, ultimamente, calpestato, in patria.

Pianigiani fa bene a caricare di entusiasmi nuovi una nazione così depressa come l'Italia cestistica, non ci sta però che, pur senza raffronti espliciti con il suo predecessore, abbia parlato degli "anni più bui della storia d'Italia", riferendosi all'esclusione della nostra Nazionale dagli Europei.

Il riferimento a Recalcati è chiaro nei suoi proclami di riscatto dopo tanta infamia provocata, evidentemente, da chi lo ha preceduto, peccato che il tecnico della Montepaschi si sia dimenticato delle sue sensazionali conquiste (medaglia d'argento alle Olimpiadi di Atene e quella di bronzo agli Europei di Svezia), roba da essere onorati per l'eternità. Nessuno, certo, s'attendeva quegli allori, nemmeno un nostalgico monarca come Petrucci.

"Io quelle cose non le avrei dette e nemmeno pensate al di là di una legittima autostima e di un proprio augurio affinché la nostra Nazionale torni competitiva sulla scena internazionale", osserva l'allenatore della Stella di Varese, uscito di scena maluccio, al di là di un'opportuna svolta che egli stesso non discute, se non nei modi, per dire di certe campagne di stampa, brutalmente avverse.

"I mie censori furono gli stessi che previdero un nostro disastro, non ritenendo la squadra capace di battere la Francia di Parker. Poi, a cose avvenute, giù peste e corna nei miei confronti. Lealtà critica ce n'è stata poca o per niente in questa vicenda che mi ha riguardato", spiega Recalcati che augura a Pianigiani di poter avere alle dipendenze azzurre un fior di giocatore come Danilo Gallinari, assente nelle sue disavventure.

Due osservazioni ci sembrano lecite all'indirizzo del coach campione d'Italia. La prima riguarda il nostro movimento o sistema cestistico il cui massimo campionato ne rivela la pochezza tecnica e Pianigiani, guidando Siena, la quale sembra giocare solo per l'Europa facendo allenamento in Italia, dovrebbe saperlo benissimo.

La seconda considerazione, automatica alla prima, riguarda le grandi ambizioni d'una Nazionale che egli ancora deve preparare e guidare, ben diversa come squadra , per estrazione e lavoro, da quella del suo club, strabordante di talenti stranieri, mentre gli unici italiani, che non gettano l'asciugamani ai compagni, sono Carraretto, Ress e Marconato.

Il primo sta sul parquet undici miniti di media, il secondo nove e il terzo sette e tutti e tre non fanno dieci punti pur nelle copiose segnature della Montepaschi.

La crisi azzurra, oggi, potrebbe essere persino esistenziale e non passeggera, sempre che il trio dell'"Ave Maria" diventi decisivo per riscattare la Nazionale ed esaltare la guida di Pianigiani. Che, per essere più bravo di Recalcati, dovrà compiere incredibili imprese.

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