Lucaweb Posted March 19, 2010 Share Posted March 19, 2010 di Massimo Turconi Cori non proprio educati, “buu” ogni volta che ha toccato la palla e, apoteosi del dissenso, una bordata di fischi da tutto il BiellaForum sul tecnico sanzionatogli dagli arbitri. Certe immagini, certi suoni, certi comportamenti non si cancellano soprattutto se, ad essi, si accompagna la fine di un incantesimo. Simone Cotani, dieci giorni dopo la vittoria colta dalla Cimberio a Biella, riparte dallo “strappo”, tanto violento quanto inatteso, inferto dal suo ex pubblico. Il Gladiatore, quasi superfluo sottolinearlo, c’è rimasto male, ma ha spalle abbastanza grosse e carattere sufficientemente tosto per comprendere la situazione. «E’ chiaro, l’atteggiamento del pubblico biellese non mi ha fatto piacere ma - dice Cotani - quando si parla di tifo occorre mettere da parte qualsiasi elemento di razionalità. In quella partita il mio passato in maglia biellese non contava nulla, perché io rappresentavo il nemico, la parte avversa e, anche se non risponde a verità, il “traditore”. Del resto, la natura dei tifosi è questa e non sarà certo Simone Cotani a poterla cambiare, soprattutto se si pensa che, a suo tempo, altri personaggi, ben più importanti del sottoscritto, sono stati letteralmente massacrati dal pubblico che, fino a pochi mesi prima, li idolatrava. Quindi, diciamo che nell’occasione me sono andato soddisfatto per la vittoria ottenuta dalla mia squadra e mi pare che non sia una soddisfazione da poco...». Il successo conquistato a Biella, a giudizio unanime, ha cambiato le vostre prospettive. «Personalmente ci vado coi piedi di piombo perché la nostra classifica è ancora sospesa tra paradiso e inferno e - continua il giocatore di origini romane -, preferisco di gran lunga l’atteggiamento pieno di cautela usato dal general manager Cecco Vescovi che, giustamente, invita tutti a raggiungere al più presto la quota salvezza e, soltanto in seguito, ad aprire la finestra su altri orizzonti. Sottolineando mille volte che, in un campionato così duro, non sarà affatto semplice salvare la pelle e ci sarà da lottare sino alla fine». Accantonata la sosta per la Coppa Italia, si sta per iniziare la volata finale: da qui al 16 maggio sarà una corsa a rotta di collo. «Non ce la faccio a guardare così avanti e i miei pensieri sono tutti concentrati sul match di domenica contro Montegranaro, una gara difficilissima a dir poco. I nostri prossimi avversari, dopo un avvio stentato, stanno mettendo in mostra tutta la bontà di un organico di ottimo livello, che può far ruotare tanti giocatori in grado di essere protagonisti in ogni zona del campo». Montegranaro dovrebbe ricordarvi un momento felice della stagione: la prima vittoria di Varese fuori casa. «Vero, ma quella era una Montegranaro indietro con la preparazione e alle prese con problemi di infortuni, quindi nemmeno paragonabile a quella attuale. Oggi la formazione allenata dal coach Frates, oltre ad essere in grande forma, è una delle migliori, forte di un asse di valore assoluto come quello formato da Maestranzi e Brunner, intorno al quale ruotano giocatori che in questo momento hanno grande fiducia. E’ il caso di Cavaliero, Ivanov, Cinciarini, o di Marquinhos, uno che, se vuole, può decidere le partite da solo. Senza dimenticare Tsaldaris che, nella gara giocata a Napoli, ci aveva fatto soffrire non poco». Possibile chiave della partita? «Uno dei “focus” sarà sicuramente rappresentato dalla marcatura di Brunner, un lungo... piccolo che gioca con grandissima energia ed enorme dinamismo che sa usare benissimo il fisico. All’andata, difendendo molto bene, riuscimmo in qualche modo a limitarlo, ma domenica sarà a maggior ragione fondamentale tenerlo fuori dal gioco per conquistare due punti assolutamente preziosi e vitali per il nostro futuro». A proposito di futuro: si dice che le trattative per un rinnovo biennale del suo contratto siano in fase avanzata... «So che ci sono stati i primi abboccamenti tra la società biancorossa e i miei procuratori. E, ovviamente, ne sono felicissimo perché a Varese, ed è cosa risaputa, sto da dio. Sento l’affetto del pubblico che mi ha accolto benissimo, mi piacciono l’ambiente e la società, oltre ad apprezzare una piazza che, come me, impazzisce per la pallacanestro. Onestamente - conclude Cotani -, potrei chiedere di meglio?». Link to comment Share on other sites More sharing options...
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