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A Varese tocca lanciare la stampella


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di GIANCARLO PIGIONATTI

Clamoroso al Cibali. L'annuncio ci sta, d'una storia accaduta non lì ma a Tel Aviv.

Clamoroso ma non troppo per Siena che esce con una piva lunga dall'Europa, eh sì che puntava tutte le sue fiches milionarie sulla "Coppa dei Campioni" ma, bisogna dirlo, senza un asso come Kaukenas, lasciato partire colpevolmente.

Per Pianigiani cominciano le delusioni, dopo raffiche di successi contro una pletora di avversari inferiori, d'ora in poi si farà le ossa per pilotare, e non da sprovveduto, la Nazionale azzurra in un girone di qualificazione agli Europei che non sarà rosa e fiori come parrebbe a qualcuno.

Ha ben altro, invece, cui badare Pillastrini alla guida di una Cimberio la quale, tra piccole avanzate e velenose soste che, a volte, non t'aspetti, sta appena sopra la selva oscura.

A volte tornano, i pericoli, che sembrano il mestiere dei biancorossi i quali, pur dando - più volte - la sensazione di poter sfiorare certe ambizioni di classifica, ripiombano poi e puntualmente nella loro sofferta realtà.

Già, chi sa fingere, sa regnare. Non vi riesce questa Cimberio che, appena la si tocca sul vivo, dei suoi limiti fisici, nell'area pitturata, si bruciacchia le ali e precipita.

Varese è questa, eppure talvolta piace e si scatena, quindi promette ma non mantiene.

Una continua competitività non ammette, però, vistose lacune tecniche e tattiche cui si può rimediare se ognuno diventa tiratore scelto, esaltando il gruppo. Contro Montegranaro, la squadra ha mostrato un basso profilo pure in difesa, per esempio non s'è visto un Thomas "eliminatore", non avendo trovato, probabilmente, l'avversario giusto, che lo armasse a tutto punto.

Ora vien da osservare che anche il calendario vi mette lo zampino con un doppio turno lontano da Masnago (Avellino e Bologna) ma che ci importa se, in casa, Varese ha vinto cinque gare su dieci mentre in trasferta ne ha fatte sue quattro in nove giornate.

Le squadre di Pillastrini, s'è osservato più volte, non hanno bisogno del "telefono amico" o di protezione civile, cioè di gente che le sorreggano in un ambiente rassicurante: qui possono saltare in aria in un qualsiasi momento, come, al contrario, trovare sicurezza e forza, da sole e lontano dai propri affetti.

Lo stesso allenatore lo ha ricordato più volte, anzi in una recente chiacchierata, ha fatto notare che la sua Cimberio "dovrà vincere ancora e di brutto in trasferta". Lo diceva a proposito di una speranziella da play off ma ora, dopo la "rombata" di domenica scorsa, dovrà mettere in sicurezza la sua classifica.

Domani Pillastrini e i suoi uomini faranno visita ad Avellino che a Masnago li travolse (74-91) ma v'è da chiedersi con quali velleità visto che Tusek e Cotani, conciati fisicamente, sono in forse.

Avellino, mostruosa a Varese, adesso dispone puro del turco Ackiol che viaggia alla media di 10 punti a gara che, messi assieme a quelli di Brown, Porta, Nelson e dell'ex Lauwers fanno quasi una cinquantina di potenziale nel reparto play e guardie.

In compenso Trautman e il polacco Szewczyk, pur efficaci nelle segnature (da una ventina di punti in totale), non sono centroni che intasano, terra-aria, il cuore dell'area, dunque malleabili per le caratteristiche dei lunghi Cimberio se fossero tutti sani e arruolabili.

Ci si aspetta una gragnola di colpi da Morandais, da tempo a polveri bagnate, come pure una difesa che non si sbrindelli ai lati, come ha potuto constatare Pancotto attraverso il filmato di Cimberio - Montegranaro, fregandosi le mani. Varese s'aggrappa a un recupero portentoso di Cotani e Tusek per tentare quel colpaccio che meditava.. Sennò le tocca lanciare la stampella, alla Toti, per sperare l'inverosimile.

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