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di Massimo Turconi

La serie potrebbe essere, quella nota, “Anche i quasi ricchi piangono” perché in casa Virtus Bologna, dopo la sconfitta sul filo di lana subita a Milano, ci si interroga su quella che è considerata l’ennesima occasione buttata al vento dai felsinei. A Varese, in verità, verrebbe anche voglia di rispondere: beati loro che hanno di questi problemi, ma l’aspetto non è secondario perché, domani pomeriggio al Futurshow di Casalecchio, la Cimberio troverà una Canadian Solar arrabbiata. A dire poco.

«Contro Milano – dice il coach degli emiliani Lino Lardo -, sia all’andata, sia al ritorno, abbiamo perso due occasioni importanti per battere una squadra di vertice che fin dall’inizio della stagione ha nel mirino obbiettivi ben più importanti dei nostri. In questo senso possiamo parlare di una sconfitta amara. Tuttavia, volendo vedere l’aspetto positivo dei confronti contro l’Armani, posso dire che essersela giocata alla pari in entrambe le gare, pur non essendoci espressi benissimo, ci rende orgogliosi e ci regala un pizzico di sicurezza anche in chiave futura. La sensazione, suffragata dall’eccellente partecipazione alla Coppa Italia, è quella di essere da corsa, a patto però di limare quegli errori di natura mentale che ancora condizionano il nostro cammino».

Errori di che tipo ?

«Beh, per esempio – continua il tecnico ligure -, il cattivo approccio che abbiamo avuto nel match giocato ad Assago. Abbiamo letteralmente “regalato” all’Armani il primo quarto, nonostante in settimana avessi chiesto ai miei giocatori quaranta-minuti-quaranta di intensità totale e avessi predicato di partire forte concedendo il meno possibile ad una squadra tosta ed esperta come quella milanese. Invece abbiamo fatto l’esatto contrario».

Adesso la sua Virtus, in classifica, è in una posizione sospesa: realisticamente, a quale traguardo pensate di puntare ?

«Non voglio parlare di classifica, né di calendario, né di possibili tabelle: l’unica cosa che mi interessa è tenere alto il livello di concentrazione perché il focus di questa squadra dev’essere unicamente puntato sulla crescita di un gruppo che, dall’inizio della stagione, ha compiuto dei passi in avanti, ma tanti ancora ne deve fare. Ciò che conta è tirarsi su le maniche: la Virtus sta lavorando su un programma pluriennale e su una squadra-progetto, avendo puntato su giovani di talento come Koponen, Sanikidze e su alcuni prodotti del nostro vivaio che, nelle pieghe di un campionato difficilissimo, hanno comunque trovato minuti di gioco, spazio e responsabilità».

Nel match d’andata a Masnago furono proprio i suoi giovani, anche quelli italiani, a girare il match in un momento delicato…

«Ricordo con piacere quella vittoria ma, rispetto ad allora, le situazioni per entrambe le squadre sono così cambiate che è difficile trovare punti di contatto. Quella era la Virtus con Penn, senza Collins, Koponen e Fajardo, ma anche Varese scese in campo menomata dagli infortuni. Domani si affronteranno due formazioni modificate negli assetti tattici e anche in quelli mentali perché le esigenze di classifica, pur su fronti opposti, iniziano a farsi pressanti».

Varese, che sente l’acqua alla gola, avrà addosso un po’ più di pressione…

«Da fuori, la Cimberio assomiglia a tutto fuorchè ad una squadra alle prese con la tensione. Nel vederla giocare sono sempre favorevolmente impressionato dalla tranquillità con la quale tiene il campo. Una sicurezza invidiabile, chiaro segnale che la squadra, nell’arco della partita, sa benissimo cosa fare e dove andare. Uno stato d’animo che mi preoccupa più degli aspetti tecnici o tattici. Insomma: dovremo stare molto attenti a questa Varese perché loro, alla delusione dopo la mezza beffa di Avellino, aggiungeranno rabbia e saranno ancora più pericolosi».

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