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«Cimberio, alza la testa!»


Lucaweb

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Il lunedì mattino alcuni tifosi di Varese, guardando la classifica, sembrano voler sognare in grande: salvezza facile, playoff e, gli ottimisti improvvidi, addirittura un’improbabile finale del torneo intergalattico.

Il lunedì successivo, altri tra loro, sempre gettando un’occhiata ai numeri, si sentono nelle sabbie mobili fino al collo e prefigurano orizzonti catastrofici.

In poche parole: l’equilibrio non sembra abitare dalle nostre parti e, per definizione, non appartiene all’abito mentale del tifoso. Per queste ragioni Giacomo Galanda, capitano della Cimberio, invita ad un atteggiamento più tranquillo:

«In tempi assolutamente non sospetti, vedi nel mese di agosto del 2009, avevo detto che l’obbiettivo stagionale per Varese era rappresentato dalla salvezza; quindi, dal mio punto di vista, la situazione di classifica rispecchia, ahinoi, abbastanza fedelmente le prospettive della nostra squadra. Quindi, salire in cielo dopo aver battuto la Benetton e stracciarsi le vesti perché abbiamo aver perso a Ferrara non mi sembrano comportamenti adeguati, soprattutto in un campionato in cui, a parte Siena e Napoli, facce clamorosamente diverse della stessa medaglia, puoi vincere o perdere dovunque e contro chiunque. Basta dare una sbirciata ai risultati che domenicalmente arrivano dai vari campi di serie A».

- La battuta d’arresto rimediata a Ferrara rientra pertanto nella normalità…

«Perdere non può e non deve mai essere considerata una cosa "normale" ma è altrettanto vero che per vincere a Ferrara, una bella impresa, sarebbe servita una partita perfetta. Invece noi siamo stati abbastanza lontano dalla perfezione mentre, di contro, la Carife, che è un’ottima formazione, ha giocato molto bene, rispondendo nel modo giusto a tutte le nostre contromosse».

- Sconfitta che "ci sta" ma, suvvia, almeno la differenza canestri dovevate fare il possibile e anche di più per cercare di proteggerla...

«E’ vero, è il rammarico più grosso legato al match di Ferrara; ma nel finale i padroni di casa, contro i nostri schieramenti difensivi, hanno fatto circolare bene la palla e trovato, dagli angoli, le triple buone per far saltare la situazione d’equilibrio (da 53-47 al 29’ a 61-49 al 33’, n.d.r.). Noi purtroppo non siamo stati altrettanto abili».

- Ma, in definitiva, come giudica il momento della Cimberio?

«Nello stesso modo, sereno, di sempre. Prima delle gare contro Treviso e Ferrara parlavamo di partite della vita e ora, a maggior ragione, la situazione non è mutata. Ci aspettano altri sette spareggi da affrontare con determinazione massima e pari tranquillità. In questo momento farsi prendere dall’ansia o, peggio, dal panico costituirebbe un grave errore che Varese deve evitare con cura. Sappiamo di aver fatto un lavoro più che buono in questi mesi e nessuno di noi ha intenzione di rovinare l’opera né, tantomeno, buttare alle ortiche un’intera stagione. Certo, quando ripenso al passato, in particolare alle gare perse in casa all’inizio del campionato, sento montare la rabbia e la frustrazione, ma razionalmente dico che guardarsi alle spalle è inutile e controproducente. Meglio alzare la testa e guardare dritto negli occhi tutti i nostri prossimi avversari: la salvezza ce la dovremo giocare contro di loro».

- I vostri occhi sabato sera incroceranno gli sguardi di Mc Intyre, Hawkins, Sato, Stonerook...

«Squadra fortissima e dominante la MPS ma, l’ha dimostrato Roma, non imbattibile. Ad ogni modo per noi Siena, Napoli, Caserta o Vattelapesca contano poco: dobbiamo solo pensare a vincere e mettere sul parquet tutto ciò che abbiamo. All’andata, in Toscana, facemmo molto bene, ma sabato Masnago (che, come sempre, ci ha dato una mano) questa volta, ne sono sicuro, si supererà. La partita contro Siena vale molto, molto più di due punti».

Massimo Turconi

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