Lucaweb Posted May 7, 2010 Share Posted May 7, 2010 Se non ora, quando? Se non adesso, nella settimana di Pasqua, quando parlare di speranza e di possibilità, concrete, di resurrezione? Con il morale sotto le scarpe, le carni ancora macilente dopo la “flagellazione” subita a Ferrara e in piena settimana di passione, Stefano Pillastrini guarda avanti, cerca di compattare le sue file e spera di evitare la "crocifissione" che, in tanti, troppi "corvi", hanno già annunciato per domani sera, quando al PalaWhirlpool di Varese saranno di scena i campioni d’Italia della Montepaschi Siena. «A Ferrara - dice in tono sereno il coach della Cimberio - abbiamo perso contro una compagine forte, capace negli ultimi due mesi di acquisire grande sicurezza e che, oggi come oggi, è in possesso di uno splendore atletico che noi, per ragioni peraltro note, non possediamo. La mia Cimberio, è vero, a Ferrara si è espressa sottotono, ma devo riconoscere che i padroni di casa ci hanno sovrastato grazie all’atletismo e all’impatto fisico di giocatori come Nnamaka, Ford, Schultze. La Carife, sarebbe sbagliato non riconoscerlo, è una formazione in grandissima crescita sia tecnica che tattica. A riprova che il dibattito tecnico "pivot sì-pivot no" è assolutamente inutile, aggiungo che gli estensi, da quando hanno tolto un pivot ingombrante come Jamison, con il quale non vincevano mai e pure noi abbiamo battuto, e ha inserito un giocatore d’alto livello atletico come Sharrod Ford, oltre a Spienlli, hanno cambiato passo». Ford, in effetti ha dominato il match della scorsa settimana sui due lati del campo... «Un pochino anche per colpa nostra perché - continua il tecnico varesino - sui suoi aiuti effettuati in seconda battuta (7 le stoppate rifilate dal lungo statunitense - ndr) avremmo dovuto tentare altre scelte, ma di fronte a una difesa come quella ferrarese, che si è mossa bene anche nelle rotazioni, non è stato facile trovare anche quel famoso “passaggio in più” che ci avrebbe consentito soluzioni offensive diverse. A margine dico che mi sono piaciute le reazioni messe in mostra dalla squadra che, almeno in un paio di occasioni, ha ricucito il punteggio usando benino la zona che, però, nel finale è saltata sotto i colpi di tiratori che non attendevamo, tipo Spinelli, il quale, un po’ a sorpresa, dall’arco ha infilato tre tiri su quattro tentativi». I risultati recenti hanno riacceso di colpo la lotta per la salvezza: provi a fare un “reset” e ad analizzare le prospettive da qui al 16 maggio. «Ci attende un calendario bruttissimo, da far venire i brividi e dobbiamo prepararci al meglio per un finale incandescente, scacciando con forza la tentazione di puntare il dito l’uno contro l’altro perché la solidità e l’unione hanno sempre rappresentato le qualità principali del mio gruppo. Compatezza cui, mi piace sottolinearlo, ha sempre partecipato in maniera fattiva e positiva tutto il pubblico di Masnago che, oggi più che mai, spero ci sostenga con grande calore e affetto. Dal mio punto di vista non mi piace sentir parlare di cattiva volontà da parte dei giocatori ed è fuorviante chi interpreta il nostro momento in questo modo. I giocatori hanno grande difficoltà ad esprimersi perché, paradossalmente, il rientro di Slay, l’ennesimo cambiamento della nostra stagione, ha obbligato tutti a un nuovo adattamento. Di fatto i nostri problemi sono solo di carattere tecnico, non certo di atteggiamento». Domani arriva Siena: una gara da affrontare con la testa leggera, o no? «No, per noi da qui alla fine saranno tutte gare da a vincere e, ovviamente, per battere la Montepaschi dovremo disputare una partita più che perfetta: straordinaria, perché in gioco entreranno due elementi di ulteriore difficoltà. Primo: dopo aver creato loro qualche problema all’andata i toscani ci rispetteranno di più. Secondo: adesso che Siena è fuori dall’Eurolega, non ci sarà nemmeno la speranza di coglierla assonnata, stanca o distratta da altri pensieri». Una descrizione che sa tanto di “mission impossible”... «Un po’ lo sarà, ma ci dovremo provare. Come? La prima cosa da fare sarà superare la pressione per non essere "sodomizzati" dalla loro tremenda forza fisica. Nel mese di dicembre dello scorso anno, ricordo, svolgemmo bene questo compito. Poi, seconda cosa da fare, sapendo che in attacco i toscani hanno una tale vastità di soluzioni, sarà cercare di togliere i tiri preferiti ai loro giocatori. Ma, in conclusione, dovremo fare meglio, molto meglio, soprattutto le nostre cose, giocando con intensità pazzesca una gara che, considerato l’avversario, sarà diversa da tutte le altre». Massimo Turconi Link to comment Share on other sites More sharing options...
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