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«Il clima del derby ci aiuterà»


Lucaweb

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Respingere con forza al mittente la devastante Legge di Murphy ("se qualcosa può andar male, stai sicuro che lo farà"), accarezzare teneramente i propri compagni, ricompattare il gruppo alla vigilia delle due ore che valgono un intero anno, invitare tutto il popolo biancorosso a tenere la testa alta ribadendo con orgoglio: "Varese c’è...".

Giacomo Galanda (in alto nella foto Blitz), capitano della Cimberio, dopo la sconfitta casalinga "shock" subita contro la Pepsi Caserta, cerca di infondere fiducia a tutto il gruppo.

«Al rientro in spogliatoio ho detto ai miei compagni che dovevano essere fieri della prestazione prodotta contro i campani perché avevamo giocato alla pari contro un avversario forte, di alto livello, che a Masnago si è espresso al meglio. Da capitano, penso che fosse difficile pretendere di più dalla nostra squadra dal punto di vista caratteriale. Abbiamo giocato una partita di grande vigore fisico e mentale, mettendo in mostra una buonissima partenza e recuperando due svantaggi importanti grazie a un eccellente atteggiamento e tanto cuore».

Purtroppo, stiamo analizzando un classico "sforzo perdente".

«Quando perdi dopo un supplementare all’ultimo tiro, il cesto è sempre gonfio di recriminazioni che riguardano episodi girati male. Ma stavolta i miei personali mugugni sono rivolti anche a una direzione arbitrale non esattamente lineare, che non mi è piaciuta tantissimo e che nell’occasione dell’infrazione di passi fischiata ai miei danni (77-79 per gli ospiti, ndr) è incappata in un errore grossolano ma, ahinoi, potenzialmente decisivo. Tuttavia, concentrarsi sulle chiamate arbitrali non porta a nulla e rischia di essere fuorviante. Meglio riflettere sui nostri errori che, pure in una gara di grande qualità, non sono mancati».

A che cosa si riferisce?

«Beh, la nostra zona non mi è sembrata il massimo dell’efficacia perché, a difesa schierata, abbiamo subito troppo sia in palleggio che dagli scarichi. Avremmo dovuto fare qualcosa di più e di meglio in termini di chiusure, movimento e rotazioni».

Parlando invece di difesa individuale, nell’overtime avete subìto troppo le iniziative di Michelori...

«Devo dire che nella circostanza sono affiorati soprattutto i meriti del giocatore di Caserta, bravo nel costruire e realizzare tiri difficili. Credo, invece, che la scelta di concentrare l’attenzione sul perimetro contro Jumaine Jones e gli altri tiratori ospiti fosse quella giusta e, in definitiva, da rifare».

La beffa del tiro finale di Bowers è nulla in confronto a quelle arrivate da Ferrara e Bologna...

«Contare e sperare nei risultati altrui è il modo migliore per farsi del male. Per tale ragione, fin dal primo giorno, ho sempre pensato che tocca a noi, soltanto a noi, il compito di essere artefici e protagonisti del nostro destino. Come abbiamo vinto a Roma, possiamo ripeterci nel derby di sabato a Cantù».

Al Pianella affronterete la NGC, l’altra seconda della classe.

«La formazione canturina mi piace davvero tanto e merita la posizione che occupa, perché non vanta giocatori-stelle ma interpreta alla perfezione il concetto di gioco di squadra della pallacanestro. In attacco i canturini giocano bene insieme, hanno pazienza e lucidità necessarie per costruire opportunità con tutti, mentre in difesa sono molto organizzati ed esprimono sempre grande volontà di sacrificarsi l’un per l’altro. Insomma, sabato sera ci aspetta un match durissimo, ma nei momenti decisivi della stagione non abbiamo mai steccato. Ho fiducia e convinzione che contro la NGC faremo una partita straordinaria. Poi il clima del derby ci darà una mano...».

Massimo Turconi

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