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Pall. Varese, la nuova era


Lucaweb

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Un nuovo assetto societario. Basato sul concetto di proprietà condivisa che possa sgravare la famiglia Castiglioni dalla guida della Pallacanestro Varese tramite la creazione di un “consorzio”. Questo il progetto cui si sta lavorando da qualche mese negli uffici di via Sanvito con l’intento di allestire una compagine dirigenziale che garantisca solidità economica su una base almeno triennale.

«Il nostro è un progetto trasparente, affidato a seri professionisti: dalla riuscita dell’iniziativa passa la sopravvivenza del club, ma se tutto andrà per il verso giusto ci garantirà quella stabilità necessaria che non ci costringa ogni anno a ripartire da zero», spiega il g.m. Cecco Vescovi, tra i principali fautori di quella che potrebbe rappresentare una svolta epocale per il club che in oltre 60 anni ha sempre legato le sue sorti a proprietà forti e integralmente varesine (Borghi, Bulgheroni, Castiglioni).

Il primo passo sarà quello di far uscire l’attuale Pallacanestro Varese SpA dal “contenitore” della holding Casti Group, creando una nuova società che possa agire autonomamente sul piano della contabilità costituendo un consiglio d’amministrazione composto da coloro che sottoscriveranno le quote in ragione del loro contributo economico. Se non ci saranno colpi di scena dell’ultima ora da parte della proprietà (che comunque avrebbe già sottoscritto impegni in tal senso), l’operazione-distacco dovrebbe scattare dall’1 luglio.

In tal senso, nelle scorse settimane, Vescovi ha incontrato gli attuali sponsor illustrando le finalità dell’iniziativa. A differenza di quanto accadde al tempo del pool di sponsor creato da Edo Bulgheroni per i Roosters dello Stella (e l’intento sarebbe proprio quello di riproporre il marchio del “Galletto” sulle maglie e di tornare ad allenarsi al Campus), ai partner di oggi è stata prospettato di diventare i soci di domani, al fianco della famiglia Castiglioni che manterrebbe una quota del club condividendo onori (i consiglieri potranno ovviamente avere voce in capitolo sulle scelte strategiche) e oneri (contribuendo alla copertura del passivo al termine di ogni esercizio) della proprietà.

E a quanto pare il “giro di orizzonti”, con tutti gli elementi di spicco (da Renzo Cimberio a Superenalotto, passando per Ubi Banca e Whirlpool) che già supportano la società, avrebbe dato riscontri positivi. Così come importante sarebbe l’avallo e il supporto delle istituzioni, tanto che l’incontro a Palazzo Estense tra Claudio Maria Castiglioni (in alto con Renzo Cimberio - foto Blitz), Cecco Vescovi e il sindaco Attilio Fontana ha costituito un passaggio-chiave per dare il via all’operazione.

Ma ad oggi ciò non basta per raggiungere la copertura del fabbisogno annuale: nella stagione 2009/2010 le entrate della società (abbonamenti, biglietteria e contributi degli sponsor) si aggirano attorno agli 1,8 milioni di euro, mentre le uscite (stipendi e tasse a giocatori, allenatori e dipendenti, costi fissi tra Fip e Lega, settore giovanile e trasferte) superano i 3,5 milioni. Un passivo di gran lunga inferiore a quello dei primi anni dell’era Castiglioni grazie all’ottimizzazione dei costi effettuata dalla gestione Vescovi, ma impossibile da ridurre ulteriormente se si vuol mantenere un livello dignitoso in serie A.

Per questo l’intento della società - a salvezza avvenuta - è quello di lanciare l’iniziativa tramite una sottoscrizione azionaria il cui obiettivo su base triennale sarebbe il reperimento di almeno quattro imprenditori disposti a investire 3-400mila euro, più una decina di soci “minori” con taglio minimo da 100mila euro.

Dunque, il messaggio che la Pallacanestro Varese lancia alle forze economiche è chiaro: «Se tenete al bene sportivo più importante della città, ora sussistono le condizioni perché possiate farvi avanti...».

Giuseppe Sciascia

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