Lucaweb Posted May 25, 2010 Posted May 25, 2010 VARESE Lui di derby ne ha giocati parecchi, con la maglia di Varese e con il sangue biancorosso. Il miglior giocatore italiano di tutti i tempi, un cognome che da queste parti non ha mai smesso di fare emozionare, Dino Meneghin è forse la persona più indicata per parlare della sfida del Pianella. «Ieri come oggi, ogni volta che Varese e Cantù si incrociano è un po' come se fosse una finale di Eurolega. Sono due società che hanno fatto la storia del nostro basket, espressioni di un modo simile di vivere la pallacanestro e rappresentanti di due città chilometricamente poco distanti. Un vero derby insomma, come non ne sono rimasti più». Ieri come oggi, il senso di queste partite è rimasto immutato? Per i giocatori non è la stessa cosa. Non possiamo pretendere che gli americani di oggi comprendano l'importanza di sfide così. Una volta, poi, Cantù e Varese si giocavano il campionato e quando si incontravano la posta in palio era altissima. E allora oggi che senso ha parlare ancora di derby? C'è la gente, ci sono i tifosi che hanno il compito di portare avanti la passione legata a queste sfide. Loro lo sanno che cosa significa, i palazzetti trasformati in bomboniere caldissime sono la testimonianza di una rivalità che dura ancora e resterà per sempre. Ci perdoni. Lei parla dei tifosi, ma è da tre anni che assistiamo a derby zoppi: senza le tifoserie avversarie, lasciate a casa dalla questura, non è certo la stessa cosa... Non è la stessa cosa: un derby senza avversari non è un derby, un derby senza il "cata su" da cantare ai rivali sconfitti non è un derby. E allora? E allora questa è la situazione alla quale siamo giunti, con le tifoserie che in qualche caso si sono messe a imitare i colleghi del calcio e hanno trasformato sfide come queste in momenti potenzialmente pericolosi, e questa è una sconfitta per tutto il nostro movimento. Perché partite come Cantù - Varese sarebbero degli spot meravigliosi per far vedere a tutti quanto è bello il nostro basket. E se questa possibilità di metterci in mostra ci viene negata da un pugno di imbecilli, allora è una sconfitta per tutti. Lei domenica scorsa era a Masnago e ha visto Varese venire sconfitta da Caserta, con quella beffa sulla sirena. Sincero: questa Cimberio si salva? Sarò banale e dico che lo spero: perché il mio cuore batte sempre un po' verso Varese e perché credo che questa squadra lo meriti, con tutti i problemi che quest'anno ha dovuto sopportare. Quindi? L'ultima parola spetterà al campo, che per fortuna non mente mai. Varese ha nelle mani il suo futuro, e noi non possiamo non augurarci che tutto vada bene. Francesco Caielli
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