Lucaweb Posted June 17, 2010 Share Posted June 17, 2010 E adesso parla Pillastrini. Son stati giorni improvvisamente strani, imprevedibilmente difficili, lontani anni luce da quell’atmosfera di festa e di scampato pericolo che ci si sarebbe aspettato, dopo una salvezza conquistata con il cuore. Giorni movimentati dalle dichiarazioni forti del presidente Castiglioni, che si è calato nel suo ruolo di presidente e ha voluto dire la sua dopo un’annata che l’ha deluso. Ieri Gek Galanda aveva difeso, da capitano, la sua squadra: oggi il Pilla fa lo stesso, buttandosi a corpo morto a proteggere i suoi ragazzi, con il garbo e la chiarezza che lo contraddistinguono da sempre. "Il mio ultimo desiderio – dice il coach – è quello di fare delle polemiche, perché non è nel mio stile e non è nei miei pensieri, davvero. Non posso fare altro che sottoscrivere quanto ha detto Gek: dalla prima all’ultima parola, il pensiero del capitano è il mio". Giù le mani dalla mia squadra, dunque? Io ribadisco che sono orgoglioso, orgogliosissimo del campionato che ha fatto questa squadra: i miei giocatori hanno lottato sempre, in tutte le partite e su tutti i campi. Io accetto che si mettano in discussione le scelte, che mi si critichi per aver preso questo o quel giocatore, che mi si attacchi per un cambio sbagliato. Però non si può imputare a questa squadra la mancanza di impegno: questo no. Cosa la fa essere così sicuro? E’ stato tirato in ballo il passato, e allora mi viene da citare un episodio che mi capitò qualche anno fa quando con Montegranaro venni a giocare a Varese. Allora c’era Magnano, e quella era la squadra che ha ottenuto il miglior risultato negli ultimi dieci anni di storia varesina: vincemmo noi, e io ricordo che Varese uscì dal campo ricoperta dai fischi e dagli insulti dei suoi tifosi. Quindi? Quindi questa cosa a noi, che abbiamo perso in casa un sacco di volte e che ci siamo salvati alla penultima giornata mentre quella squadra fece i playoff, non è mai successa. Questo cosa significa? Significa che la gente, molto più competente di come spesso la si vuole far passare, ha capito che questi ragazzi hanno sempre dato il massimo, non si sono mai tirati indietro pur tra mille difficoltà. Perché è stato ricordato l’infortunio di Slay, ma è passato nel dimenticatoio quello che è successo a Thomas che per tutto l’anno ha giocato su un piede solo: e la nostra squadra era costruita attorno a Slay e Thomas. E dirò di più. Prego. Se una squadra non lotta, se non mette impegno e voglia, non vince in trasferta come invece abbiamo fatto noi così tante volte. Quindi, ribadendo la mia volontà di evitare qualsiasi tono polemico, dico solo che non accetto critiche sul comportamento dei giocatori: chi dice che questa squadra non ha sputato sangue, dice il falso. Ha forse fatto discutere – oltre che soffrire – il paragone fatto con la Cantù che sta facendo una stagione sontuosa. Citare come esempi quelli che hanno fatto bene è giustissimo, però bisogna essere chiari: a Cantù quest’anno è andato tutto bene, ogni cosa è girata alla perfezione. Giusto prenderli ad esempio, sia chiaro: ma è altrettanto giusto parlare di squadre come Ferrara, Biella e Cremona che hanno speso più di noi e sono arrivate dietro, oppure di Pesaro che ha speso il doppio di Varese e ha i nostri stessi punti. Ha senso, ora, farle una domanda sul suo futuro? Certo: fatemela e non avrò problemi a rispondere. Resterà a Varese anche il prossimo anno? Io ho un impegno con la Pallacanestro Varese, un contratto che mi lega anche per la prossima stagione. Ogni anno, a campionato finito, mi siedo attorno a un tavolo con la mia famiglia e insieme decidiamo se sia il caso di continuare a stare lontano da loro, se avvicinarmi, se restare a casa del tutto. E ne avete già parlato? Sì, e abbiamo deciso che è il caso di continuare, che posso permettermi di stare lontano da casa, che posso restare a Varese. Quindi, siamo d’accordo? A questo punto non mi resta che capire. Capire quello che la Pallacanestro Varese vuole da me, ma soprattutto capire se la Pallacanestro Varese vuole fare qualcosa con me, in futuro. Francesco Caielli Link to comment Share on other sites More sharing options...
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