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Vescovi: «Servono risposte dal territorio»


Lucaweb

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"Stiamo lavorando per voi". Così Cecco Vescovi risponde alle domande sullo "stato dell’arte" della Pallacanestro Varese versione 2010/2011, tra un incontro e l’altro nel sondaggio di tutte le possibili piste aperte per il reperimento di nuove risorse - o meglio di nuovi soci - in grado di supportare economicamente la stagione prossima ventura del club di via Sanvito. «L’obiettivo da raggiungere? Diciamo sulla falsariga del budget dello scorso anno», quando la stagione ancora da chiudere - non sul campo, ma in termini di "esercizio" - ha avuto uscite attorno ai 4 milioni di euro. Traguardo non facile visti i chiari di luna economici a livello globale, ma il GM varesino- che di questo progetto si è fatto artefice e portavoce ormai da qualche mese - crede fermamente che quella in fase di "esplorazione" sia l’unica strada possibile - per quanto stretta ed impervia - per dare un futuro certo al fenomeno-basket cittadino.

«La pista che stiamo seguendo è stata prima di tutto indicata dall’attuale presicente, e poi condivisa da me: tutti insieme stiamo lavorando per trovare la soluzione migliore che permetta una indipendenza economica dall’attuale proprietà, via indispensabile per sgravare la famiglia Castiglioni dal peso di reggere da sola i conti del basket - spiega Vescovi - A mio avviso quella della società consortile è l’unica via percorribile per dare una solidità futura alla società, provando a migliorare di anno in anno sulla base di progetti seri; altrimenti le cose proseguiranno sempre tra mille incertezze estive, che sono poi quelle che ci impediscono di programmare a lungo termine...».

Di fatto il progetto-consorzio è inteso da Vescovi come un ulteriore passo avanti del programma di risanamento già intrapreso dal club negli ultimi due anni: ai risultati positivi ottenuti sul campo - dalla promozione immediata in A1 alla salvezza pur sofferta ma sempre "garantita" del 2009/2010 ormai concluso - vanno infatti aggiunti quelli ben più significativi ottenuti a livello contabile...

«Probabilmente la gente non si rende ben conto che a gennaio 2008 la società era davvero ad un passo dal baratro a livello economico; in questi due anni il grande lavoro di tutti ci ha permesso di risolvere moltissimi problemi, ora però serve un ulteriore passo avanti per raggiungere davvero la stabilità. Ricordiamoci dove eravamo, ma non fermiamoci adesso: se non si va verso il progresso non vedo come si possa proseguire navigando a vista, a mio avviso quella del consorzio rappresenta una naturale evoluzione verso una situazione più stabile».

Certo non sarà facile superare certi scetticismi e certe diffidenze per fare fronte comune a livello economico, anche se Vescovi ribadisce la sua fiducia nella prospettiva "consortile" per dividere gli oneri di gestione su più fronti come unica possibilità di far quadrare il cerchio:

«Ritengo che in questo momento serva un cambiamento radicale legato anche al modo di pensare della città: servono risposte concrete dal territorio che deve unirsi per un bene comune come la Pallacanestro Varese. Sappiamo che non sarà un percorso facile ma abbiamo ritenuto doveroso provare anche questa strada facendo un discorso molto chiaro e molto onesto. Troppo facile affidarsi sempre alle casse della famiglia Castiglioni, che comunque per 10 anni ha portato avanti da sola un impegno sempre più gravoso; se poi non arriveremo alla copertura completa del budget toccherà poi alla proprietà decidere sul da farsi».

Nell’ipotesi di fallimento del progetto attuale (ma la copertura di una parte superiore al 50% del budget previsionale dovrebbe essere già garantita e l’idea sarebbe quella di far partire egualmente il procedimento "consortile") l’alternativa potrebbe essere quella di allestire una squadra "di minima", ma al momento attuale - pur nel più stretto riserbo - nell’ambiente biancorosso si respira un clima di prudente fiducia. Nel prossimo weekend Vescovi dovrebbe incontrare il presidente Claudio Castiglioni portando dati concreti sulla "raccolta fondi", se arrivasse il "semaforo verde" per dar via alla trasformazione societaria l’effetto-valanga proseguirebbe fino in fondo. Sperando che i "lavori in corso" diano riscontri positivi...

Giuseppe Sciascia

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