Lucaweb Posted June 29, 2010 Share Posted June 29, 2010 Contento per gli applausi del pubblico, felice per l’apprezzamento dei dirigenti ma, soprattutto, al settimo cielo per i complimenti ricevuti da tutti i compagni. Jobey Thomas chiude la sua prima stagione varesina con la gioiosa consapevolezza di aver conquistato il massimo dei consensi. Se mai ci fosse nel basket un "dottor Pagnoncelli", ovvero un mago dei sondaggi, probabilmente ci direbbe che la guardia della Cimberio Varese, nel campionato da poco concluso, ha toccato altissime, incondizionate vette di gradimento. Bastino, per tutti, gli attestati di stima rivolti a Jobey dal capitano Gek Galanda, il quale, in diverse occasioni, ha celebrato il suo spirito di squadra e l’attaccamento alla causa biancorossa. «Le considerazioni positive sul mio conto mi inorgogliscono ma - dice in tono critico Thomas - non mi fanno dimenticare che la nostra stagione si è sviluppata all’insegna di troppi alti e bassi. Un’alternanza di rendimento che riconosce cause importanti sia nei tanti infortuni che hanno limitato la nostra crescita, sia in qualche gara che, bisogna riconoscerlo, abbiamo giocato decisamente sottotono». - Nell’archiviare la stagione, qual è il sentimento prevalente? «Senza ombra di dubbio il rammarico: anche mezzi rotti avremmo potuto e dovuto fare qualcosa in più. Se per alcune gare, vedi quelle perse a Masnago contro Biella, Avellino e Virtus Bologna, è giusto essere indulgenti, per altre, vedi quelle giocate a Cremona, ad Avellino o in casa contro Montegranaro, occorre stilare un giudizio severo sulle nostre prestazioni non all’altezza. Di fatto, sul campo e fuori, abbiamo lasciato troppi punti e la sensazione conclusiva è di non essere stati capaci di salire sul treno dei playoff nonostante, ne sono assolutamente convinto, questa Cimberio, ovviamente al completo, fosse una delle formazioni meglio attrezzate». - Lei, a giudizio unanime, e in relazione ai guai fisici che l’hanno tormentata, è stato uno dei migliori e il team manager Massimo Ferraiuolo ha messo più volte in risalto la sua capacità di giocare sul dolore. In definitiva, come valuta la sua stagione? «Dopo il mezzo disastro milanese, ero arrivato a Varese con l’idea di riscattarmi e produrre un campionato di alto livello. I miei primi mesi, di assoluto calvario, hanno rispecchiato il trend della squadra: gare piene di luci e ombre in attesa di sconfiggere il disagio fisico. La fascite plantare, infatti, è un disturbo subdolo e difficile da affrontare perché, come è capitato a me, può ripresentarsi anche dopo periodi di riposo. L’inverno scorso, per molte settimane, ho vissuto alle prese con un "elastico" di sensazioni contrastanti: un paio di giorni in piena salute e altri in cui non riuscivo nemmeno a camminare. Così, per non impazzire, e in assenza di terapie certe, ho deciso di stringere i denti, lavorare ugualmente in palestra e fermarmi solo in caso di dolore insopportabile. Dopo la sosta natalizia, grazie all’aiuto sollecito del nostro staff sanitario - tutti i medici, Claudio Galleani e Marco Armenise che mi sono sempre stati vicini - le cose sono pian piano migliorate anche se, è la verità, solo raramente mi sono sentito al 100% della forma. Tormentata, quindi, credo che sia la definizione più appropriata perché pochi possono immaginare cosa significhi allenarsi e giocare sempre sotto i propri standard. Pertanto, al netto di queste considerazioni, sono abbastanza soddisfatto soprattutto perché in quel terribile mese di novembre avevo addirittura preso in esame l’ipotesi di uno stop per potermi curare meglio». - Archiviata l’annata, si parla già del campionato 2010-2011 e lei è in prima fila... «Ho un contratto valido con la Pallacanestro Varese e, semplicemente, il prossimo mese di agosto mi aspetto di tornare qui anche perché la città ha accolto benissimo me e la mia famiglia. Poi, mi sembra che per la prossima stagione, con Galanda, Slay e altri ragazzi che come me hanno già il contratto, ci siano già solide basi tecniche da cui ripartire e poter raccogliere tutto quello che sfortuna e controversie quest’anno ci hanno negato». Massimo Turconi Link to comment Share on other sites More sharing options...
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