Lucaweb Posted August 31, 2010 Share Posted August 31, 2010 Forse oggi dovremmo parlare di basket: di un consorzio che viene presentato, di un centro da cercare, di una squadra che sta nascendo. Forse dovremmo davvero lasciare spazio all’attualità, rispondere alle mille domande che i tifosi si stanno facendo, provare a immaginare quello che sarà. E invece parliamo di tutt’altro: di una battaglia che è diventata la nostra battaglia ma che, prima di ogni cosa, è la battaglia di un amico. La battaglia di Tarcisio Vaghi, iniziata un anno fa quando ha scoperto di avere la leucemia e continuata a fianco dell’Admo, l’associazione che riunisce i donatori di midollo osseo. Una battaglia che giorno dopo giorno ha coinvolto e mobilitato sempre più persone, sempre più amici, conquistati dalla forza con cui il Tarci sta combattendo. Torniamo a parlare di lui, perché oggi è un giorno importante: dopo le due giornate di Gazzada (l’ultima quindici giorni fa) che, grazie all’organizzazione di “Cestisti fino al midollo”, hanno mobilitato tutto il mondo del basket varesino (e non solo), si apre un nuovo capitolo, una nuova lotta. Ed è il Tarci a raccontarcelo. "Tra una decina di giorni entrerò in clinica per il trapianto. Sono arrivato a quel traguardo che tutti quelli che hanno la mia malattia sperano di raggiungere: i rischi sono importanti, ma vedo concretamente la possibilità di iniziare la strada verso una guarigione. Il trapianto è l’unica via di uscita, l’unico modo di estirpare la malattia: in questi mesi difficili e di terapie ho visto e conosciuto tante persone che non ce l’hanno fatta, che sono morte prima di arrivare alla possibilità di fare il trapianto. Io ho paura, ci mancherebbe: però sono contento di poter guardare verso il futuro, e provare a guarire per davvero". Anche perché, il Tarci sa di non essere solo. "Negli ultimi mesi sono successe delle cose meravigliose, cose che definire straordinarie sarebbe riduttivo. Siamo partiti in punta di piedi, con l’idea di coinvolgere qualche amico, e siamo arrivati alle due giornate di Gazzada: nell’ultima, quella di quindici giorni fa, ho visto arrivare per iscriversi all’Admo tantissimi giovani, gente che io non conoscevo, ragazzi e ragazze che hanno deciso di venire spinti dalla loro volontà e non dall’amicizia verso qualcuno. E’ stata la vittoria più bella: vedere grandi del basket come Marconato, Bulleri e Martinoni che dopo Pozzecco, Meneghin e Gallinari sono venuti per diventare donatori. E accanto a loro tanta gente normale. Li ringrazio tutti, uno per uno, volto per volto". Ma non finisce certo qui. "No – continua il Tarci, sempre più entusiasta – non ci fermiamo. Da febbraio a oggi abbiamo trovato più di seicento nuovi donatori: risultato incredibile, ma andiamo avanti. Avanti con la sensibilizzazione nelle scuole e nei palasport, in mezzo ai giovani e agli sportivi. Ma soprattutto avanti con l’informazione: vogliamo dire a tutti che per diventare donatori basta un piccolo prelievo, un gesto semplice che però può salvare una vita. Io settimana prossima entrerò in clinica, perché è stata trovata una persona compatibile: una persona come le centinaia che in questi mesi sono venute alle nostre giornate e sono diventate donatori Admo. Quindi, andiamo avanti: ora tireremo il fiato qualche mese per le vacanze, ma da settembre si riparte alla grande. Tutti insieme". Si chiude una tappa, se ne apre un’altra: il Tarci non è da solo e lui lo sa. Tanto che ha voglia di ringraziare un po’ di persone: "Dovete permettermi di fare un piccolo elenco, giusto per citare quelli più importanti senza dimenticare nessuno. Grazie a Mauro Pedrani, Luca Viterbo, Massimo Maggiorni e Andrea Laudi per la loro instancabile attivita. E infine un infinito e caloroso abbraccio va a tutta la famiglia Antonetti, senza il cui cuore non sarebbe stato possibile realizzare tutto questo". Francesco Caielli Link to comment Share on other sites More sharing options...
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