Lucaweb Posted September 6, 2010 Share Posted September 6, 2010 di GIANCARLO PIGIONATTI Porte aperte, anzi spalancate. Non resta che entrarvi, potendoselo permettere, ma con "Varese nel cuore", come recita l’intitolazione del neonato consorzio. I soci annunciati non sono nemmeno una ventina, poca cosa per far lievitare le risorse della Pallacanestro, ma già fanno storia nell'aver messo insieme, e per tre anni, una certa somma, da cassa garantita, a sostegno del club biancorosso, quindi della famiglia Castiglioni prefigurando persino, in futuro, una possibile alternativa societaria ad essa. Aspetta e spera, verrebbe da dire, nutrendo in proposito molti dubbi. Già, ma che cosa cambia, in buona sostanza, sul fronte della Pall. Varese? Cambia la sua società controllante: sarà non più il CastiGroup ma il consorzio che, di fatto, ne comprerà le quote, ancorché la loro stragrande maggioranza appartengano all’attuale proprietà, "scalabile" però da nuovi, auspicabili soci. Come dire che Castiglioni vende a Castiglioni, o meglio che la famiglia si passi di mano lo stesso fardello mutando, in realtà, solo la sua collocazione sociale, anche se la novità, va detto, sta in un’apertura solare a tutti coloro che vorranno partecipare ai destini della Pall. Varese, facendone parte con tutto quel che consegue. Stando così le premesse, i Castiglioni sembrerebbero anche disponibili a lasciare campo libero qualora, davvero, scendessero nuove e numerose forze in campo o, comunque, ad alleggerire un così grande e personale sacrificio. E se, poi, un giorno, volessero uscire realmente di scena, la nuova "proprietaria" della Pallacanestro avrebbe di che per affrontare una crisi e una successione, sempre che, nel frattempo, siano in tanti nelle file del consorzio, come già si auspica attraverso obiettivi clamorosi, roba da duecentocinquanta nuovi soci, il che - se una quota corrisponde a diecimila euro versati di minima da ciascuno - significa risorse e ambizioni a palate: sognare si può, non costa nulla. Peccato che, seppur in una conferenza stampa convocata in una sede istituzionale per l’annuncio di tale evento, si sia taciuta l’entità dell’adesione sin qui raccolta, invece molto istruttiva per poter valutare il tenore d’un inizio così focale. Mancando un’informazione, si può solo tirare a indovinare supponendo fra i duecentocinquantamila e i trecentocinquantamila euro il "gettito" garantito per tre anni dai primi soci (nemmeno una ventina, si diceva), tanti o pochi, dipende dai punti di vista ma anche da premesse molto difficili d’una città che, prima di impegnarsi, vuol capire e conoscere lo sforzo richiesto. È legittima la soddisfazione di Claudio Maria Castiglioni (foto Blitz), cui bisogna dare atto di aver voluto "rottamare" il "calderone", d’un gruppo che, retto da una sola famiglia, pareva inaccessibile a chi avrebbe avuto anche solo mezza intenzione di aiutare la Pallacanestro. La cui cosa certa, ora come ora e purtroppo, riguarda il budget di mercato, il più basso del campionato o tra i minimi di serie A, senza possibilità di ritocchi, quindi di eventuali deficit da ripianare, non volendo il club impegnare i nuovi soci in oneri ulteriori e gravosi. Siamo di fronte a un fatto importante e storico che merita attenzione e consenso proprio per il bene futuro della squadra, ma che lascia pur qualche dubbio sull’effettivo e ideale compimento, alla distanza, dell’intero progetto. Solo il tempo, attraverso reali valori di partecipazione, dirà se il consorzio crescerà sino a diventare "anima e corpo" della stessa Pallacanestro Varese o se passerà alla storia come un’occasione sciupata o fine a se stessa. In proposito risulta come un monito, su cui riflettere, l’intervento di Cecco Vescovi il quale ha preferito un sano realismo al galoppante trionfalismo d’occasione, osservando che, d’ora in poi, chi vuol spingere Varese, con le proprie mani, può farlo alla luce del sole: come dire che il futuro della squadra, e quale sarà, dipenderà dalle risorse, quindi dalla sua gente. In altre parole non si inneggi solo ai gloriosi trascorsi del club e al suo preteso prestigio, salvo poi criticare chi sopporta tanti sacrifici racimolando magari risultati scarni, ma si intervenga coi fatti. Nonostante gli annunci gaudiosi, a cacciare il grano, quello grosso, resta Gianfranco Castiglioni quale maggiore proprietario. Come dire: tanto paga Pantalone. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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