Lucaweb Posted September 12, 2010 Share Posted September 12, 2010 VARESE Tutto bello: ma l'impressione è che i risultati ottenuti dalla squadra saranno decisivi per generare quell'entusiasmo che servirà per far crescere il progetto. E allora, parliamo di questa squadra. «Manca il centro» ammonisce Vescovi. Poi gli squilla il telefono, si apparta per qualche minuto, e torna con gli occhi che brillano e un sorriso grande così: «Era il suo agente», confessa. L'impressione è che ormai ci siamo: arriverà un americano, probabilmente fresco di college, e sarà molto forte. «Abbiamo preso - dice il Cecco - giocatori pieni di voglia di rivincita, con qualcosa da dimostrare: con l'arrivo del centro, pedina di fondamentale importanza, la squadra sarà fatta e credo che avrà tutte le carte in regola per dire la sua nel prossimo campionato una squadra dalle mille combinazioni che Recalcati potrà far giocare in tamti modi diversi. Goss? Fidatevi - gli occhi tornano a brillare - questo è uno buono, capace di fare canestro e di prendersi le responsabilità quando la palla scotta». Gergati e Martinoni, perché sono stati lasciati andare? «Avrei voluto tenere Lollo, quello che probabilmente è stata la nota più bella degli ultimi due anni di Varese: ma qui da noi non avrebbe avuto spazio, e non mi andava di prenderlo in giro promettendogli l'impossibile. Niccolò: la Virtus ha rilevato il suo cartellino dalla Benetton e gli ha fatto un contratto pluriennale, noi non eravamo in grado di farlo ». Sì, ma la tanto sbandierata varesinità? «La varesinità è un valore nel quale crediamo - dice Vescovi - ma siamo arrivati a un punto nel quale i giocatori di casa nostra ce li dobbiamo creare da noi. Ecco perché punteremo sempre di più sul nostro settore giovanile, e ci punteremo sul serio: perché da lì troveremo le garanzie vere per il futuro della società». Capitolo Recalcati (a sinistra in foto): «Hanno fatto mesi - dice Vescovi - a dargli del bollito per i suoi brutti risultati in Nazionale: ecco, non mi pare che Pianigiani (più a destra) ora stia facendo meglio con gli azzurri». «Non è una minestra riscaldata - gli fa eco Lo Nero - e non è una sorta di "Lippi due". Perché a differenza di Lippi, Charlie è umile: è venuto qui per partire da zero, dopo tutto quello che ha vinto, e per costruire qualcosa di nuovo». E alla fine, una curiosità: perché Vescovi non va in America a vedere i giocatori della Summer League, come fanno tanti altri giemme? «Primo: non faccio spendere cinquemila euro per dieci giorni negli Usa a mia società che fa fatica a rispettare mi budget risicato. Secondo: le partite della Summer League le sto vedendo tutte in video. Andando in America potrei approfondire qualche contatto, conoscerei più persone, ma di certo non vedrei i giocatori meglio di quanto non li veda ora, in dvd. E per il momento ci basta così». Fra.Ca. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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