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Sposta decisamente l’attenzione sul mercato dei "collegiali" la Cimberio concentrata nella ricerca del suo centrone titolare nel "sottobosco" dei lunghi americani ancora sospesi tra il sogno NBA e lo sbarco in Europa. La volontà di inserire nel puzzle ormai delineato del roster 2010/2011 un giocatore dalle caratteristiche ben individuate sembra aver spinto società e staff tecnico a puntare su un giovane che abbia le giuste caratteristiche fisiche e tecniche, scavando nell’elenco dei lunghi scelti al secondo giro dell’ultimo draft dei professionisti. Il tutto seguendo un identikit fisico e tecnico ormai definito nelle idee di Carlo Recalcati, disposto anche a scommettere su un debuttante a patto che si tratti di un elemento ad hoc per le sue esigenze:

«Ci serve un giocatore che abbia muscoli e buona stazza ma anche piedi rapidi, garantendoci una decina di punti ma soprattutto tanta sostanza a rimbalzo e buona presenza fisica per darci chiusure difensive e possibilità di spingere in campo aperto. Ovviamente però il gioco vale la candela: dovendo conciliare le esigenze tecniche con il budget qualche rischio dobbiamo prendercelo. In realtà siamo disposti a rischiare su un rookie soltanto se il suo profilo coincide esattamente con la nostra idea, abbiamo già passato la mano su elementi validi ma considerati non adatti per noi».

Lasciate cadere le ipotesi Deon Thompson ("4 e mezzo", attaccante che ha firmato in Grecia) e Jerome Jordan (lungo molto tecnico ma senza grande fisicità), l’orizzonte della Cimberio sembra ristretto tra il 23enne Hamady Ndiaye (foto a sinistra), acerbo prospettone di 210 centimetri per 105 chili, e il massiccio Dwayne Collins (foto a destra), lungo di buona stazza fisica (202 centimetri per 110 chili) che sembra possedere il giusto mix di qualità tecniche e muscolari per fare al caso del club biancorosso.

Ma il lungo senegalese fresco di laurea a Rutgers e scelto col numero 56 da Washington è più che altro un saltatore-stoppatore (4,5 di media-partita), pur con un potenziale di crescita assai elevato visti i soli 6 anni di basket al suo attivo; probabilmente più adatto alle "specifiche" indicate da Recalcati pare invece Collins, scelto col numero 60 dai Phoenix Suns dopo una solida carriera universitaria a Miami (12,0 punti più 7,8 rimbalzi e 1,1 stoppate nel 2009/2010 chiuso col 60% da 2 ma il 56% ai liberi).

Si tratta di un giocatore dichiaratamente d’area sia in difesa che in attacco, abbastanza simile a quel James Thomas sul quale la compagine biancorossa ha passato la mano solo per motivi fisici non avendo voluto rischiare su un ginocchio potenzialmente a rischio. Per tutte queste ragioni Varese sembra aver centrato le sue attenzioni sul 22enne pivot, costretto a saltare la recente Summer League di Las Vegas a causa di un intervento al menisco che gli ha impedito di giocarsi le sue carte per convincere la franchigia dell’Arizona a sottoporgli un’offerta garantita. Collins deve però ancora scegliere se iniziare la carriera professionistica in Italia oppure coltivare ancora il sogno NBA, cercando di strappare un contratto al Veteran Camp di Phoenix ad ottobre; ma Varese non vuole tirare troppo per le lunghe e attende una risposta nel giro di qualche giorno.

Se il lungo di Miami non romperà gli indugi sono comunque pronte alternative d’esperienza: usciti dal radar Killingsworth (firmato dal Maccabi Haifa) e Francis (in Turchia) il mercato propone nomi noti come quelli di Brandon Hunter e Kris Lang, giocatori già visti in Italia che lo scorso anno militavano rispettivamente all’Hapoel Gerusalemme e al Turk Telekom Ankara: «Se non troviamo il collegiale col profilo giusto ci orienteremo su un giocatore diverso, che abbia magari più punti nelle mani e meno sostanza a rimbalzo», afferma Recalcati, lasciando intendere comunque che la Cimberio ha già pronta qualche carta alternativa da giocare nel caso in cui la pista "collegiale" non vada a buon fine.

Giuseppe Sciascia

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