Lucaweb Posted September 29, 2010 Share Posted September 29, 2010 Trovarsi, nel mezzo del cammin di sua vita, a Varese. Con Alex Righetti (foto Blitz) abbiamo un rapporto di lunga data. Fin da quando era una ragazzino che, alle prime armi in serie A, era considerato soprattutto il figlio di Alfio, grande pugile negli anni '70. Così, quando ad Alex, 33 anni appena compiuti, facciamo notare la curiosa coincidenza e il riminese, ad una grassa risata, aggiunge gesti comprensibilmente scaramantici. Non si mai... Però, però, la citazione del sommo poeta risulta di assoluto gradimento per il neo acquisto della Cimberio Varese che, di botto, esclama: «La Divina Commedia è quasi perfetta per descrivere la mia situazione anche perchè - commenta Righetti - come forse saprete sono reduce da una esperienza, quella vissuta lo scorso anno alla Virtus Bologna, rispetto alla quale l'unico aggettivo che mi viene in mente è "infernale"». - Addirittura un Inferno? «Potrei parlarvi per ore di ciò che, non esattamente edificante, mi è capitato nella passata stagione alla Virtus. Ma, a questo punto, non vale nemmeno più la pena di spendere altre parole per certi personaggi. Meglio archiviare in fretta una parentesi conclusa in maniera sgradevole, lasciando però uno spazio e un ricordo importante solo per coach Giordano Consolini, il tecnico delle giovanili della Virtus con le quali mi sono allenato praticamente tutto l'anno. Consolini, dimostrando affetto e grande umanità, mi ha dato una grossa mano e un aiuto morale che non dimenticherò mai». - Chiusa una parentesi, se ne è subito aperta un'altra. Quindi: perchè proprio Varese? «Le ragioni sono molteplici: una buona offerta; la possibilità di giocare per una società che conserva intatto tutto il fascino regalato dalla sua lunga tradizione; lo stare in una città appassionata che ama la pallacanestro come poche altre; la presenza di alcuni giocatori che conosco bene; e, non ultimo, anzi, decisamente importante per la mia scelta, la presenza di coach Carlo Recalcati. Con Varese mi sono accordato per un anno più, eventualmente, un altro, consapevoli entrambi che il rimanere o meno dipenderà soprattutto dalla mia nuova situazione famigliare. Da soli cinque mesi sono diventato papà di Virginia e Valentina, mia moglie ha le sue attività lavorative a Roma. Insomma, la nostra situazione famigliare è, o potrebbe essere, in divenire, motivo per cui non ho voluto prendere in giro i dirigenti di Varese e rimandare ogni ulteriore valutazione sul futuro al prossimo giugno 2011». - A proposito di coach Recalcati: fin dal primo giorno si è parlato di un feeling speciale tra di voi... «Conosco Recalcati da tanti anni e, ancora oggi, lo devo ringraziare per la fiducia che mi ha sempre trasmesso durante gli anni del lavoro comune svolto con la maglia della Nazionale. In lui ho sempre apprezzato sia un tecnico di grandissime capacità, sia un uomo in grado di parlare al cuore dei giocatori e, guardandoli negli occhi, sa comunicare in modo chiaro entusiasmo, aspetti positivi e, quando serve, anche quelli negativi. Questi ultimi, però, senza mai mancare di rispetto e senza urtare la suscettibilità degli atleti che - scherza ma non troppo Righetti - si sa, tocca vette davvero elevate». - A Varese per...? «Dopo la pessima, inconcludente e mortificante stagione scorsa sono alla Cimberio, ci tengo a sottolinearlo, animato da motivazioni stratosferiche. Covo, dentro, una tale voglia di riscatto che ho persino paura dell'aggressività che potrei esprimere durante le prime partite. Fatta questa premessa, posso rassicurare i tifosi di Varese e garantire che, appena mi sarò tolto un po' della ruggine accumulata negli ultimi otto mesi, rivedranno il Righetti di sempre: non un fenomeno in termini di talento, ma un giocatore che si impegna allo spasimo e in ogni partita spremerà ogni goccia di sudore per la squadra». - Insomma, dall'Inferno al Paradiso... «Paradiso, perchè no?». Massimo Turconi Link to comment Share on other sites More sharing options...
Recommended Posts