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Sfoglia la margherita sul conto di Dwayne Collins (foto Blitz) la Pallacanestro Varese che attende responsi certi sul piano medico prima di prendere decisioni definitive sul conto del pivot statunitense, "grande assente" del precampionato biancorosso con l’incognita degli effettivi tempi di recupero.

Oggi il giocatore sosterrà un esame approfondito per valutare le condizioni del ginocchio sinistro dal quale è stato rimosso il menisco laterale lo scorso 18 giugno; situazione che richiede abitualmente non più di 4-5 settimane per il pieno recupero, ma a più di tre mesi dall’intervento l’atleta ex Miami Hurricanes non è ancora in grado di allenarsi regolarmente con la squadra.

Al momento attuale Collins sta svolgendo un programma differenziato col preparatore atletico; ma essendo giunto a Varese senza aver svolto alcun programma di riabilitazione dopo l’intervento (subìto comunque in un periodo di inattività agonistica del giocatore che aveva disputato l’ultima partita ufficiale ai primi di marzo), è decisamente lontano da un’accettabile condizione fisica che gli garantisca di reggere la routine del lavoro settimanale. La risonanza magnetica odierna dovrebbe dare riscontri certi sullo stato di salute del giocatore statunitense, ma al momento attuale i tempi di riattivazione per raggiungere il livello di forza dell’articolazione necessario per la piena funzionalità sono valutati in almeno tre settimane.

Il che significa riprendere gli allenamenti dopo la metà di ottobre con l’esigenza di recuperare il ritardo di condizione nei confronti dei compagni e raggiungere il 100 per cento della forma in tempi molto più lunghi, decisamente incompatibili con le esigenze della Cimberio di puntellare il reparto lunghi con quel pivot agile ed esplosivo individuato appunto in Collins nel corso della campagna acquisti. In ogni caso la situazione è delicata, comportando vincoli medici e contrattuali da valutare con attenzione prima di prendere qualsiasi decisione; la società attende gli esiti degli esami odierni prima di scegliere una strategia operativa, come conferma il presidente Cecco Vescovi:

«Attendiamo gli esiti della risonanza prima di fare le nostre valutazioni sulla situazione; chiaro però che si tratta di un problema serio, anche perché il ritardo rischia di essere davvero lungo.

Al momento ci troviamo con un giocatore che rappresenta una doppia incognita: si trattava chiaramente dell’elemento sul quale ci sarebbe stata la maggior attenzione in precampionato, soprattutto affinchè si abituasse in fretta al basket italiano e iniziasse a costruirsi un bagaglio d’esperienza che per un "rookie" americano sarebbe stato utilissimo».

Al momento dunque Varese si ritrova con il suo pivot titolare in condizione di "inabilità" e tecnicamente ancora tutto da scoprire; logica dunque la richiesta di intervento sul mercato che lo stesso Recalcati – già domenica su queste colonne – aveva sottoposto alla società qualora le previsioni sul rientro di Collins si rivelassero esatte.

Resta però da valutare l’aspetto economico, con l’esigenza di trovare un accordo per l’eventuale transazione del contratto (valido a tutti gli effetti visto che il giocatore aveva superato le visite mediche all'arrivo a Varese) qualora si optasse per il taglio.

Una soluzione meno onerosa potrebbe riguardare l’inserimento di un lungo europeo a gettone in attesa del recupero di Collins: «La scelta di affiancare un veterano come Fajardo ad un giovane da far crescere come Dwayne ci permetteva di avere una sicurezza in più - afferma Vescovi - L’innesto di Diego ci dà tranquillità pur in un momento delicato; nella situazione attuale le richieste dello staff sono legittime, ma le valutazioni da fare non riguardano soltanto l’aspetto tecnico».

Giuseppe Sciascia

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