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Manca solo il crisma dell’ufficialità per il ritorno a Varese di Ron Slay (foto Blitz in alto). Accordo ormai imminente con l’ala statunitense, pronto a sostituire Dwayne Collins, ormai uscito dai programmi della squadra al di là della transazione del contratto ancora da definire. La la dirigenza di via Sanvito non vuol correre il rischio di rimanere a lungo senza pivot, dunque pare decisa a stringere i tempi sul fronte Slay prima del “nero su bianco” con l’agente americano dell’ex Miami Hurricanes. L’ultimo “giro di orizzonti” sul mercato americano ha ribadito la mancanza di alternative credibili in grado di modificare gli scenari che portavano inevitabilmente alla seconda avventura sotto le Prealpi di Slay.

D’altra parte, società e staff tecnico volevano risolvere in tempi rapidi il problema del pivot, tra l’esigenza espressa da Recalcati di avere la squadra al completo prima dell’inizio del campionato e la volontà di partire forte per dare un segnale positivo alla piazza nell’ottica dell’ulteriore sviluppo dell’iniziativa “Varese nel cuore”.

Lo stesso coach biancorosso ha escluso ulteriori scommesse “collegiali”, puntando la ricerca su giocatori già rodati in Italia, ovviamente nell’ambito delle possibilità economiche della società che - alla luce del budget bloccato del consorzio - non può certo svenarsi ancor prima dell’inizio della stagione.

Tutto considerato, l’unico giocatore disponibile ai costi che la Cimberio può sostenere era Slay, anche se le caratteristiche tecniche dell’ala ex Montegranaro sono completamente diverse da quelle di Collins, il “prototipo” sul quale la società lavorava su input del suo allenatore.

Ma se il tempo stringe, Varese deve “accontentarsi” del miglior giocatore disponibile. E, sul piano del talento puro, l’atleta del 1981 ha già dimostrato tutte le sue qualità nelle dieci gare del 2009/’10 (15,4 punti e 7,6 rimbalzi col 60% da 2) in cui ha contribuito in maniera risolutiva alla salvezza biancorossa bruciando le tappe del recupero dopo un intervento alla schiena piuttosto delicato. Un attaccamento alla maglia assai apprezzato dalla società che, ancor prima della scelta dell’allenatore, aveva puntato su di lui come “pietra angolare” su cui costruire la nuova Cimberio.

Poi, però, a livello contrattuale c’è stato qualche intoppo (probabilmente il giocatore si attendeva un’offerta economica più elevata lasciando cadere la proposta effettuata dai biancorossi) e allora Varese ha preso altre strade, costruendo una squadra in cui nelle idee originali serviva un rimbalzista-difensore “alla Collins” e non un lungo attaccante “alla Slay”.

Per una curiosa serie di combinazioni - il ginocchio “ammaccato” del giovane pivot statunitense e la crisi economica del Maroussi, il club greco per il quale Slay aveva firmato a metà agosto attratto dal sogno-Eurolega - le strade della Cimberio e dell’atleta del Tennessee sono destinate a incrociarsi di nuovo. E se è pur vero che nel contesto di un attacco già votato alla coralità, e senza più un passatore come Childress, il ruolo offensivo del lungo americano dovrebbe essere diverso da quello dell’anno passato chiedendo a Slay un sacrificio nell’adeguarsi alle esigenze del sistema di gioco di Recalcati, è altrettanto palese come al giocatore del 1981 Varese sia rimasta nel cuore, come evidenzia l’entusiasmo manifestato per la possibilità di vestire nuovamente la maglia biancorossa accettando un’offerta comunque inferiore rispetto a quella lasciata cadere in estate.

Oggi stesso dovrebbe arrivare anche il passaggio burocratico della firma del contratto: poi il giocatore statunitense (già in regola con la documentazione richiesta per il visto) potrà mettersi in viaggio alla volta di Varese (con la truppa di Recalcati impegnata venerdì e sabato a Porto San Giorgio: probabile lo sbarco in città nel weekend) e unirsi al gruppo per l’ultima settimana di allenamenti prima dell’esordio in campionato contro Pesaro.

Giuseppe Sciascia

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