Lucaweb Posted November 9, 2010 Posted November 9, 2010 Scende in campo anche Toto Bulgheroni (foto Blitz in alto) a sostegno del nuovo corso della Pallacanestro Varese. E se per il momento quello dell’ex proprietario biancorosso - ai vertici dal 1981 al 2001, firmando l’indimenticabile scudetto della Stella dei Roosters - si configura come una sorta di “appoggio esterno” al consorzio, il valore del suo giudizio positivo nei confronti dell’iniziativa ha un peso notevole sia sul piano sportivo che su quello imprenditoriale. SUPPORTO - Non potendo al momento sposare la causa consortile, l’ex presidente di Univa e membro della giunta di Confindustria ha deciso di impegnarsi a supporto della società sotto forma di acquisto di un pacchetto di abbonamenti di parterre: «A Michele Lo Nero e Cecco Vescovi, che mi hanno chiesto di aderire a “Varese nel Cuore”, ho spiegato con molta sincerità che in questo momento le nostre società non possono impegnarsi in un’iniziativa del genere - racconta Bulgheroni -. A loro, però, ho fatto sentiti complimenti per l’iniziativa portata a termine, che ritengo potesse essere l’unica in grado di garantire la continuità della società. Così ho deciso di dare il mio contributo tangibile, impegnandomi ad aumentare la tradizionale quota dei 10 abbonamenti che acquisto ogni anno: si tratta di un appoggio morale e materiale a sostegno dell’iniziativa ed esorto tutti coloro che per svariate ragioni non potessero partecipare al consorzio con la loro azienda a seguire il mio esempio con la forma più diretta di finanziamento rappresentata dall’acquisto della tessera stagionale». FUTURO - L’ex presidente della Pallacanestro Varese ribadisce comunque il suo giudizio positivo nei confronti di “Varese nel Cuore” e non esclude in futuro la possibilità di un intervento diretto all’interno del consorzio: «Come tutti ricorderanno, a suo tempo avevamo lanciato l’idea del pool di sponsor che però non erano direttamente soci del club; quanto è stato fatto oggi rappresenta un grandissimo segnale di attenzione da parte della città, ribadendo che la Pallacanestro Varese è una delle realtà più importanti della zona. Col mio sostegno tangibile ho voluto dimostrare una volta di più, qualora dovesse servire pur dopo 20 anni da proprietario, l’affetto per il club; non escludo di poter entrare più avanti con una partecipazione diretta, per il momento debbo limitarmi a questa forma di sostegno augurandomi che più persone in varie forme, tramite l’adesione al consorzio o una sponsorizzazione oppure la sottoscrizione degli abbonamenti, seguano il mio esempio». TRAGUARDO - Bulgheroni esprime fiducia nella possibilità che “Varese nel Cuore” - oggi formata da 31 soci, pur con altre 7 potenziali adesioni già pronte e svariati altri contatti in corso - possa arrivare alla quota finale di 250 soci indicata da Vescovi e Lo Nero all’atto della presentazione: «Ritengo che ci siano tutte le possibilità per arrivare a questo traguardo; ovviamente c’è qualche scettico che aspetta la “messa in moto” dell’operazione per poi saltare sul treno in corsa, ma credo che anche loro saranno benvenuti nell’ambito di una iniziativa che offre varie forme di accesso. L’auspicio è che alla lunga, ma anche alla breve nell’interesse della continuità del basket, la città colga questa opportunità». PRIMO AMORE - L’ex patron interpreta in maniera differente l’attuale iniziativa consortile rispetto al salvataggio del lontano 1981 ai tempi della “Finanziaria” (quando poi fu proprio Bulgheroni a rilevare la maggioranza assoluta delle quote). E pur impegnato a tempo pieno come consigliere della Federgolf, mantiene inalterato il rapporto col suo “primo amore” cestistico (domenica scorsa era in prima fila al Forum per la sfida tra Milano e New York a fianco del commissioner Nba, David Stern): «Rispetto ad allora è cambiato il momento storico e sono mutate le regole: allora le società avevano comunque le garanzie rappresentate dal valore dei cartellini, oggi il quadro normativo è diverso e c’è bisogno del sostegno della città per competere in serie A. Quella del consorzio mi sembra un’iniziativa apprezzabile sia sul piano tecnico che sportivo; ho già espresso più volte il mio parere negativo sulla sostenibilità economica del movimento, ma spero che si riesca a sistemare questo problema. Di certo la passione per il basket non è passata, né sono scomparse le amicizie legate a questo mondo, che rimangono per la vita. E tra queste c’è Cecco Vescovi, che è stato mio giocatore e al quale sono molto legato: sono contentissimo che sia lui l’artefice più importante del rilancio della società». Giuseppe Sciascia
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