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Chiamali, se vuoi, botti di mercato. Già, s'è preso Diener. Anzi no, visto il pasticciaccio, da tempo in archivio con relativo voltafaccia del procuratore che aveva garantito alla Pallacanestro Varese il suo arrivo da Teramo. Non sarebbe stato il massimo della vita (biancorossa) questo Diener, capace fin che si vuole in fatto di sostanza ma senza l'acuto tipico di un atleta di colore qual è Phil Goss, praticamente respinto nonostante il suo desiderio di restare nella Città Giardino.

La Cimberio deve ancora darsi una mossa nel ruolo di guardia dopo alcuni contrattempi, si spera solo di non dover rimpiangere il non desiderato Goss al di là di giudizi all'ingrosso, ispirati a dietrologia.

La storia di Kangur è emblematica. L'atletone estone era un obiettivo di allenatore e dirigenti, per i quali il fine avrebbe giustificato ogni mezzo, anzi modalità varie, com'è accaduto, pure in barba a quei principi di fiera appartenenza che ogni tifoso vorrebbe sacro anche da uno straniero.

Kangur, evitando durante la stagione continue avances (per una conferma) da parte di Varese, non ebbe invece alcun dubbio di fronte alle proposte di Siena, concedendosi così ai campioni d'Italia per un contratto non astronomico (tutt'altro) ma più lungo.

Il caso volle poi che la Montepaschi avesse cambiato idea almeno per la prossima stagione, trovandosi l'estone a spasso o comunque nella condizione di accasarsi altrove. E la Cimberio, non sembrandole vero di riacciuffarlo per i capelli, non s'è lasciata scappare l'occasione di schierarlo ancora tra i suoi lunghi.

Morale, Kangur sarà biancorosso per piacere alla Montepaschi campione che vorrà, evidentemente, convincere per farsi arruolare di fatto nelle prossime stagioni.

Sicuramente l'intenso e potente estone cercherà di fare un figurone, motivato com'è, a rischio magari di strafare dato il suo temperamento votato a grandi ambizioni, le stesse che - tra gennaio e aprile - lo lanciarono da protagonista a Varese, quindi verso le rapaci attenzioni di Siena.

Salto del Kangur o della quaglia? La vicenda è nota. Certo, le sue aspettative professionali sono rispettabili e qualora egli crescesse vieppiù per legittimarle, potrebbe guadagnarci anche la Cimberio.

Sul viale del tramonto Galanda, ecco Luca Garri. Uno dei giocatori italiani sui quali un po' tutte le società, compresa quella molto speciale qual è la Nazionale, hanno puntato riconoscendogli spiccate e indiscutibili qualità tecniche e una non trascurabile duttilità atletica. Peccato che Luca abbia un po' tradito - stando alla nota parabola dei talenti - se stesso e tutti coloro i quali (sono in tanti) hanno creduto di disporre di un giocatore dal rendimento super.

Già, a volte Garri spacca partita e avversari, in altre scompare litigando con il canestro, con sé e con il mondo intero.

<<Vi faremo divertire>>, ha proclamato l'ex Caserta appena messo piede a Varese. <<Speriamo che non ci faccia ridere>> osservava un tifoso "attendista" leggendo le sue entusiastiche dichiarazioni.

Sono arrivati Ganeto e Diawara, l'uno schiodabile dai legni di una dura panca, quindi tutto da scoprire come comprimario, l'altro è la rèclame di un ''usato sicuro'', d'ebano massiccio.

Mancando la guardia straniera, quindi l'entità potenziale del suo valore, non è possibile supporre alcuna valutazione della nuova Cimberio, ancorché ci pare più tosta in difesa che in attacco dovendo poi, in ultima analisi, annotare i punti persi di media a gara dei ''fuoriusciti'', che piacessero o no.

Giancarlo Pigionatti

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