Lucaweb Posted October 11, 2011 Posted October 11, 2011 Bello e crudele il mondo dello sport. Mentre l'altro mondo, quello cosiddetto normale, consente ai giovani di derogare ben oltre il limite anagrafico l'assunzione di responsabilità, nell'universo sportivo si chiede a ragazzi ventenni o poco più di essere consapevoli, maturi, determinati, esperti. In una sola parola: pronti. Justin Hurtt, 23 anni, guardia della Cimberio Varese, uno che sicuramente non rientra nella categoria "bamboccioni", non vuole agevolazioni di sorta e, se proprio deve, chiede semmai una piccolissima deroga solo sul tempo. <<So di avere tanti riflettori puntati addosso e - dice in tono tranquillo Justin -, so che intorno al mio nome si nutrono grandi aspettative. Attese, chiamatele anche ambizioni che, peraltro, sono le stesse che nutro io. Ma almeno concedetemi il tempo necessario per capire dove sono capitato e come funziona, come si muove, la realtà che da qualche settimana mi ospita>>. Trova la realtà italiana così diversa rispetto a quella che ha lasciato? <<E' persino difficile descrivere quanto - replica prontamente Justin -. Cestisticamente stiamo parlando di due situazioni che, a parte l'essenza del gioco, hanno rari punti di contatto. In Italia si gioca una pallacanestro più fisica, veloce e dura, di notevole spessore tecnico, con alcune regole differenti e l'esperienza dei giocatori che gioca un ruolo determinante. Al College siamo forse in grado pareggiare il livello d'intensità e, per certi versi, anche la preparazione tattica delle partite è molto simile. Ma le analogie finiscono qui e i miei sforzi sono tesi in un'unica direzione: imparare, in fretta, a conoscere tutto il sistema. Sento di aver già appreso molto, ma so che la strada da percorrere è ancora piuttosto lunga>>. Tuttavia, i suoi alti e bassi stanno preoccupando tifosi e addetti ai lavori... <<Sbalzi di rendimento che, dal mio punto di vista, rientrano nella normalità del momento. Mi rendo conto - dice il giocatore statunitense - di aver fatto bene in alcune uscite, mentre in altre sono stato ampiamente sotto uno standard accettabile. Tuttavia ai tifosi, che mi hanno accolto benissimo e sono stati sempre molto gentili nei miei confronti, voglio dire di non preoccuparsi. Insomma: è solo il precampionato, ho davanti ancora una ventina di giorni di lavoro che mi aiuteranno a prepararmi. E quando sarà il momento giusto vedranno il Justin Hurtt che si aspettano>>. Questa è tutt'altro che una dichiarazione da giocatore timido: qual è il tratto dominante del suo carattere? <<Sono orgoglioso e competitivo ma, di sicuro, non sono uno sbruffone. Tutti i traguardi che ho raggiunto - rivela Hurtt - sono stati frutto di fatica, lavoro, mentalità e serietà. Niente altro che gli insegnamenti ricevuti dai miei genitori>>. "Lezioni" che Martha, sua madre, le starà ripetendo anche in questi giorni. <<''Mom'' è arrivata da poco a Varese per starmi vicina, vedere come mi sono sistemato e sostenermi in quella che è una fase nuova della mia vita. Ma così come sono grato a lei, sono riconoscente a Max Ferraiuolo che mi sta dando una grossa mano, allo staff tecnico e a tutti i miei compagni che in forme diverse mi fanno sentire a mio agio; in particolare a Diawara che, dall'alto della sua esperienza, è sempre prodigo di consigli e suggerimenti>>. Quindi? <<Quindi, non c'è niente che non va. Anzi, a Varese tutto gira per il meglio, la squadra sta crescendo in modo evidente e io mi sento parte di un gruppo che farà bene. Dateci, e datemi, solamente un pizzico di tempo in più>>. Massimo Turconi
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