Jump to content

VareseFansBasketNews

  • simon89
    La Openjobmetis resta aggrappata al quinto posto in classifica grazie a una vittoria tanto sudata quanto pesante contro una coraggiosa Tezenis Verona. 98-94 il punteggio finale per i biancorossi di Brase, costretti a un lungo inseguimento coronato solo in avvio di ultimo periodo. Da lì in avanti è stata una sinfonia varesina, perché Ross e compagni una volta preso il comando non lo hanno più mollato facendo valere le proprie qualità.
    Per la OJM si tratta della tredicesima vittoria in questo campionato, un successo che tiene la squadra in pienissima zona playoff: i punti di distacco rispetto alla “linea” restano quattro (perché Venezia continua a risalire) ma alle spalle dei biancorossi c’è anche chi perde colpi. Settimana prossima a Treviso ci sarà un vero e proprio esame di maturità per provare a dare un’ulteriore botta alla classifica.
    Ma se ne parlerà tra sette giorni: oggi è giusto celebrare una vittoria “sporca”, arrivata dopo un avvio da incubo forse figlio della partitaccia di Sassari che ha lasciato qualche scoria nelle gambe e nella testa. Merito anche di Verona, arrivata a Masnago senza timori e pronta ad allungare la difesa fin da subito per ridurre lo spazio di pensiero e di azione di Ross. Brava, anche, la Tezenis a colpire con quelle armi che Varese non utilizza – il post basso di Smith e i tiri dalla media – e così ai padroni di casa è servito un Woldetensae in formato deluxe per restare in partita nel secondo periodo (14 punti nel quarto, 11 consecutivi).
    Dopo la pausa, come a Napoli e con Pesaro, Varese ha trovato maggiore convinzione in attacco perché i pretoriani di Brase – Ross e Johnson, meno Brown – hanno iniziato a fare canestro limando lo svantaggio e mettendo sale sulla coda della Scaligera che piano piano ha fatto calare il suo impatto sul match. Finendo poi nell’ultimo periodo per subire il sorpasso e per farsi respingere da un Owens scatenato: quattro le stoppate di Tariq nei 10′ finali, determinanti nel creare il break poi mantenuto sino al termine.
    Brase, per l’occasione, ha asciugato al massimo le rotazioni (solo otto in campo) spremendo i titolari che, nonostante l’avvio difficile, hanno chiuso tutti in doppia cifra. Una festa cui si è aggiunto un buon Caruso per un totale di sei uomini sopra i 10 punti e per un “centello” stavolta solo sfiorato. Ma significativo dopo la magra di Sassari: insomma, Varese c’è ancora, corre e segna come prima della trasferta sarda, è pronta a cogliere ogni occasione per centrare l’obiettivo-playoff.
    LA PARTITA
    Q1 – Nel primo quarto si rivede la cattiva versione della Openjobmetis vista a Sassari. Varese segna 2 punti nei primi 5′, si risveglia con una tripla di Brown ma poi torna a dormire senza trovare contromosse a Smith. Il pivot ospite attacca dal post basso, la OJM non raddoppia e lui va a nozze con 9 punti in fila. Il 15-27 del primo periodo è giusto e significativo.
    Q2 – Se però non si compie lo psicodramma è merito di Caruso e soprattutto di Woldetensae: il pivot è utile al posto di Owens, l’ala è devastante e mette in campo minuti di onnipotenza. 11 punti di fila con tre bombe e una schiacciata, 14 nell’intero periodo e un inseguimento che inizia a farsi concreto. Tomas non basta a sorpassare perché Bortolani, ma anche Davis, tengono avanti la Tezenis sino alla pausa: 43-49.
    Q3 – I tifosi hanno comunque ripreso colore e iniziano a credere in una fotocopia della partita di Napoli. Per un po’ questa rimane un’illusione perché Varese si avvicina più volte ai battistrada ma poi spreca i palloni del riaggancio pagando a caro prezzo ogni tentativo sfumato. Le note positive vengono da Ross e Johnson che riemergono in fase d’attacco ma anche da Owens più concreto, anche nel mascherare i problemi di falli di Caruso. Anderson però sale di tono e al 30′ è 73-76.
    IL FINALE
    A questo punto però il sorpasso diventa una condizione necessaria e giunge, finalmente, quando Brown apre il fuoco dall’angolo (81-80). Markel ci prende gusto e raddoppia per il +5 e allora Verona prova a usare la sua arma fino a lì migliore, palla a Smith. Però Ramagli non ha fatto i conti con Tariq Owens, spiritato: tre stoppate del pivot nell’arco di pochi attacchi veronesi aiutano la OJM a scavare un break che la Tezenis non richiuderà più. Ross tentenna dalla lunetta ma allo stesso tempo ritrova le antiche serpentine vincenti, Johnson aggiunge una tripla fuori dagli schemi e Varese tocca anche il +10 prima di pasticciare nei possessi finali. Ma il margine è sufficiente per non tremare e la tripla di Cappelletti serve a certificare il 98-94 finale.
    Damiano Franzetti

  • banksanity6
    Partita quella contro Verona che nasconde diverse insidie e che la classifica non racconta come poi in realtà si è svolta. Squadra fisica, rognosa, e che trova ottimi spunti soprattutto nel territorio di caccia che Varese, per filosofia, ritiene meno redditizio e cioè nel post basso e dal mid range. I biancorossi faticano a limitare gli avversari che puniscono Ross e compagni con ottime percentuali in particolare col tiro da 2 punti. Solo nel quarto decisivo il volume difensivo dei prealpini si alza in modo evidente e Varese dà lo strappo decisivo per conquistare 2 punti fondamentali per perseguire quello che ora è un obbiettivo da ottenere per non lasciare l’amaro in bocca a tutto l’ambiente. Ma veniamo alle valutazioni dei singoli:
    Ross 7 : quello che si presenta nei primi 2 quarti sembra il ragazzo spaesato che non è riuscito a guidare i suoi una settimana fa a Sassari. Poi nella ripresa torna razzente e riesce a trovare fiducia, caricando di falli gli esterni scaligeri e trovando la via del canestro ma solo in penetrazione. Ad un passo dalla doppia doppia con 18 punti e 9 assist. GOLDEN BOY
    Woldetensae 7,5 : nel primo tempo autore di una fiammata che consente a Varese di rimanere in scia a Verona. 17 punti con percentuali ottime. Nel secondo tempo lascia il palcoscenico agli americani che nella prima frazione sono stati assenti ingiustificati. Surreale l’intervista a fine partita dove gli pseudo giornalisti di Eleven lo pensano americano e lo intervistano con un maccheronico inglese. NOIO VULEVAN SAVUAR
    De Nicolao 6 : sicuramente utile per alzare l’intensità difensiva e per la propensione a rimbalzo ma rimangono le criticità balistiche che lo rendono deleterio al tiro. SENTENZA
    Reyes 5,5 : stranamente evanescente, non riesce ad incidere per tutta la durata dell’incontro se non per un rimbalzo offensivo trasformato in tap-in comunque dal peso specifico importante. COMPARSA
    Librizzi N.E.
    Virginio N.E.
    Ferrero N.E.
    Brown 8 : anche Markel, come Colby e JJ, ha un approccio molto difficoltoso nella prima parte della partita. Forse ha influito un po’ di nervosismo dopo il flop in terra sarda. Inizio decisamente in salita e dopo diversi errori in penetrazioni certo non consueti, nell’ultimo e decisivo periodo, torna il giocatore determinante e vincente che insieme a Owens, ha letteralmente cambiato l’inerzia di un incontro che sembrava indirizzato direzione Verona. VINCENTE
    Caruso 7 : inizialmente sembra più in serata di Owens, sia come concretezza offensiva, sia come tenuta difensiva su uno Smith che, per 3 quarti, ha dominato in lungo e in largo. Certamente limitato e penalizzato in maniera imbarazzante da almeno 2 fischi incomprensibili per 2 contatti veniali. Sarà un caso che tutte e 5 le penalità gli siano state fischiate da Bartoli?! STOLKERIZZATO
    Owens 8 : si parte e non con il piede giusto. Sembra davvero soffrire la fisicità e il post basso di un tonicissimo Smith e viene panchinato. Torna in campo più per i problemi di falli di Caruso che per una scelta tecnica voluta da coach Brase ma inesorabilmente, trovando buoni guizzi in attacco, prende fiducia e le misure del centro bonsai di Verona, che negli ultimi e decisivi minuti di gioco, viene disinnescato da un Tariq ancora una volta determinante. ARTIFICERE
    Johnson 6,5 : anche questa volta Jaron fatica a trovare il ritmo e lo spunto vincente, in particolare viene respinto con perdite quando cerca di attaccare il ferro. Fortunatamente anche lui si accende nella ripresa e col tiro pesante riesce a esaltare lui, i compagni e pure il pubblico e lo fa quando conta di più. DETERMINATO

  • simon89
    Nei giorni scorsi, mentre tutta l’Italia (e non solo) del basket si stropicciava gli occhi davanti ai filmati della brillantissima Openjobmetis capace di infilare 110 punti alla difesa di Pesaro, c’era una persona che guardava i medesimi video ma con penna e blocco in mano per evitare di fare la stessa fine: Piero Bucchi. Il coach della Dinamo Sassari ha lavorato più che bene e ha letteralmente suonato Varese, insieme ai suoi giocatori, regalando una serata magica ai tifosi sardi e una da incubo a quelli biancorossi.
    Al PalaSerradimigni il punteggio si innalza di nuovo sopra quota 100, ma questa volta a farne le spese sono proprio Brown e compagni, autori di una prestazione a tratti incommentabile e letteralmente travolti (102-73) da un Banco di Sardegna indemoniato, determinato, tremendo. E capace di vincere la ottava partita sulle ultime nove, un ruolino di marcia che permette alla squadra di Bucchi di sorpassare proprio la Openjobmetis (inutile sottolineare che anche la differenza canestri sia andata a farsi benedire) e di issarsi al quarto posto solitario.
    Il macigno che piove sulla testa di una OJM in versione Wile E. Coyote arriva nel terzo periodo, uno dei peggiori dell’intera storia della Pallacanestro Varese. In quei 10′ il parziale è di 32-4 per il Banco con i biancorossi che subiscono pure l’umiliazione di vedersi “regalare” dagli arbitri due punti per una interferenza difensiva: in pratica, in un intero quarto di gioco, l’unico canestro vero arriva nel finale grazie a una entrata di Librizzi (per inciso, il migliore in campo). Per il resto è un monologo biancoazzurro in mezzo a errori, sbavature, pigrizie, buchi difensivi, falli e figuracce d’ogni tipo della banda-Brase.
    Una esibizione inguardabile, condita dall’abbandono del campo per cinque falli di Brown poco dopo la metà partita, a togliere a Varese anche uno dei propri grandi punti di riferimento. L’altro, Ross, ci ha pensato da solo a deragliare, intortato dalle mosse di Bucchi che lo ha braccato fin dal fondo del campo confondendogli le idee e rovinandogli i piani. Varese per un po’ ha retto, nel primo tempo, appoggiandosi ai lunghi anche con buone giocate, ma quando Sassari ha alzato i toni la resistenza biancorossa si è rivelata un bluff.
    La questione è ancora più pesante se consideriamo che in quei 10′ da tregenda, la OJM era in campo con il quintetto base: basta guardare il plus-minus dei “primi cinque” di Brase che va dal -21 di Johnson al -37 di Ross. Come se avessero giocato squadre di due categorie differenti. Insomma, una Caporetto totale per una Varese arrivata in Sardegna sulla spinta dei complimenti raccolti a piene mani nei giorni scorsi e, anche, ingolosita dal fatto che a Bucchi mancassero due uomini da quintetto base. Invece Sassari si è dimostrata preparata a livello tattico, potente a livello fisico e abbondante a livello di panchina. Che serva da lezione come il famoso -47 patito dai Roosters (poi scudettati) a Treviso prima dei playoff del ’99.
    PALLA A DUE
    Nessun problema di formazione per Matt Brase che schiera i soliti cinque del quintetto base. Bucchi invece non ha Jones – previsto – ma neppure Gerald Robinson: in quintetto ci va quindi Raspino (come contro Scafati) a completare gli esterni. Bendzius e Stephens sfidano Johnson e Owens sotto i tabelloni.
    LA PARTITA
    Q1 – L’avvio di Varese è poco incoraggiante: Sassari tiene il 100% per alcuni minuti e comanda 12-5 con il solo Owens produttivo in attacco. Bucchi mette pressione fin da fondo campo ai portatori di palla biancorossi ma quando finalmente la OJM trova due triple (Johnson e Reyes) agguanta la parità, 21-21. Nel finale però la Dinamo riallunga con Gentile sfruttando gli errori di Varese che spreca dall’arco i palloni del sorpasso: al 10′ è 27-21.
    Q2 – L’andamento del match resta costante anche nel secondo periodo: Sassari sempre avanti e Varese a fare l’elastico, talvolta vicina e talvolta lontana. Sotto i riflettori i pivot di riserva, Diop da una parte e Caruso dall’altra diventano i principali terminali delle due squadre anche se poi è Dowe dall’arco a creare il break che porta i padroni di casa al riposo lungo avanti di 9 lunghezze, 51-42.
    Q3 – Nessuno però può immaginarsi quel che accade dopo l’intervallo anche se la prima azione è già significativa (passaggio loffio di Ross intercettato, canestro e fallo per Kruslin…). Da lì in avanti Sassari piazzerà un parziale di 32-4 segnando in ogni modo senza trovare la minima resistenza. Per contro la OJM sbaglierà ogni scelta, tirando pigramente da 3, facendosi braccare e rubare palla, concedendo rimbalzi offensivi a camionate. Per mettere due punti a tabellone Varese deve ringraziare una interferenza di un lungo sassarese su un errore di Ross, poi segnerà Librizzi al tramonto di un periodo terrificante (83-46).
    IL FINALE
    Brase, che nel frattempo ha perso Brown per falli, può solo allargare le braccia e dare spazio alle seconde linee. Ne approfitta Librizzi che, almeno, ha la fame di arrivare in doppia cifra (ci riuscirà) per aiutare la squadra a non fare ancora peggio. Sarà proprio lui a portare Varese al di sotto dei 30 punti di scarto sulla sirena (102-73) in accoppiata con Reyes, che segna quando non conta nulla. Dietro la squadra resta a tratti imbarazzante, subendo giochi a due a ripetizione sino dentro l’area. L’ingresso e i canestri del baby Pisano chiudono la rumba, Varese non pervenuta.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    La vittoria su Pesaro, la 12a su 21 partite conquistata dalla Openjobmetis in questo campionato, ha permesso ai biancorossi di infrangere anche il proprio record di punti messi a segno in una sola partita. Ben 110. Ma valicare “quota 100” è una piacevole consuetudine per la squadra di Matt Brase: sono ben sette in tutto le partite in cui Varese è andata in tripla cifra ed è inutile dire che nessuna formazione di Serie A è riuscita a fare altrettanto.
    Il basket spumeggiante di Ross e compagni, come noto, deriva da una precisa scelta della società: Luis Scola ha deciso di ispirarsi ai dettami di Daryl Morey, l’ex general manager degli Houston Rockets (la franchigia NBA in cui il leggendario argentino ha trascorso 5 stagioni da protagonista. La stessa nella quale è “cresciuto” anche l’allenatore Matt Brase, già assistente di Mike D’Antoni tra i biancorossi texani. Regole – nate da una minuziosa attenzione ai dati, i cosiddetti analytics – che non sono una novità assoluta ma che stanno facendo scalpore, visti i risultati che portano a Varese, anche nel campionato e più in generale nel basket italiano.
    Il gioco della Openjobmetis è finito, in questo periodo, sotto le lenti di ingrandimento di siti e giornali specializzati che ne stanno analizzando nei dettagli sia le cifre sia le modalità. Insomma, i biancorossi stanno ampiamente facendo parlare di sé (oggi – martedì 14 – anche Dan Peterson li analizza sulla Gazzetta), l’ennesimo effetto collaterale di una rivoluzione voluta da Scola e portata avanti in campo e fuori dai suoi pretoriani, Mike Arcieri e Matt Brase su tutti.
    POSSESSI E TRIPLE “DA NBA”
    Nelle scorse ore una pagina Facebook italiana molto seguita, Overtime-Storie a Spicchi, ha riassunto molto bene le qualità offensive della Pallacanestro Varese in un lungo post (replicato anche sugli altri social). Oltre a citare il dato delle sette partite “over 100”, Overtime segnala che Varese è prima in Serie A per possessi a partita (ovvero quanti palloni ha tra le mani la squadra nell’arco del match), 80,4, ma anche per le triple tentate (32,6) e per avere anche ottimi riscontri nel tiro pesante: in 16 partite su 21 sono andate a segno oltre 10 “bombe”.
    Overtime si è divertita a parametrare il dato dei possessi – quello che in America è indicato dal termine pace – e quello delle triple sui 48′ delle partite NBA. Ne esce (ovviamente è un’operazione da prendere con cautela perché ci sono tante variabili: dai rimbalzi alle palle rubate…) un quadro curioso: Varese sarebbe la 24a franchigia per possessi giocati e addirittura la quinta per triple tentate. Quest’ultima classifica, per intenderci, è guidata dagli Warriors di Curry e Thompson. E se, come contro Pesaro, la OJM tira con il 50% dall’arco, per gli avversari diventa durissima (quella media è di 36,4%: buona ma la settima del campionato).
    LE REGOLE D’ATTACCO
    Uno studio ancora più approfondito sul gioco di Varese risale invece a fine gennaio ed è stato realizzato con dovizia di particolari (e in inglese) da Francesco Nanni per il blog “Garbage Time”. In questo lavoro un dato molto curioso – già noto agli addetti ai lavori – è che Varese non tira praticamente mai dalla media distanza. La mappa dei tiri infatti è fittissima vicino al canestro e sull’arco dei 6,75 ma praticamente deserta in quello che gli americani chiamano mid-range. Una scelta precisa: le triple e le entrate verso il ferro garantiscono possibilità molto maggiori di segnare e quindi sono le (quasi) sole strade percorse. Al contrario, capita che la difesa (…) di Varese conceda questo genere di tiro agli avversari, contando su percentuali minori rispetto ad altre soluzioni.
    Nel suo studio, corredato da numerosi clip video, Nanni parla con dovizia di particolari del pace e della mappa di tiro aggiungendo però numerose informazioni su come la squadra di Brase va in attacco. Quattro le “famiglie” di azioni prese in considerazione per avviare il gioco, tutte utili a concludere l’azione nel giro di una manciata di secondi (ricordate? per aumentare il numero di possessi!). La prima è il drag, l’arrivo del pivot nei pressi del play senza però portare un blocco, seguita dal delay, il “ritardo”, in cui il pivot viene usato per un primo passaggio con palla che poi torna tra le mani di un esterno (intanto però la difesa si è già mossa). E ancora lo stagger away, ovvero il blocco lontano dalla palla per iniziare l’azione, o la pistol offense che porta il play ad aprire il gioco in un quarto di campo con la collaborazione di uno o due compagni. Tutte soluzioni che prevedono diverse conclusioni a seconda degli adattamenti difensivi.
    I NUMERI DEI SINGOLI
    Un dato che abbiamo indicato negli articoli successivi al match con Pesaro è quello della valutazione, ovvero della somma delle voci statistiche positive e negative di ogni giocatore. Varese ha la valutazione media di squadra più alta della Serie A (chiaramente i punti aiutano a far crescere il dato) con 99,8. Contro i marchigiani però sono ben tre i giocatori biancorossi a essere andati oltre quota 30: si tratta di Brown (38), Owens (32) e Ross (30) per un totale di 132 (secondo risultato stagionale dopo il 139 dell’andata contro Napoli). Due di questi giocatori hanno fatto segnare anche il proprio massimo stagionale in una voce statistica: il playmaker ha distribuito 13 assist arrivando a un soffio da Gianmarco Pozzecco che detiene il record varesino di tutti i tempi in singola partita (14). Ross è alla quinta “doppia doppia” stagionale (almeno 10 in due voci statistiche, punti e assist nel suo caso). Il pivot invece, con i 24 punti segnati, ha ampiamente ritoccato il suo primato in Italia visto che finora si era fermato a 15.
    In questo momento la Openjobmetis presenta tre uomini tra i primi 12 nella classifica marcatori: Ross è terzo con 17,1 di media dopo Bartley (Trieste) e Petrucelli (Brescia), Brown è ottavo (16,2) e Jaron Johnson dodicesimo (15,4). Ross è anche in testa per valutazione (21,3; Brown sesto con 17,0), per falli subiti ed è terzo negli assist. Owens infine è il quarto miglior stoppatore della LBA ma qui si entra in un’area, quella della difesa, di cui si parla molto meno citando la OJM.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    La Openjobmetis si prende tutto il montepremi in palio nella serata della sfida interna contro Pesaro. In un palazzetto tutto esaurito la squadra di Brase non solo vince, ma fa pure il proprio record di punti stagionale (110-99), tira con il 50% dall’arco dei tre punti (16/32) e ribalta pure la differenza canestri contro la Carpegna che all’andata aveva vinto di 8. Conterà o meno? Non lo sappiamo, ma nella rincorsa ai playoff Varese cala anche questo jolly e sorpassa i marchigiani che due domeniche fa erano davanti in classifica.
    Un successo strepitoso quello colto dai ragazzi di Brase, che fino a oggi avevano pagato dazio contro le squadre della prima fascia della classifica. Un passo avanti che si sperava arrivasse e che infine è giunto nonostante le “volponate” del vecchio Repesa che le ha provate tutte per arginare l’impatto biancorosso. Stavolta però la mole di giocate timbrate dalla OJM è stata troppo anche per lui (e per un arbitraggio rivedibile).
    Anche perché Varese ha messo in campo la versione migliore di Markel Brown e Tariq Owens. La guardia, che arrivava da un paio di partite meno brillanti, è stato letteralmente dominante: i 27 punti sono la parte più evidente di una gara a 360 gradi nel quale ha mostrato tutto il suo bagaglio costruito tra NCAA, NBA ed Eurolega. Ma la OJM è stata brava a distribuire le munizioni a chi, di volta in volta, si sentiva più in palla: Ross ha iniziato alla grande per poi dedicarsi all’assist compulsivo (ben 13), Johnson è risuscitato dopo l’intervallo aggiungendo frecce all’arco di Brase, Reyes è stato di una concretezza pazzesca. E poi, dicevamo, c’è stato un Owens lontanissimo parente da quello scialbo visto sino a dicembre. Schiacciate, stoppate, giocate sopra al ferro e – ciliegina su una torta dolcissima – la tripla finale che ha spinto Varese a sorpassare nel doppio confronto.
    La difesa, dirà qualcuno, è stata il solito optional ma vai a dire qualcosa a una squadra che nel giro di sei giorni ripete alla perfezione il proprio copione preferito. Correre e segnare nella prima fase, e pazienza se gli altri rispondono perché tanto Varese sa continuare allo stesso modo mentre i rivali pagano caro qualche passaggio a vuoto. Pesaro (che al completo sarà davvero notevole) ha dovuto fare i conti con le assenze e ha saputo risalire dal -16 del quarto d’ora, ma quando Abdur ha rallentato la produzione la OJM è scappata di nuovo sfondando quota 100 proprio come a Napoli. Ora la squadra di Brase ha una settimana giusta giusta per preparare un’altra sfida-verità, la trasferta di Sassari in un altro sabato sera da febbre biancorossa.
    PALLA A DUE
    Quintetto tradizionale per Matt Brase che ha tutta la squadra a disposizione dopo una settimana tranquilla. Mescola invece le carte Repesa: in attesa di Daye e senza Charalampopoulos il coach ospite parte con Gudmundsson in regia (e non Moretti) affiancato da Visconti. Sotto le plance tocca a Owens e Kravic. Ottavo “tutto esaurito” consecutivo a Masnago dove c’è anche un buon numero di tifosi marchigiani con cui la sfida sugli spalti è rovente.
    LA PARTITA
    Q1 – Il quarto d’apertura è nel segno di Markel Brown che, scottato per due canestri iniziali di Abdur, inizia a martellare il canestro pesarese in accoppiata con Ross. Alla prima sirena il 22 biancorosso è già a quota 14. Varese segna a ripetizione, pur concedendo qualcosa agli ospiti (bene Visconti) e riesce a spingersi sino al +13 con Owens – bravo – a chiudere il quarto con il tap in del 34-23.
    Q2 – Il meglio, però, viene nella prima metà del secondo parziale: la OJM prosegue nel festival delle triple e a un certo punto è 10/13 dall’arco. Repesa prosegue nell’opera di pressione sui fischietti ma striglia anche i suoi e quando la cuccagna da 3 punti termina la Carpegna inizia a risalire. Sopraffino Abdur Rahkman, nella circostanza, mentre dall’altra parte Jaron Johnson è un buco nero: così gli ospiti rosicchiano fino a impattare. La reazione biancorossa è tosta con Owens e Brown per nuovo +6 ma nel finale la Carpegna è ancora lì con tap in finale di Abdur (62-59).
    Q3 – Si riparte e finalmente Varese inizia a trovare qualcosa dalle parti di Johnson; la OJM deve incassare il pareggio ma evita il sorpasso e torna a risalire con Nino che è il top scorer del periodo. Tocca però a Owens il nuovo break mentre gli ospiti tengono botta con uno dei giocatori meno attesi, Toté, che valica la doppia cifra. Poi ci pensa Reyes a riallungare per l’88-80 della mezz’ora.
    IL FINALE
    Consolidato il distacco, la partita non ha altri scossoni veri. Certo, Pesaro ci prova ma le percentuali non sono così importanti e allora è ancora la Openjobmetis a regalare gioia al pubblico: tripla di Wolde, Owens viaggia ad alta quota, Brown è inarrestabile, Reyes segna la terza tripla su tre dall’angolo anche se poi esce zoppicante dopo una botta. Un paio di palle perse dai biancorossi sono convertite in punti da Kravic che riporta i suoi sotto la doppia cifra di distacco. Moretti dall’arco trova anche il -7 ma dalla parte opposta gli risponde Owens addirittura dai 6,75: Repesa disegna un tirwo per riportarsi a -8 ma i suoi lo sbagliano e allora Brown la chiude dalla lunetta, 110-99.
    Damiano Franzetti

  • banksanity6
    Varese all’ottavo sold out consecutivo, regala ai suoi tifosi una delle più belle prestazioni dell’anno, riuscendo a vendicarsi di una Pesaro mai doma e ribaltando la differenza canestri dell’andata, dato molto importante per la corsa ai playoff. Alla fine si registra un punteggio altissimo, 110 a 99, come è nel DNA delle 2 compagini ma il match è sempre stato in mano ai padroni di casa che soprattutto nel terzo quarto, sono riusciti a dare lo strappo decisivo per portare a casa la vittoria senza grossi patemi d’animo. Ma veniamo alle valutazioni dei singoli:
    Ross 8,5 : impossibile non ammettere che gran parte delle fortune di questa Varese siano merito del folletto del Colorado. Nei primi 2 quarti si mette spesso in proprio e fa disastri nella difesa pesarese. Nella ripresa accende gran parte dei suoi compagni chiudendo con 17 punti e 13 assist facendo impazzire, a differenza di Torino, tutti i difensori che Repesa gli mette alle calcagna. MOTO PERPETUO
    Woldetensae 6,5 : Tomas questa sera è sembrato più in controllo del solito, prova ne è il fatto che non forza mai una conclusione e l’unica tripla messa a segno è presa in ritmo e con spazio. Buona attitudine difensiva dove tiene alta sempre la concentrazione e gli esterni pesaresi se ne accorgono. LUCIDO
    De Nicolao 6 : questa sera Giovanni si limita a fare il compitino, facendo rifiatare Ross per qualche minuto e senza particolari acuti ma gestendo con lucidità i momenti in regia. SCOLARETTO
    Reyes 7,5 : Justin è un fattore e anche determinate per l’andamento della sua squadra. Quando sta bene, Varese riesce ad avere grazie a lui quella reattività e esplosività che spesso la portano a giocare bene e soprattutto a vincere. Grande brivido quando nella ripresa, cadendo male, è uscito zoppicando tenendosi ancora il ginocchio. Speriamo sia solo la botta. CARTINA AL TORNASOLE
    Librizzi 6 : cavalcato principalmente ad inizio secondo quarto ha un discreto impatto sull’incontro segnando anche una tripla in pieno stile Varese. Come sempre penalizzato dalla terna arbitrale con fischi a suo sfavore quanto meno rivedibili. BATTEZZATO
    Virginio N.E.
    Ferrero S.V.
    Brown 8,5 : il vero leader di questa squadra, dopo un paio di giornate in cui probabilmente ha dovuto ricaricare le pile, torna a giocare ai livelli che gli competono. Nel primo tempo è qualcosa che si avvicina alla perfezione in particolare dal punto di vista realizzativo; nel secondo tempo si dedica maggiormente ad altri fondamentali quali difesa e assist sempre con risultati esaltanti. INARRESTABILE
    Caruso 5,5 : dopo i fasti della Nazionale e la brillantissima partita di Napoli, questa sera Willy non trova mai modo di incidere in modo significativo sull’incontro. SCARICO
    Owens 8,5 : questa sera Tariq sfodera una prestazione incredibile. Oltre ai soliti voli ad altezza siderale, mostra qualche movimento niente male spalle a canestro e una mano morbidissima, non sbagliando praticamente mai al tiro compresa la bomba a pochi secondi dalla fine che ribalta la differenza canestri dell’andata. Ma anche in difesa è sempre più un fattore, intimidisce, stoppa e prende rimbalzi. Che si vuole di più? DIABOLIK
    Johnson 7 : partita dai 2 volti; primo tempo dove non trova mai la via del canestro perdendo inevitabilmente fiducia. Ripresa invece dove realizza ben 15 punti e diventa il solito fattore sia in attacco che in difesa. 2 FACE
     

  • simon89
    Venti minuti per illudere i tifosi avversari, venti per tornare a esaltare quelli di Varese: la Openjobmetis interrompe la serie di sconfitte e lo fa a modo suo, ovvero spingendo sull’acceleratore sino a toccare 101 punti ed espugnando per il secondo anno consecutivo il PalaBarbuto di Napoli. 93-101 il punteggio, con la squadra di Brase che ha cambiato decisamente marcia dopo l’intervallo: fino a quel punto la partita era stato uno “spara-spara” da ambo le parti con difese ferme allo sguardo con gli uomini di Pancotto ormai certi di poter reggere i ritmi bianocorossi.
    Poi però la solfa è cambiata: Varese ha iniziato a lavorare in difesa (ok, non aspettatevi il Limoges di Maljkovic…), la Gevi ha iniziato a perdere colpi consentendo nel frattempo a Owens e compagni di mettere le mani sulla lotta a rimbalzo. Blindati i tabelloni, anche a suon di stoppate (ben 8!), la OJM ha potuto anche tornare a correre per il campo e per i padroni di casa sono stati dolori perché la produzione dell’attacco di Brase è stata continua e inarrestabile almeno fino a quando il margine ha consentito – udite udite! – qualche minuto finale di gestione da parte di Ross.
    Il play è un po’ il simbolo di questo successo: indolente in difesa nella prima parte, quando ha concesso di tutto a Michineau, è diventato imprendibile per Napoli nei momenti cruciali chiudendo con 23 punti e 28 di valutazione, consueto leader nei successi varesini. Da parte nostra però l’MVP va probabilmente, per un’incollatura, a Guglielmo Caruso, presente ogni volta che la OJM ha fatto la voce grossa e autore di 18 punti e ben 5 stoppate davanti a parenti e amici di casa sotto al Vesuvio. E accanto a lui (e a Colbey) mettiamo volentieri anche Jaron Johnson che ha realizzato 19 punti e tenuto in piedi la baracca nei momenti in cui Napoli non sbagliava un colpo. Meno bene invece Brown, mentre Reyes è tornato il solito jolly pimpante, con il ginocchio che ha fatto giudizio.
    Un successo, quello varesino, che rilancia le quotazioni di Ferrero e soci nelle parti alte della Serie A e conferma come Varese sappia cavarsela contro le squadre della seconda metà di classifica. In attesa di passare qualche esame anche con le prime della classe: sabato prossimo c’è l’occasione di vendicarsi di Pesaro a Masnago (Carpegna travolta oggi in casa da Brindisi!) con l’avvertenza di non lasciare così tanto spazio agli avversari come accaduto al PalaBarbuto. Intanto, comunque, nelle tasche di Brase arrivano due punti pesanti e le scuse di chi – noi in prima fila – dopo 20′ di difesa allegra stavano già affilando i commenti critici. La Varese di coach Matt ci ha smentito e ne siamo più che felici.
    PALLA A DUE
    Nulla di nuovo sul fronte biancorosso: coach Brase ha di nuovo la squadra al completo e schiera il consueto quintetto base con Wolde in quota italiana. L’ex di turno Caruso inizia in panchina perché il primo duello sottocanestro è tra Owens e l’ex trentino Williams. L’esperto coach napoletano Pancotto affida la regia a Michineau e manda subito in campo l’ultimo arrivato Wimbush in un quintetto completamente americano.
    LA PARTITA
    Q1 – Il nuovo acquisto Wimbush è subito consistente: lui e Michineau aprono il match con un vantaggio napoletano di 8-1. Le triple di Ross e Woldetensae scuotono la OJM che sorpassa con Johnson e tocca il +3 con Ross ma la Gevi replica subito. Si prosegue spalla a spalla e il 29-28 è la fotografia giusta per il primo quarto, nonostante Varese fallisca gli ultimi due tentativi nei secondi finali.
    Q2 – Il periodo peggiore per i biancorossi è il numero 2: la difesa continua a essere un’opzione non disponibile e Napoli ringrazia trovando punti dai suoi americani ma pure da un Uglietti pimpante. Le percentuali d’attacco biancoazzurre “inchiodano” Varese che finisce anche a -11 nonostante un Caruso ben presente nell’area colorata. La OJM rischia il patatrac nel finale del periodo dopo aver subito 60 punti in 18 (!): una dabbenaggine di Johnson dopo rimbalzo si trasforma in antisportivo a 3” dalla sirena ma Michineau fallisce i liberi e Young la tripla. Si rischiava il tracollo, si chiude sotto 62-56.
    Q3 – L’intervallo funziona e Varese esce piuttosto bene dagli spogliatoi eccezion fatta per la prima azione (tripla di Howard e fallo di Brown con Napoli a +10). Nel giro di pochi minuti Ross, nuovamente ruggente, trascina la OJM a contatto ma Varese ha il torto di sbagliare ben quattro tiri per il sorpasso (ricordate Torino?). La Gevi si appoggia su Williams ma il pivot, a lungo implacabile, inizia a perdere colpi: il sorpasso arriva così da una tripla di Reyes seguita da quella di Caruso e alla terza pausa Varese ha il naso avanti 78-81.
    IL FINALE
    Questa volta la squadra di Brase ha la bravura di non mollare più il comando: Napoli colpisce ferri a ripetizione anche con i suoi uomini migliori, Owens, Caruso e Johnson lavorano bene a rimbalzo mentre Ross affetta a più riprese la difesa di Pancotto che usa tutti i timeout senza riuscire a cambiare l’inerzia. Negli ultimi 5′ Ross prova anche a rallentare l’azione, un paio di palle perse (Colbey e Brown) ridanno qualche speranza a Napoli ma è troppo poco perché quando serve Caruso c’è sempre e Johnson pure. Il pubblico si arrende con 180” ancora da giocare, Varese sorride e taglia il traguardo in fuga solitaria, 93-101.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    La super prestazione di Guglielmo Caruso in maglia azzurra ha acceso i riflettori del mercato sul 24enne lungo dell’Openjobmetis. Ma il pivot napoletano è davvero un obiettivo di Milano o altri club di vertice? Per ora se ne parla, senza però alcun riscontro concreto: a volte le voci di mercato si autoalimentano, al punto che gli stessi compagni di “Willy” lo avrebbero scherzosamente accolto al ritorno a Masnago esibendo un simil-cartello stradale con la freccia “Forum di Assago”. Ma che cosa è vero e che cosa è leggenda?
    LE PAROLE DEL GIOCATORE E IL CONTRATTO
    Tutto quel che si dice sul futuro di Caruso passa sopra la testa del giocatore, che martedì scorso su queste colonne è stato chiarissimo: «Ho ancora un anno di contratto, penso solo a Varese e al raggiungimento dei playoff, a fine anno vedremo dove saremo entrambi». L’accordo in essere con l’OJM è stato stipulato a giugno 2021 e sarà in vigore fino a giugno 2024, con uscita a pagamento al 30 giugno di quest’anno in caso di chiamata da club che disputano le competizioni europee. Se dovesse conquistarle sul campo con il team di Brase, l’azzurro avrebbe un motivo in meno per guardare altrove e un motivo in più per proseguire il suo percorso di crescita in maglia biancorossa. Dove lo stesso Luis Scola gli insegna i segreti del mestiere del lungo con mani nobili, caratteristica che accomuna il “General” e “Willy”.
    L’ENDORSEMENT DI MESSINA, MILANO E...
    Ma perché si parla insistentemente di Milano? Tutto risale all’endorsement sul suo conto di Ettore Messina, che a settembre 2022 aveva citato “Willy” tra i giovani italiani emergenti. Ora, con la prova da star in azzurro a Caceres, in molti si sono accorti di lui, a partire dal “Grande Saggio” Sandro Gamba che nella sua rubrica su Repubblica l’ha indicato come possibile obiettivo di mercato per l’Olimpia. Plausibile? Certo, visto che di 2,08 italiani con la mobilità e le mani educate di Caruso esiste... solo Caruso. Anche se come pivot italiano l’Olimpia ha ancora sotto contratto Paul Biligha fino al 2024; semmai chi ha fame di lunghi italiani è la Virtus Bologna, sovrabbondante di piccoli nostrani ma in difficoltà nelle rotazioni da campionato, dovendo utilizzare sotto canestro 4 dei 6 posti riservati agli stranieri.
    LA SITUAZIONE NEL DETTAGLIO
    Oggi come oggi l’unica vera proposta abbozzata per il futuro di Caruso è quella di Varese, per estendere il rapporto in essere su basi diverse. Attualmente il salario, parametrato al fatto che nel 2021 “Willy” fosse un esordiente in A dopo tre anni di NCAA, è decisamente inferiore al suo valore di mercato. Varese ha già manifestato le sue intenzioni, ora dovrà formulare una proposta adeguata (magari facendo leva sulle risorse extra garantite dall’operazione Pelligra Group) prima che si concretizzino le sirene delle big. Cosa che per il momento non è ancora avvenuta. Per questo Varese ha margine per muoversi in anticipo. Ovvio, però, che se Milano o Virtus Bologna dovessero farsi vive offrendo l’Eurolega, supportata da argomenti economici sostanziosi, non sarà facile resistere. Anche se l’interesse di Caruso e del suo entourage sarebbe orientato verso un altro anno di crescita, sotto forma di minutaggio e responsabilità. Che il futuro dell’azzurro sia in un top club sembra scritto; che possa approdarvi fra quattro mesi dipenderà da diversi fattori. Ma stavolta, a differenza del caso Ruzzier dell’estate 2021, l’OJM - specie se otterrà il pass per l’Europa - sembra avere buoni argomenti da proporre al giocatore.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    L’Openjobmetis prova a giocare d’anticipo sulle strategie della stagione 2023/24. Mercato chiuso, anzi chiusissimo per l’oggi, sia in entrata che in uscita (reiterando i no per le squadre di A2 che volevano il prestito di Matteo Librizzi): si confida nel pieno recupero di Justin Reyes durante la pausa e sulla rifioritura atletica della squadra per il rush finale playoff dopo la sconfitta nei quarti di Coppa Italia.
    Ma lo staff biancorosso è attivo per il futuro, e non solo sui rinnovi: sul taccuino della Varese che verrà è finito Gianmarco Arletti, 21enne esterno bolognese attualmente militante nei Delaware Fightin’Blue Hens del campionato universitario nordamericano. Si tratta di un’ala di 198 centimetri per 93 chilogrammi con buone doti tecniche e atletiche, con un bagaglio completo e un buon tiro frontale, che potrebbe calarsi efficacemente nel sistema offensivo OJM votato allo small ball.
    Arletti, prodotto del vivaio della Salus Bologna - papà Umberto è storico dirigente nonché membro del Consiglio federale della Fip - è emigrato a 17 anni negli Stati Uniti, prima nelle scuole superiori e poi nel campionato Ncaa. Il cestista del 2001, visto anche in azzurro nell’estate 2021 ai Campionati europei Under 20 (in panchina c’era l’allora coach dell’Ojm Adriano Vertemati e in campo con Arletti, che chiuse a 10,0 punti e 2,8 rimbalzi, c’era il prospetto biancorosso Nicolò Virginio), ha compiuto un percorso giovanile molto simile a quello di Tomas Woldetensae, che di anni negli Usa ne ha trascorsi sei. Ed è evidente che la cultura americaneggiante della Varese dell’asse Scola, Arcieri e Brase è particolarmente consigliata per giocatori con percorsi di crescita oltreoceano: nel roster attuale dell’Ojm ci sono tre italiani - oltre a “Wolde” anche De Nicolao e Caruso - che hanno giocato nel campionato Ncaa. Cosa che Arletti, al terzo dei quattro anni del percorso di gioco e studi, sta ancora facendo (è sceso in campo nella notte italiana contro Wilmington). Per questo l’interesse dell’Openjobmetis è improntato sulla prossima stagione: Delaware ha ancora partite in programma, di stagione regolare e poi eventualmente di playoff della Colonial Athletic Association. Se Arletti deciderà di tornare in Europa con un anno di anticipo rispetto al termine della sua traiettoria sportiva Ncaa, Varese gli ha proposto di fare conoscenza reciproca con un periodo di prova in allenamento (c’era anche la chance di farlo giocare in B col Campus, ma i tesseramenti del campionato “cadetto” terminano il 28 febbraio, prima della fine della stagione di Delaware).
    Se ne parlerà concretamente quando Arletti tornerà in Italia il mese prossimo, di sicuro però l’interesse da parte della Pallacanestro Varese è stato manifestato. E intanto continua il dialogo con Guglielmo Caruso per estendere il contratto in essere, eliminando la possibile escape per le coppe (solo ovviamente se l’Ojm non dovesse qualificarsi in Europa nel 2023/24) dell’attuale 2+1. La negoziazione è ancora nella fase iniziale, mentre sono iniziati i colloqui anche con gli agenti degli stranieri, in particolare per Markel Brown e Justin Reyes.
    Giuseppe Sciascia

×
×
  • Create New...