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«Conta la chimica del gruppo»


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[color=rgb(0,0,0)][font=verdana][size=3]Bruno Arrigoni ha un taccuino pieno di appunti di viaggio dopo 15 giorni di scouting continuo tra Orlando e Las Vegas. Ma ora è il momento di capire che cosa resterà nelle reti del d.s. dell'Openjobmetis dopo la... pesca a strascico durante le Summer Leagues: «Vagheremo il materiale raccolto negli Stati Uniti a confronto con i giocatori già conosciuti; chiaro che quelli appena visti rubano maggiormente l'occhio, però quelli che hanno fatto molto bene hanno addosso le big europee o potrebbero strappare un invito a un camp NBA. Come tutte le italiane della nostra fascia dovremo pescare tra le terze e le quarte scelte, oppure ripiegare su elementi più rodati. Dovremo essere bravi ad ottimizzare disponibilità economiche e incastri dei passaporti. Ma soprattutto ad armonizzare le identità tecniche e personali dei giocatori: il valore aggiunto non devono darlo le qualità dei singoh, ma la chimica del gruppo e la capacità di essere funzionali all'interno del collettivo». Roster completo a metà, quanto tempo servirà per arrivare alla conclusione della campagna acquisti? «All'appello mancano ancora cinque giocatori: siamo palliti in ritardo rispetto a tanti altri ed essendo tutti nuovi dobbiamo imparare a conoscerci. Ma il lavoro sta procedendo molto bene, anche grazie ah'opera dei due assistenti che si sono attivati sullo scouting in maniera encomiabile. Bisogna avere sempre grande elasticità mentale ed affrontare in maniera creativa anche le situazioni più difficili: l'auspicio è che nel giro di 15-20 giorni la squadra sarà al completo». La panchina è praticamente completa, ora mancano i titolari... «Dobbiamo scegliere i due lunghi titolari e due giocatori che completeranno il pacchetto esterni assieme a Cavaliero in una rotazione di tre giocatori per due posti. La pista Okaro White? Agevola la conoscenza diretta di un giocatore già rodato in Italia: si tratta di un'eccellente persona e, pur non essendo un grande realizzatore, ha capacità difensive fuori dal comune che piacciono molto agli allenatori. Su di lui però ci sarà concorrenza, non tanto italiana ma estera». White e Shepherd nel mirino: poi toccherà ad un pivot Cotonou e ai due esterni americani? «L'operazione Shepherd può proseguire anche per conto proprio, tenendo conto che soprattutto Thompson è in grado di garantirci minuti da ala forte. Chiaro che puntare su White significherebbe dover cercare un pivot tra i giocatori con lo status da Cotonou: elementi con grandi qualità verticali, grande atletismo e doti prettamente fisiche. Play e guardia saranno americani, a meno di occasioni difficilmente reperibili tra gli esterni Cotonou. Cerchiamo un regista in grado di far giocare la squadra, che però possa anche garantirci punti quando serve: nel nostro campionato un esterno battezzatile è un lusso». L'iscrizione alla FIBA Europe Cup può essere un'opzione in più sul mercato degli stranieri? «La ritengo una occasione intrigante per il lustro che è in grado di garantire, soprattutto nei confronti degli americani che ci tengono molto ad avere una vetrina internazionale e dunque ci renderà possibile competere con qualche euro in meno su qualche elemento. Ricordo ancora quando a Cantù perdemmo Jerry Mc-Cullough dopo la semifinale del 2003: scelse proprio Varese per 20mila dollari di differenza perché poteva giocare in Eurocup. Inoltre, c'è 1'aspetto di poter utilizzare tutto il roster a disposizione dando spazio per far crescere i giocatori italiani». [/size][/font][/color]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]Giuseppe Sciascia [/color][/font][/size]


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