Jump to content

[font=verdana][size=3]A Sassari è diventato un giocatore vero di serie A. Amato dai tifosi della Dinamo e rispettato dagli avversari. Ma una manciata d'anni fa, che nella pallacanestro attuale valgono come ere geologiche, Brian Sacchetti (foto Blitz in alto) era a Ferrara, club purtroppo rapidamente scomparso dalla geografia cestistica. Brian era alle foci del Po per costruirsi la sua carriera, lontano da pregiudizi e, soprattutto, da voci sciocche perchè chiunque abbia giocato sa che sul campo non puoi bleffare né nasconderti. Qualcosa devi saper fare.[/size][/font]
[font=verdana][size=3]«Essere il figlio di un grande giocatore come Meo non mi ha reso la strada più facile perchè - commenta con sano realismo Brian - quando sei in campo tocca a te difendere, far canestro, passare la palla ed essere utile alla squadra. Tocca a te meritare la fiducia di società e compagni. E mio padre, da allenatore, proprio perché consapevole di questi aspetti, non mi ha mai regalato nulla. Inoltre, so di avere ancora tanti punti da migliorare perché cestisticamente ho ereditato il Dna di papà: poco talento di base e lenta maturazione per entrambi. Meo in carriera ha dovuto faticare come un mulo ed è arrivato tardi al successo, io lo stesso. Ma firmerei col sangue pur di portare a casa la metà di quel che ha ottenuto lui».[/size][/font]
[font=verdana][size=3]Oggi Sassari è, per la famiglia Sacchetti, il luogo in cui dare forma ai sogni. «Massimo rispetto per gli altri, ma in Italia al momento non c'è posto migliore di Sassari per fare pallacanestro. Qui, assieme ad un'impareggiabile qualità di vita, c'è tutto il resto: società con un alto livello organizzativo, pubblico fantastico per calore e competenza, entusiasmo alle stelle, voglia di scrivere pagine importanti e ambizioni ben riposte. Normale che in un contesto del genere, assolutamente stimolante, io mi trovi benissimo e assieme a mio padre, che ha scelto di firmare per altri 5 anni, vogliamo vincere».[/size][/font]
[font=verdana][size=3]Ambizioni ben risposte che fanno il paio con obiettivi esposti... «Nascondersi non ha senso: tutti sanno che il Banco Sardegna vuol recitare una parte da protagonista e che il club, per provare un ulteriore salto di qualità, si è mosso in modo importante sul mercato. Oggi la Dinamo è una formazione lunga, dotata di talento tecnico e atletico, con esperienza nei ruoli chiave e, rispetto alla scorsa annata, completa nelle rotazioni. Insomma, sulla carta non ci manca nulla per competere al massimo livello. Dunque, è doveroso, puntare in alto».[/size][/font]
[font=verdana][size=3]Papà Meo ha più volte dichiarato: Rotazioni più lunghe per avere quell'impatto difensivo che caratterizza i gruppi vincenti. Però, da questo punto di vista, la Dinamo ancora non c'è... «Sono d'accordo e aggiungo: non si tratta di una questione tecnica o tattica, ma solo di atteggiamento e di una mentalità ancora molle che dobbiamo cambiare. Abbiamo perso partite, l'ultima clamorosa in EuroCup a Zagabria, durante le quali in difesa abbiamo staccato la spina. Errori mentali imperdonabili».[/size][/font]
[font=verdana][size=3]In attacco invece, siete sempre di una straordinaria bellezza. «Beh, la pallacanestro run and gun è un marchio di fabbrica di mio padre. Ma, ripeto, per vincere finalmente qualcosa, alla bellezza dovremo unire pari durezza in difesa. In particolare dovendo affrontare Varese. Ma noi, dopo due sconfitte amare, dobbiamo vincere a tutti i costi. Per la Cimberio domenica non ce n'è».[/size][/font]
[font=verdana][size=3]Massimo Turconi[/size][/font]
 


User Feedback

Recommended Comments

There are no comments to display.



Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now

×
×
  • Create New...