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«Scelte rischiose? Sono quelle che amo. Vediamo che fine fa chi ci ha detto di no»


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[color=rgb(0,0,0)][font=verdana][size=3]In attesa di tornare a Varese dove da oggi si inizia con il pre-raduno ad appannaggio dei giovanotti della truppa Moretti, Bruno Arrigoni è a Milano, a casa sua. Dopo le fatiche del mercato infinito, ecco il (breve) riposo del guerriero. [/size][/font][/color]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]Soddisfatto del lavoro, Arrigoni? [/color][/font][/size]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]Non lo posso sapere ora: manca il campo. Mi auguro di esserlo fra qualche tempo, perché vorrà dire che le risposte arrivate dal parquet saranno state positive. Nel sintetizzare le fatiche di questo mese cito una frase di uno dei procuratori italiani più importanti, Riccardo Sbezzi: «I giocatori vanno messi uno vicino all'altro, non uno sopra l'altro». Tutte le ansie, le preoccupazioni, lo stress delle scelte e della ricerca di un equilibrio, nonché la necessità di pesare conlabilan-cia ogni decisione sono finalizzate solo al risultato finale: il gruppo nella sua interezza. [/color][/font][/size]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]La sua professione non sembra tanto semplice, vista da fuori... [/color][/font][/size]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]All'ansia della scelta, subentra quella della trattativa. Quando decidi di puntare su un giocatore ben preciso, automaticamente scarti tutti gli altri: se poi l'operazione non va a buon fine, sei costretto a ricominciare da capo. Ma anche una volta trovato l'accordo non tutto può dirsi concluso: le firme non arrivano in trenta secondi, c'è chi è in montagna o al mare e non si fa trovare, c'è chi è in un posto dove nonpren-de il telefonino e non si riesce a contattare. Insomma: l'angoscia ti pervade fino alla fine e in realtà sparisce solo quando vedi il prescelto scendere dall'aereo. [/color][/font][/size]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]C'è stata qualche trattativa particolarmente complessa in questa ricostruzione biancorossa? Quella che ha portato a Wayns, forse? [/color][/font][/size]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]No, in quel caso è stata tutta una questione riguardante la rappresentatività del giocatore. Il vero discrimine in un'operazione di mercato è il ruolo della controparte con cui ti rapporti. Mi spiego: se si tratta dell'agente diretto dell'atleta tutto si fapiù semplice, perché sai che ogni aspetto dell'operazione passerà da lui; se invece - come a volte capita con gli americani - questa persona è un intermediario europeo o italiano dell'agenzia che segue il giocatore, i passaggi sono molto mediati, perché chi tratta ha un potere decisionale ridotto e ci sono cose che non può controllare. [/color][/font][/size]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]Lei "fa" il mercatodai tempi di Cantù: quali sono le differenze principali rispetto al passato nel comporre una squadra? [/color][/font][/size]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]Sono tante e concernono i cambiamenti cui è andata incontro la nostra pallacanestro negli ultimi anni. Il campionato italiano si è impoverito dal punto divista economico: la forza contrattuale delle nostre società è pertanto minore rispetto a qualche tempo fa e nazioni come Francia e Germania ci fanno una concorrenza che prima non esisteva. Si fa fatica a spendere certe cifre e c'è anche un ostacolo in più nella scelta degli americani, rappresentato dalla D-League. In primis perché la lega di sviluppo è ora emanazione diretta della Nba ed ha quindi acquisito una certa importanza peri giocatori a stelle e strisce, poi per una questione di buyout: chi firma in D-League diventa automatica- mente un sogno impossibile per molti, perché bisognapagare 50 mila dollari per liberarlo. Una clausola del genere riduce anche la capacità di sostituzione durante l'anno.[/color][/font][/size]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]A una prima analisi ci dovrebbe aspettare un campionato equilibrato: tolte le "inarrivabili", i playoff non sembrano una missione impossibile. [/color][/font][/size]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]Si è delineato un certo equilibrio, dovuto alle disponibilità economiche delle società: in un modo o nell'altro i soldi a disposizione sono quelli per tutti, possono variare fino a un massimo del 20%. Per questo i valori tecnici sembrano similari. [/color][/font][/size]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]La "povertà" diffusa non rende ancora più decisiva la capacità di scelta di chi fa un lavoro come il suo? [/color][/font][/size]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]Si deve parlare al plurale. Contano le scelte e non la scelta: come dicevo prima è la composizione del gruppo che fa la differenza. E doì conta la sintonia tra il ds e l'allenatore, sempre per questa ragione.[/color][/font][/size]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]Con lei Varese ha abbandonato l'affidabilità - che in caso di risorse limitate, fa purtroppo spesso rima con la vetustà dei giocatori - per lanciarsi in scoperte e scommesse. Nostro giudizio? Bene così.[/color][/font][/size]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]L'agente di un atleta affermato mi ha detto: non veniamo a Varese perché vogliamo più soldi e più visibilità europea. Gli ho spiegato che - insieme al Real Madrid - Varese ha la tradizione continentale più florida. Poi mi sono fatto un elenco di altri che hanno ci hanno rifiutato: voglio vedere dove andranno a finire. Aparte tutto io ho sempre cercato giocatori emergenti. Mi piace la novità, ma non fine a se stessa: mi piace l'idea di prendere chi sa di dover dimostrare ancora qualcosa. Certo è un rischio, ma dico che le poche volte in cui sono andato sull'usato sicuro - e parlo esclusivamente di giocatori stranieri - sono rimasto deluso. [/color][/font][/size]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]Bruno, dopo un mese e mezzo è ancora contento di essere «tornato a casa»? [/color][/font][/size]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]Senza dubbio, sono molto soddisfatto. Per me Varese è ancorala "Regina d'Europa", come quando arrivai nel '73 la prima volta da Milano.[/color][/font][/size]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]Fabio Gandini [/color][/font][/size]


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