
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]Kuba Diawara si gratta il testone glabro. Lo scrolla di lato e abbozza una smorfia che andrebbe piazzata su un manifesto tant'è significativa del momento vissuto dalla Openjobmetis. Una smorfia che, tra determinazione e dubbio, esprime un concetto chiarissimo: «Basta, sono, siamo stanchi di perdere».[/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]
«Un minuto dopo la fine del derby contro Milano mi sentivo il giocatore più deluso del mondo. In modo ossessivo ripetevo a me stesso: Ma com'è possibile perdere ancora e, soprattutto, perdere quando giochi così bene per quaranta minuti, per di più contro i campioni d'Italia?. So che a domande del genere non c'è risposta e, se anche ci fosse, dovresti cercare nel film della partita le mille e una situazione che ti hanno portato alla sconfitta».
Scusi se proviamo a buttarne lì una, di situazione. Che effetto le fa, per esempio, parlare di difesa?
«Può essere e certamente là dietro avremmo dovuto fare di più, sia per contenere gli avversari nel tiro da 3 punti, sia per strappare quei rimbalzi che poi, a mio parere, hanno fatto la differenza tra noi e Milano. Non a caso l'EA7 nelle rare occasioni in cui ha sbagliato (5/9 dall'arco nell'ultimo periodo - ndr) ha recuperato il rimbalzo offensivo (ben 6 nel secondo tempo - ndr) o si è trovata in situazione di vantaggio fisico per effettuare un tap-out per gli esterni. Insomma: un velenoso mix fatto di piccole ma fatali disattenzioni, rotazioni portate con quell'attimo di ritardo o per cattivo posizionamento difensivo. Tutte cose che non puoi regalare ad una squadra di talento come Milano. Tutte cose per le quali dobbiamo trovare in fretta dei correttivi».
Eppure, nonostante queste incongruenze, un derby assolutamente spettacolare si è risolto sul filo di un tiro azzeccato, quello di Ragland (97-100), e uno finito fuori bersaglio, quello di Rautins.
«Ed è proprio questa la ragione che mi spinge ad essere fiducioso. Certo, in queste cinque sconfitte di fila s'individua un denominatore comune: le tonnellate di amarezza per aver perso gare alla nostra portata. Però, quando una squadra come la nostra gioca alla pari per quaranta minuti contro un team da Eurolega significa che sotto il profilo tecnico e umano ha qualcosa di importante da esprimere. Si tratta solo di un periodo-no durante il quale, pur con tutti gli sforzi, non riesci ad imboccare la via d'uscita, ma sono sicuro che finirà presto. Anzi, chiuderemo il loop già contro Cremona».
La Vanoli oggi doppia Varese in classifica.
«La conosciamo per averla già affrontata in pre-campionato. E già allora mi sembrò solida, ben costruita, composta da giocatori consapevoli del proprio ruolo e con un leader assoluto come Luca Vitali che conosco bene e sta giocando ad alto livello. Quindi, partita che si annuncia tutt'altro che facile, ma noi saremo pronti e, a differenza di Roma, lezione imparata, questa volta lo saremo per tutta la partita».
Il suo parere sulla vicenda-Pozzecco?
«Ho un solo pensiero: sono dispiaciuto per Poz che in panchina soffre e vive la partita al mille per cento. Meriterebbe più di tutti di vincere. Però la squadra queste cose le sente ed a Cremona dovremo fare risultato. Anche, soprattutto, per lui».
Massimo Turconi[/size][/font][/color]
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