La formula, l’eventuale partecipazione alle coppe, le conferme, gli addii, i giovani, l’allenatore: poche le certezze attualmente in casa Pallacanestro Varese. Proviamo a fare ordine “per argomento”, senza il “fumus” di ciò che al momento non é (e forse nemmeno può essere) certo.
5+5 o 6+6?
Certezze sulla formula da seguire? No: la società non ha ancora fatto la sua scelta definitiva. Certo, per questioni economiche la prima (5 giocatori di formazione non italiana più “almeno” cinque giocatori di formazione italiana) sarebbe preferibile, sul fronte del risparmio contrattuale e non solo. A dirimere il dilemma sarà l’eventuale partecipazione alle coppe: se Varese viaggerà per l’Europa, lo farà con 6 stranieri; se invece si concentrerà esclusivamente sul campionato, la scelta ricadrà sul 5+5.
Coppa europea
Anche qui: l’intenzione è manifesta, ma certezze non ce ne sono. E, soprattutto, non ci saranno forzature a tutti i costi. In sostanza: o sarà Champions League, o nulla, perché l’ipotesi di coprire in lungo e in largo il continente per la Europe Cup non viene considerata appetibile, né dal punto di vista economico, né da quello tecnico (anzi, per la verità è pure un po’ pericolosa, visto il dispendio di energie…). Speranze di accedere alla prima coppa Fiba? Varese dipende dal volere altrui: quello di chi l’ha preceduta in classifica nel campionato 2021/2022 e quello della stessa Federazione Internazionale, che ha delle wild card a disposizione.
I punti fermi
La base della ripartenza biancorossa sarà costituita da Tomas Woldetensae, Guglielmo Caruso, Giancarlo Ferrero e Justin Reyes. Tutti con il contratto, tutti sicuri di restare, uno anche di trovare posto in quintetto base: si tratta dell’ala portoricana.
De Nicolao
Michael Arcieri e Luis Scola considerano “De Nik” una pedina fondamentale per la prossima stagione. È questa la stessa idea di Giovanni? Per averne la certezza, salvo fughe in avanti nei prossimi giorni, si dovrà aspettare il 30 giugno, termine ultimo a disposizione del play per uscire dal contratto che lo lega al sodalizio varesino per un’altra annata.
Virginio e Librizzi
Anche sui due giovanotti la scelta societaria va verso la riconferma. Senza, almeno a oggi, dirottarli in prestito in campionati minori: per i dirigenti entrambi avrebbero già infatti dimostrato di valere la Serie A. Nicolò, classe 2003, ha però un contratto garantito fino alla fine della prossima stagione (più un’opzione per un prolungamento di altri due anni), Matteo no. E ha gli occhi del mercato sopra di sé. Spazio regolamentare nel roster? Il problema non si pone: 5+5 o 6+6 significano “almeno 5 italiani e almeno 6 italiani”, l’unico limite cui prestare attenzione è quello dei 18 contratti da depositare.
Le conferme in entrata
Keene, Beane, Sorokas e Vene. Quattro giocatori e una sola sicurezza: non rimarranno tutti. Il più lontano dall’immagine dirigenziale della futura squadra è la guardia ex Roma. Salvo sorprese, non verrà riconfermata. Capitolo Keene: la società vorrebbe tenerlo e ha formulato la sua offerta di rinnovo, ma la risposta del giocatore è stata più o meno “per ora voglio guardare il mercato”. Sviluppi, allora, sono possibili in un senso o nell’altro. Si gioca a incastri e a “portafoglio”: Vene potrebbe escludere Sorokas (che, a differenza dell’estone, parrebbe avere diverse offerte) e viceversa, tenendo presente che Varese un nuovo lungo sul mercato lo cercherà al 100%, straniero o italiano. E anche la decisione sullo spot in quintetto di Justin Reyes (sarà utilizzato da 3 o da 4?) influirà sui ragionamenti.
Il mercato in entrata
In base al numero di riconferme, Pallacanestro Varese andrà sulla “piazza” per cercare dai 3 ai 6 giocatori. Uno di questi sarà di sicuro un atleta italiano di valore, in grado cioè di tenere con assoluta certezza il quintetto. Altre testate hanno fatto i nomi di Paul Biligha, Riccardo Moraschini e Diego Flaccadori. Attualmente si può confermare che l’interesse per l’esterno ex Milano (squalificato per doping: tonerà il 20 ottobre) sussiste fin dall’inizio della primavera- cioè dal momento della sua risoluzione con l’Armani Exchange - ed è comune - ovviamente - a tante altre squadre. E lo stesso vale per il lungo attualmente alla corte di coach Ettore Messina: Biligha, anzi, era stato chiesto dai biancorossi come cambio “in natura” nell’operazione che ha portato Trey Kell alle ex Scarpette Rosse (il centro era d’accordo, ma avrebbe voluto poi tornare a Milano per i playoff: impossibile…).
Ingenerare false speranze o credenze nei tifosi, però, è un “crimine” per chi deve cercare di raccontare la realtà. E allora si tenga per favore presente che giocatori come Moraschini e Biligha, potendo Varese offrire loro uno stipendio di certo (parecchio) inferiore a quello che percepiscono (o percepivano) da Milano, prenderanno prima di tutto in considerazione pretendenti sul palcoscenico dell’Eurolega, poi su quello dell’Eurocup, quindi su quello di una Champions League di alto livello (non quella che potrebbe fare Varese…). Quindi ancora si faranno i conti in tasca e, solo allora, vaglieranno eventuali proposte di chi oggi - e non è un’offesa scriverlo, visto che é la verità - non ha (ancora? speriamo!) né l’appeal economico, né quello competitivo adatto a farsi preferire. E questo ragionamento vale per tanti altri.
Allenatore
Il “casting” non è finito. Ma il nome dell’head coach e degli altri professionisti che lo affiancheranno dovrebbero uscire entro i prossimi sette giorni (anche se c’è la possibilità che si vada oltre). La ricerca di Varese ha riscosso successo (nel senso dell’interesse dimostrato ad aprire un dialogo) anche tra diversi allenatori con passato NBA, oltre che in Europa o in Italia. Altre testate hanno fatto il nome di Pablo Prigioni, ex stella argentina (come Luis Scola) da giocatore e vantante esperienze sulle panchine di Baskonia, Brooklyn Nets e Minnesota Timberwolves, negli ultimi due casi da vice: voci interne al club varesino hanno smentito, anche se non ufficialmente, qualsiasi contatto con lui.
Fabio Gandini
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