Attilio Caja fa il punto della situazione sul mercato dell'Openjobmetis dopo l'ufficialità della firma di Dominique Archie. Il secondo straniero biancorosso, già inseguito 12 mesi fa dal club di piazza Monte Grappa, è elemento dal rendimento garantito (13.5 punti e 6.1 rimbalzi in 54 gare italiane con Capo d'Orlando) che "Artiglio" descrive così: «E un giocatore che seguivamo da tempo perché interpreta un basket votato al gioco di squadra e in campo può avere una dimensione sia interna sia esterna. È pericoloso da tre punti e allo stesso tempo ha un fisico che gli permette di attaccare il canestro. Ci piacciono la sua aggressività e la sua propensione a recuperare rimbalzi. Queste caratteristiche sono indicatori im- portanti del suo modo di essere uomo squadra e giocatore di carattere».
Quindi metà Varese è già fatta, in particolare al reparto lunghi manca solo una pedina...
«Vero, ma nel quintetto di partenza ci sono solo 2 giocatori; ancora da individuare sono 3 giocatori dello starting five e i due primi cambi, in pratica cinque dei primi 7. Di sicuro è il reparto lunghi ad essere più completo: con Archie, Cain e Ferrero ci sono tre dei 4 elementi della rotazione, anche se quello che manca darà una connotazione decisiva in termini di incastri dei passaporti al resto del roster».
Questione Avramovic: come vede la situazione della guardia serba, che a breve dovrà decidere se restare onorando l'anno residuo di contratto?
«Ad Aleksa ho ricordato che in 12 mesi è passato da giocatore che non entrava in campo a riserva, poi a riserva con spazio ed infine a elemento del quintetto a causa dell'infortunio di un compagno. Negli ultimi due mesi ha raggiunto spesso picchi da 8 e mezzo ma ha avuto anche passaggi da 4 e mezzo; ritengo che a lui farebbe bene un altro anno da noi, nel quale possa stabilizzare il suo rendimento tra il 6,5 e il 7,5 acquisendo quella continuità ad alto livello necessaria per un ulteriore salto di qualità».
Quali saranno le prossime mosse in ordine cronologico?
«La scelta dell'italiano per la panchina è fondamentale per definire se il sesto straniero sarà un lungo o un piccolo, e la decisione di Avramovic lo è per definire caratteristiche e impatto dell'ala piccola. In ordine di priorità l'italiano che manca all'appello, che sia un pivot o un esterno sarà il mercato a stabilirlo, e il playmaker straniero sul quale avremo più margine di manovra sono i due obiettivi sui quali potremo muoverci in maniera più rapida».
Questione coppe: qual è la sua opinione in materia?
«Giocare in Europa è un diritto che ci siamo conquistati sul campo e sarebbe bello onorare quello che ci siamo guadagnati con l'esaltante rimonta del 2017/18. Non essendo Venezia, Bologna o Avellino, la FIBA Europe Cup rappresenterebbe uno step iniziale adatto alle nostre attuali possibilità. Però le scelte saranno come sempre condivise con la società, che dovrà stabilire se ci sono le coperture necessarie per affrontare con le necessarie garanzie l'eventuale doppio impegno. Di sicuro non ne faccio una malattia: se si farà bene, altrimenti bene lo stesso».
Giuseppe Sciascia
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