Il disastro tecnico, la disfatta tattica e, infine, la spaccatura interna alla società. La Pallacanestro Varese non si fa mancare niente in una serata da tregenda, un anticipo di Halloween dove di arancione non c’è una zucca ma un pallone che si ostina a entrare nel canestro difeso (parola grossa…) dalla Openjobmetis mentre non infila mai il cerchio dall’altra parte del campo.
A Masnago, suo vecchio feudo, torna a fare festa Attilio Caja che conduce senza incertezze una Reggio Emilia già bella di suo e resa scintillante dalla mancata opposizione di quella che sarebbe dovuta essere l’avversaria di turno. Per l’ennesima volta infatti, Varese neppure ci prova a evitare di farsi travolgere e il cattivo approccio alla gara si trasforma in resa incondizionata con il passare dei minuti fino al disastroso -39 della sirena, 67-106, una delle maggiori umiliazioni ricordate da queste parti in tanti anni. Un crollo completo, imbarazzante, difficile anche da commentare e che – è la cosa peggiore – fa scopa con il -41 di Bologna e il -16 di settimana scorsa a Cremona, proporzione differente ma stessa identica matrice.
E la rumba prosegue nel dopo gara, quando Caja – che prova a lungo a parlare solo dei suoi – non rinuncia a sganciare un siluro verso Andrea Conti («il rapporto con lui è stato pessimo fin dal primo giorno») e con lo stesso Conti che pochi minuti dopo, commosso, spiega come da domani non sarà più direttore generale. Una decisione covata da tempo per «scarsa chiarezza» e il riferimento (lo dice lui stesso) è al ruolo assunto da Luis Scola in società, di fatto sovrapponibile a quello del dirigente nato a Rho. Una situazione su cui in molti si erano interrogati che, però, probabilmente non avrebbe creato problemi nel breve se la squadra avesse avuto un cammino normale. «Non sono qui a rubare lo stipendio e non sono un codardo – chiude Conti – La scelta non viene dalla partita di stasera, reputo Vertemati un grande allenatore che va sostenuto e credo che l’instabilità in società si sia riflessa anche sulla squadra».
Nel mezzo tra Caja e Conti ha invece parlato Vertemati che ha potuto fare poco per difendere l’indifendibile Openjobmetis di oggi e non solo, ma che ha anche detto a chiare lettere di non avere paura di perdere il posto. «Non sono abituato a vivere così il mio mestiere, non posso allenare se ho paura, poi sta ad altri prendere decisioni». “Altri” che però da questa sera sono soltanto Toto Bulgheroni e lo stesso Luis Scola, visto l’addio del dg: a prima vista è difficile pensare a una sterzata anche in panchina (un inattivo ci sarebbe, ha i baffi e si chiama Romeo) ma è chiaro che questa squadra debba trovare immediatamente una scossa. A oggi è per distacco la peggiore della Serie A, con il lato “mentale” preoccupante tanto quanto quello sportivo, atletico e tecnico. Vertemati stesso spiega che in queste situazioni, talvolta, la soluzione sia più vicina a quello che si creda e vorremmo credergli. Ma in questo momento – con ancora le immagini di 3-4-5 rimesse sbagliate dai suoi giocatori – non ce la facciamo proprio.
PALLA A DUE
Tanti applausi e qualche sporadico fischio per Attilio Caja alla “prima volta” a Masnago dopo il burrascoso divorzio di 13 mesi fa. Troppo profondo il segno lasciato dall’Artiglio a Varese per raccogliere zizzania al suo ritorno. Applausi anche per l’altro ex Arturs Strautins che in avvio resta in panchina perché nel ruolo Caja schiera il temuto Olisevicius, opposto a Gentile. Vertemati deve rinunciare a Beane che non si è allnenato per via di un doloroso problema dentale: in quintetto torna quindi Wilson.
LA PARTITA
Q1 – Caja mette Reggio a zona per la primissima azione della gara. Poi torna a uomo ma lancia subito un avvertimento: possiamo provare con ogni modo a rompervi gli schemi. Varese prende canestro ogni volta che Reggio tira, poi riesce a darsi una raddrizzata e a sorpassare grazie a qualche tripla. Nel finale però, i biancorossi balbettano in lunetta, Cinciarini regala assist a tutti e Reggio conduce 19-25.
Q2 – Un divario che va subito in doppia cifra a causa di Crawford ma anche di palle perse in modo imbarazzante dai giocatori di casa, che regalano la sfera anche sulle rimesse ai dirimpettai. Lo stesso Crawford è una furia, mette in croce De Nicolao e conduce i suoi sino al 30-49 di metà gara.
Q3 – «Almeno stavolta, in casa, vedremo una reazione» ci si racconta nell’intervallo e invece le speranze vanno immediatamente in fumo. Il tempo di un canestro di Gentile, poi la UnaHotels prende di nuovo il sopravvento con estrema facilità bucando a ripetizione la difesa. Strautins si “gasa”, segna 11 punti nel periodo ed è il protagonista dell’ennesimo strappo che porta a +26 i suoi (50-76).
IL FINALE
Gli argini sono ormai rotti. Jones prova almeno a fare bottino per sé (non lo consideriamo un complimento…) ma è l’unico con Egbunu a dare segnali di vita. Reggio invece non si ferma e fa proseliti perché i tifosi varesini, stufi di fischiare i proprio giocatori, si mettono ad applaudire gli avversari con convinzione. Olisevicius e festeggiato al raggiungimento di “quota 100”, poi tocca a Caja prendersi cori e applausi sempre più forti. Suona la sirena, 67-106, Vertemati esce a spron battuto dal campo nonostante Egbunu lo richiami per il saluto finale. Non funziona nulla. E il dopo gara riserverà una ulteriore sorpresa.
Damiano Franzetti
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