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Caja, serve un'impresa-bis


simon89

Replicare la rimonta salvezza del 2016-17 dopo aver percorso la stessa rotta, sia pur con protagonisti e modalità (ma soprattutto costi) differenti rispetto alla stagione passata. La Pallacanestro Varese 2017-18 ha lo stesso bilancio rispetto a 12 mesi fa - 4 vittorie su 14 gare - e un trend sostanzialmente analogo con 7 stop nelle ultime 8 gare rispetto alle 6 delle ultime 7 dell' annata scorsa. Eppure la situazione desta meno preoccupazione rispetto a quando la società di piazza Monte Grappa fu costretta a correre doppiamente ai ripari - prima con il cambio Dominique per Melvin Johnson e poi con lo choc tecnico Caja per Moretti - per far ripartire una macchina "grippata".

Oggi la situazione è totalmente diversa: Varese è criticabile per i risultati ma non certo per l'impegno, e con tutti i suoi limiti evidenzia un sistema oliato e un gruppo coeso. Per questo, rispetto alla svolta tecnica del 2016-17, nessuno prende minimamente in considerazione di mettere in discussione la conduzione di Attilio Caja (al contrario per il coach pavese spirerebbe vento di rinnovo del contratto, ovviamente quando la classifica sarà meno preoccupante). Dopo il subentro, l'anno scorso "Artiglio" ebbe bisogno di due mesi di cura a suon di allenamenti e sedute video per far sposare la causa della coralità ad un gruppo di stranieri dall'indole individualistica.

Oggi, con molta meno qualità (riflesso del taglio del 25% del monte stipendi) l'ossatura e 0 sistema sono già rodati, ma è evidente la necessità di aggiungere una prima punta per finalizzare una manovra troppo spesso arenatasi sul ferro. La volontà dell'area tecnica c'è, mentre la società ha messo a disposizione discrete risorse (non illimitate, ma mensilmente simili a quelle stanziate per Dominique Johnson); resta la necessità di individuare un profilo "ad hoc" che garantisca una svolta sicura senza farsi prendere dalla frenesia di inserire sulla spinta delle sconfitte in serie. Il d.g. Claudio Coldebella sta lavorando su alcune piste "europee" con l'obiettivo di aggiungere un rinforzo per la partita contro Venezia.

Ma c'era bisogno di investire risorse su Siim Sander Vene quando il principale "buco" da colmare è quello della guardia titolare? Domanda lecita da "tifoso della strada", con una risposta doppiamente affermativa: troppo ghiotto il mix di scuola tecnica e doti balistiche dell'ala estone, a condizioni economiche oltremodo vantaggiose dopo la transazione con Reggio Emilia, per lasciarsi sfuggire l'occasione di aggiungere qualità nello spot di ala forte e nello stesso tempo archiviare l'equivoco Hollis (in calo le quotazioni di Bergamo, possibile la pista Jesi), ormai corpo estraneo non solo per sua responsabilità ma innegabilmente troppo distante per indole dagli altri 9 "operai" del gruppo. Vene potrà essere utile col tempo quando migliorerà la sua condizione; il vero uomo della svolta dovrà essere il secondo acquisto, per il quale - dopo svariati tentativi senza esito - potrebbe arrivare l'input giusto entro fine settimana.

Per questo la società predica calma anche se il trittico Torino-Venezia-Milano non induce certo alla fiducia: il campionato di Varese in versione riveduta e corretta - con Vene al 100% e un attaccante perimetrale da inserire al meglio - dovrà iniziare dal 5 febbraio a Cantù. Auspicando che i rush finali post Coppa Italia del 2015-16 (da quindicesimi a noni) e 2016-17 (da ultimi a dodicesimi) trovino continuità anche nel 2017-18, viste le tre settimane di stop dall'11 febbraio al 4 marzo che permetteranno di completare il restyling.

Giuseppe Sciascia


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