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Centomila euro annui di investimento garantito valgono il 10 per cento delle quote della Pallacanestro Varese. Questo il prezzo fissato dal club di piazza Monte Grappa - più mille euro di valore nominale per l'acquisto di ogni azione che vale 1' 1% del capitale -per gli eventuali nuovi soci interessati ad affiancare "Varese nel Cuore". Il valore è lo stesso dell' opzione concordata con Gianfranco Ponti (200mila euro annui per il 20% delle quote) al momento del suo ingresso nel CdA.

I capitali freschi che i vertici del consorzio stanno cercando per aumentare le risorse garantite valgono quanto uno spazio vuoto (non primario) sulla maglia. Ma c'è una differenza sostanziale tra un rapporto di sponsorizzazione, che presuppone un ritorno di immagine e si esaurisce nel pagamento dell'importo pattuito, e un impegno diretto nel capitale societario con l'obbligo di legge di ripianare eventuali perdite. Sotto questo aspetto azzerare le passività invertendo la rotta dopo quattro anni di squilibri finanziari è la priorità per rendere attrattiva la Pallacanestro Varese nei confronti di eventuali investitori.

L'opera di CdA e consorzio per coprire le perdite passate e mettere in sicurezza il presente è in costante evoluzione, confidando di risolvere la situazione senza che ne risenta l'ordinaria amministrazione. Ma come si conciliano il bilancio in rosso del 2016/17 e le ristrettezze del 2017/18 con gli investimenti sul reclutamento giovanile di Gianfranco Ponti e il tabellone led cube acquistato tramite lo sponsor Tigros? Intanto si tratta di operazioni mirate attraverso gruzzoli con destinazione specifica e non modificabile, comunque in grado di garantire vantaggi futuri al club. Ma proprio questi nuovi asset potrebbero essere attrattivi per allargare la compagine societaria, necessità assoluta per garantire sostenibilità futura all'attività del club sui livelli attuali.

Serve qualcuno che rompa il ghiaccio - sia lo stesso Ponti, attivissimo in questi giorni, o altri appassionati al momento "coperti" - per dare il via ad un effetto domino in grado di aumentare di 3 o 400mila euro l'attuale apporto di "Varese nel Cuore". Che per chiudere il 2016/17 arriverà a un contributo totale superiore a 1,5 milioni di euro, oltre il doppio rispetto a quanto contabilizzato a giugno dello scorso anno solare. Ma, alla prova dei fatti, lo scartamento (anche notevole) fra le entrate presunte sulla carta e quelle reali dopo 12 mesi hanno costretto i proprietari a mettere nuovamente mano al portafogli per coprire le perdite dopo aver versato la quota iniziale prevista dal legame consortile.

Troppi cambi merce contabilizzati, troppe promesse non onorate, troppa fiducia nello stimare i ricavi, troppi errori dell'area tecnica? All'atto pratico, nonostante i 4 dirigenti "bruciati" in 4 anni - in ordine cronologico Michele Lo Nero, Cecco Vescovi, Stefano Coppa e Fabrizio Fiorini -dal 2013/14 ad oggi ogni chiusura di bilancio è in modalità profondo rosso. L'ingresso di nuovi azionisti avrebbe proprio la funzione di aumentare le certezze delle entrate nel budget previsionale; in caso contrario serviranno tagli molto più pesanti rispetto al 15 per cento del budget del 2017/18 che si aggira comunque attorno ai 4 milioni. Il modello Pesaro, col 5+5 obbligato e una squadra infarcita di scommesse straniere low cost, dimostra che con circa 2,5 milioni si può allestire una serie A di sopravvivenza.

Giuseppe Sciascia


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