Più sconsolati e mogi della Varese di Pillastrini tramortita dai punti di penalizzazione, più lenti e molli della Cimberio di Recalcati nel periodo delle sei sconfitte di fila, lontani anni luce dall'orchestra sinfonica di Vitucci. Chi segue assiduamente, nel bene e nel male, le vicende dei colori biancorossi stasera è uscito da Masnago con le pive nel sacco. Prestazione indecorosa e quarta sconfitta consecutiva.
Anche questa volta oltre 4000 persone si sono date appuntamento speranzose sulle tribune amiche, finendo per vedere una Varese in perenne balia dell'ottima Brindisi, capolista con pieno merito (notevoli i cinque uomini in doppia cifra, con altri due a quota 9), e si sono dovuti rassegnare di fronte alla mediocrità di una stagione mal condotta fin da settembre: alcuni obiettivi sono morti e sepolti, altri non potranno certo essere colti con prestazioni analoghe.
[i][b]La banda del buco. [/b][/i]Pronti via e l'Enel si illumina con l'atletismo di Aminu, James e Formenti: 2-7 con la Cimberio che fatica persino a scheggiare il ferro. Il quintetto di Bucchi maltratta Varese dall'arco con una pioggia di bombe, Rush – tra i titolari vista l'ennesima assenza di [i]desaparecido[/i] Coleman – e Hassell provano a destare gli animi ma, al di là della buona volontà, si scorge poca sostanza (6-16). Frates, alla quinta tripla presa sul coppino dal suo gregge perduto, chiama un time-out in concomitanza del quale si sentono i primi mugugni di malcontento. Ere e Sakota ridanno abbrivio ai padroni di casa, ma tre dormite difensive sul lungo Todic vengono punite con il nuovo meno dieci sul 15-25. A compendio dell'infelice avvio di gara, Dyson si porta a casa il ferro in contropiede e Sakota scaglia una preghiera in aria oltre tempo scaduto: l'arbitro però non se ne avvede e decreta il 18-27 di fine periodo.
[i][b]Senza appello. [/b][/i]La scarica di adrenalina offerta nel mercoledì di coppa dal duo De Nicolao – Scekic (bordate di fischi per il serbo all'uscita dal [i]parquet[/i]) questa volta rimane lettera morta. Se si aggiunge l'apporto infimo di un Clark apatico e impreciso, il meno quattordici (20-34) non stupisce affatto. Lewis rincara la dose dinnanzi a una difesa inadeguata, i tantissimi tifosi pugliesi al seguito gongolano e Masnago si spacca tra disillusi imbronciati e realisti sul piedi di guerra. Il doppiaggio si manifesta sul 21-42, lo scempio cestistico prosegue sotto i colpi imperterriti di una Enel cinica, energica e lucida (63% dal campo con 13 assist al ventesimo). Il quarto ciuffo da lontano di Sakota rende un po' meno gravoso lo spread del tabellone (29-47), le prime vere azioni in marcatura placano il tornado bianco-blù, però l'attacco stonato ispirato da una regia cieca non lascia spiragli. Il meno venti della pausa lunga è una sentenza più definitiva di una pronuncia della Cassazione.
[i][b]La reazione non spaventa Brindisi.[/b][/i] Bucchi striglia i suoi, rientrati molli dalla ripresa, dopo appena 58 secondi di gioco, la Cimberio crea quattro azioni discrete in attacco con i redivivi Polonara ed Hassell ma spreca con Clark il dardo del possibile meno dodici. Brindisi ha un calo fisiologico nelle percentuali dai 6,75 metri, Varese sbaglia qualche tiro aperto ma, grazie a un volto finalmente feroce e ai palloni arpionati in difesa, risale fino al 42-52. I pugliesi ritrovano equilibrio e ritmo anche grazie all'esperienza di Bulleri, Ere sull'altro versante risponde con personalità (47-58). Rush, fallendo di un metro una conclusione in cui era più libero di un volatile, dà il proverbiale calcio al secchio di latte munto con estrema fatica: in un amen Campbell firma il più sedici. Il disavanzo rimane lo stesso all'ultima pausa, 51-67, con Aminu sartoriale in un paio di schiacciate volanti versione Cimberio... pre Frates.
[i][b]Robusta contestazione.[/b][/i][i] [/i]Mentre i cori, forti e chiari, della Curva si levano per chiedere attributi, dignità e professionalità, e gli stendardi vengono mestamenti ammainati, Bulleri continua a sbranare De Nicolao come un leone e Tadic giganteggia indisturbato (54-73). L'Enel alza un po' troppo presto le mani dal manubrio e si fa infilare un 7-0 tutto di marca Ebi Ere, quindi inventa un paio di guizzi in attacco per issarsi sul 63-77. Un quintetto a cui Frates avrebbe dovuto pensare da settimane (Polonara da 3, Sakota da 4, Hassell da 5, Rush legato alla seggiola della panchina per non fare danni) prova a tenere viva la partita nel silenzio surreale di Masnago: Big Franklin, l'ultimo a mollare, timbra da sotto il 70-79 con 150 secondi da giocare. Uno sprazzo di luce prima che le tenebre scendano a imbrunire definitivamente il legno del PalaOldrini.
Si prospetta una lunga settimana per dirigenza, staff e giocatori. Stendiamo un velo pietoso su Aubrey Coleman, sperando di non rivederlo più neanche in foto dalle parti di Varese. Ma anche per chi rimarrà, felice o meno che sia, sarà il momento della verità. Il pubblico ogni anno investe soldi e tempo per seguire le sorti della sua amata. Una corda solida che sarebbe meglio non spezzare: signori, prendetevi le vostre responsabilità. Il tempo per giocare a nascondino è ormai concluso.
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