Sfruttando la classica aggressività di Banks, le folate di Sakota ed Ere e qualche spezzone mirabile di Stoglin, Varese coglie un meritato successo tra le mura amiche. La Cimberio, salvo uno svarione di dieci minuti a cavallo dell'intervallo, non dispiace per coesione e solidità mentale. Eppure i rimbalzi concessi in maniera smodata alla formazione di Molin sono un fardello mortificante per le residue ambizioni di gloria: al diciassettesimo pallone arpionato sotto le plance di casa, Brooks sbarra l'ultimo, piccolo, varco rimasto per entrare nel portone dei play-off. Chiamarla sfortuna è inappropriato; troppe volte la Varese di quest'anno non ha colto momenti propizi per uscire dal grigiore.
[i][b]Studio reciproco. [/b][/i]L'avvio del match mette in vetrina attacchi confusi su ambo i fronti, con Johnson che si addormenta con il pallone in mano per cinque secondi prima di farsi perdonare con due ciuffi dalla media: 4-4. La Cimberio patisce l'esplosività fisica di Easley e di Brooks (6-9 a metà periodo), quindi ritrova fiducia con due lampi di De Nicolao e Polonara. La Pasta Reggia rompe un digiuno di quasi cinque minuti con Roberts, sull'altro versante i padroni di casi rispondono con una fluente circolazione (due triple pulite di Banks) e con i recuperi del suo giovane play azzurro. Mordente timbra il 18-13, infine Stoglin si presenta a Masnago con un tiro fuori dai giochi: ferro e tutti al primo riposo.
[i][b]Mancanza di continuità. [/b][/i]Scekic, contestato alla presentazione delle squadre per aver salutato i vecchi tifosi di Cantù al termine del derby di sabato scorso, invece di rispondere con i fatti alle sterili polemiche si autoesclude dalla partita con tre falli in meno di tre minuti. Gli allenatori danno fondo alle risorse della panchina con ampie rotazioni, dalle quali Sakota estrae dal cilindro un canestro in acrobazia per il 24-15. I campani restano in scia con Michelori e Vitali,allora Bizzozi prova a frenare la [i]remuntada [/i]con un minuto di sospensione tecnica in concomitanza del 26-21. Una serie di forzature e di dettagli trascurati (viaggio in bianco dalla lunetta di Ere, fallo metà campo di Johnson a bonus speso) dà un'ulteriore spinta a Caserta, non certo brillante – come suggerito dalle undici palle perse e dalle percentuali misere dall'arco – eppure tignosa. Un paio di accelerazioni di Banks restituiscono ossigeno, però Varese non è più in fiducia: di Moore il sigillo per il 32-30 della pausa lunga.
[i][b]Parziali e contro parziali. [/b][/i]La Juve si ripresenta sul parquet con un [i]break[/i] di 0-6, reso ancor più gravoso dai contropiedi mortiferi di Brooks e Roberts: Varese dorme su un'amaca penzolante issata da un canestro all'altro, ignorando i taglia-fuori e i palloni vaganti, Caserta schizza sul 35-42. L'aridità della Cimberio rende il PalaWhirlpool silente ed arido di palpitazioni, Bizzozi ci mette del suo non interrompendo lo scempio nonostante il parziale della ripresa assuma le tinte fosche del 6-16. Solo l'impavido Banks ci prova, suonando la cornamusa e rianimando i compagni: i guizzi di Ere e Sakota valgono il riavvicinamento sul 48-50. Stoglin annusa la preda e assomma, da buon mestierante dei palazzetti di mezza Europa, cinque punti in un amen: a sorpresa i biancorossi chiudono il periodo sul più tre (53-50).
[i][b]Sul filo del rasoio. [/b][/i]Sulle ali dell'entusiasmo la Cimberio alza gli scudi in difesa e aggredisce il ferro con caparbietà (pregevoli la schiacciata volante sull'asse Stoglin-Johnson e il gancio [i]old style [/i]del capitano), mentre il solitamente pacato Molin perde la testa scagliandosi contro il tavolo dei refertisti, poco avveduti di fronte alle inesaudite richieste di “minuto”. L'esperienza di Mordente rappresenta un'ancora di salvataggio per la nave casertana, finita nei mari agitati del meno nove, e dà la scossa agli ospiti: 61-57. Errori bianconeri, consumati con goffa ripetizione sotto le plance, trovano la punizione di Sakota ed Ere. La vittoria sembra prendere la rotta di Varese, dunque l'attenzione si sposta sulla differenza canestri: a cento secondi dal termine i punti di distacco sono sei, come all'andata ma a parti invertite. Banks inventa in entrata, però sbaglia il libero aggiuntivo e a seguire una tripla; dall'altra parte Moore appoggia e l'abulico Scott timbra uno solo dei personali: 70-65. Varese getta al vento una rimessa, Brooks si stoppa da sè e AB è glaciale dalla lunetta. Sul più sette il destino rimane nella mani della Pasta Reggia. Mordente sparacchia, Vitali incespica, Brooks segna sulla sirena mentre la batteria dei lunghi di casa osserva impotente.
Un epilogo beffardo che rende il finale di stagione prealpino quasi senza obiettivi: il meno quattro in classifica da Reggio Emilio e il meno due da Caserta (su cui grava come un macigno il saldo scontri diretti) fanno intravedere bandiere bianche all'orizzonte. Quanto meno lo spirito battagliero pare ritrovato. Mostrarlo fino a maggio sarebbe un simbolico risarcimento per l'ambiente e i tifosi.
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