Smentendo le cattive sensazioni della vigilia, dettate dallo scorbutico scivolone europeo e da alcuni effettivi claudicanti, Varese si scopre vincente. Metamorfosi da brutto anatroccolo in cigno elegante? Quaranta minuti sono troppo pochi per dare responsi. Eppure è doveroso evidenziare i progressi mentali e motivazionali di una squadra che batte largamente, ancora una volta, una potenziale concorrente alla lotta play-off. Una Cimberio che aggiunge spettacolo (tiri da tre puliti e contropiedi) e intimidazione (stoppate e gomiti alti) sotto canestro, riscoprendosi solida nel quadrilatero De Nicolao – Clark – Polonara – Hassell: all'interno del ring un avversario molle ed egoista viene annichilito anche oltre il punteggio, di per sé già piuttosto severo.
[i][b]Fari puntati su Frank. [/b][/i]L'accoglienza riservata a Vitucci, tema madre della settimana di preparazione alla partita, rimane piacevolmente nei canoni della civiltà: fischi assordanti e uno striscione piccato dalla curva, il resto del palazzo appare diviso con qualche applauso promanante dai sentimentaloni. Avvio difficoltoso da parte della terna: al terzo tentativo, la contesa è valida. Ben più frizzante quello della Cimberio, ispirata nella corsa quasi a voler emulare i dettami del vecchio Guru e lanciatissima con la coppia Clark-Hassell: 12-6, subito seguito da un 2+1 di KeeKee con Frates che si lascia andare a un urlo stile Tardelli del Mundial 1982. Coleman inventa un paio di entrate e altrettante sciocchezze, Thomas e Kaloyan Ivanov (gemello del Dejan visto in maglia Cimberio agli scorsi play-off) tengono a galla i lupi d'Irpinia sul 19-11. Purtroppo Varese, nonostante alcuni [i]extra pass [/i]guadagnati a rimbalzo offensivo, non ci prende più dall'arco ed archivia con “soltanto” sette punti di vantaggio una frazione a lunghi tratti dominata.
[i][b]In velocità, è un'altra pallacanestro. [/b][/i]Ebi Ere, non al meglio dopo la contrattura patita domenica scorsa, dispensa attimi di saggezza sui lati del campo e la forbice si allarga dapprima sul 25-13 e, quindi, sul 30-17. Clark segna persino da terra – non è un'iperbole – ma poi si lascia ingolosire dall'entusiasmo: la sapienza cestistica di Lakovic non perdona, ricucendo fino al 32-22. La qualità media dello spettacolo cala all'improvviso (emblematici l'[i]air ball [/i]di Coleman e i passi di Hayes), imponendo un sano minuto di meditazione. Ritrovata la concentrazione, Hassell controlla con sbalorditiva efficacia i movimenti nel pitturato, mentre Ere ricama al bacio un assist per Polonara: la Varese che corre distribuisce dividendi ai suoi azionisti di fiducia (i 4.500 del Lino Oldrini). Ancora l'ala grande azzurra, dopo un mini parziale campano, chiude con il punto esclamativo il primo tempo: il dardo dalla lunga vale il 44-31.
[i][b]Onda d'urto biancorossa. [/b][/i]Le due compagini continuano ad affrontarsi in campo aperto, concedendo pigramente il fianco in difesa e divertendosi in fase realizzativa (nota di pregio per il ciuffo di Clark e la schiacciata a rimbalzo di Achille). Avellino, piombata a meno quindici, obbliga Coleman alla quarta penalità e rialza il capo con il duo Lakovic- Thomas: 53-43. La Cimberio spende presto il bonus ma è brava a non disunirsi: è questa la chiave vincente di un terzo quarto perfetto. Polonara e Hassell innalzano un muro al di sotto delle plance, De Nicolao si fa beffe dello stranito Cavaliero per scrivere il 62-46. Vitucci, imbronciato e con le mani sui fianchi dopo due time-out a sgolarsi, osserva la zattera irpina imbarcare acqua da tutte le parti. La Sidigas guarda con il cannocchiale l'avversario al trentesimo: 69-50.
[i][b]Riflessioni finali. [/b][/i]L'orgoglio ospite si manifesta in un accenno più convinto di [i]zone press [/i]e in qualche giocata casuale di Dean. Frates amplia saggiamente le rotazioni (il doppio impegno campionato-coppa non è mai da sottovalutare) e può ammirare compiaciuto DeNik e Clark, nelle vesti di play e di guardia come madre natura li ha fatti, furoreggiare dai sette metri: 82-59 e partita in ghiaccio.
E qui assistiamo alla scena più significativa della serata: De Nicolao ha appena bucato la retina ed ha affossato la Sidigas. Ha colpito dall'angolo, dinnanzi alla panchina campana. Vitucci potrebbe sedersi sconsolato o voltarsi; invece no, concede una pacca al suo pupillo della stagione passata.
Ed è così, vedendo stasera una Cimberio completa e gagliarda come fu per tutto l'anno scorso, che riaffiora una volta di più il ricordo del sogno svanito cinque mesi fa in una notte di lacrime e sudore. Anche Frank, al netto della scelta che lo ha condotto verso la moneta sonante e le fantasiose lusinghe irpine, avrebbe meritato un destino migliore.
Forse stasera abbiamo voltato definitivamente pagina e non faremo più paragoni con la Cimberio che è stata. Quella di oggi sa smarrirsi in un mercoledì sera qualunque e sublimarsi in una domenica speciale. Si intimorisce come un pulcino, quindi si risveglia predatore. Non si sa dove arriverà, ma lasciamola lavorare tranquilla. Punto e a capo.
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