
La fatidica prova del nove è superata a piena voti. Varese ha ragione di un avversario coriaceo e organizzato, non a caso prima di oggi migliore difesa del campionato. La Cimberio aggiunge altri due punti a una classifica stellare, patendo solo in parte i ritmi lenti del primo tempo e scatenandosi, al suo solito, nella ripresa. Quando la profondità della panchina, la classe dei talenti e un tifo incontenibile scavano il solco decisivo. Le note del successo sono una sinfonia per il pubblico, sempre più accattivato dal direttore d'orchestra Vitucci e dai singoli strumenti suonati da una formidabile dozzina di artisti.
[i][b]Bande sontuose a confronto. [/b][/i]Sul parqeut si specchiano le due squadre reduci dalle strisce positive migliori del campionato: Varese è ancora immacolata, Reggio arriva da cinque affermazioni consecutive. In avvio è una Cimberio frizzante ma poco attenta a badare al sodo: non piacciono i fronzoli e i buchi difensivi che favoriscono il play ospite Cinciarini, autore presto di sei segnature per il 6-6. La partita prosegue sui binari del punteggio alto, con ottimi spunti di Ere, Jeremic e Brunner:13-13 e time-out di Frank Vitucci (le cui orecchie fischiano ancora dopo lo 0-17 patito da Sassari domenica scorsa). Dunston si sblocca dalla media – da sotto la strada appare sbarrata dal lodevole bavaglio messogli dal veterano Brunner – e sembra dar morale alla truppa: poco dopo infatti Ere (serata da mattatore con 24 punti e 9 rimbalzi) agguanta la doppia cifra nel tabellino. Un'organizzatissima Trenkwalder mette di nuovo il naso davanti con la tripla di James (19-20), quindi una fiammata collettiva dei padroni di casa permette di ottenere la leadership temporanea e di caricare di penalità il quintetto di coach Menetti. Alla prima pausa i prealpini guidano 24-20.
[i][b]Alti e bassi. [/b][/i]I “panchinari” della Cimberio impattano male la contesa e patiscono il ritorno di Reggio Emilia. Una tripla fortunata (eufemismo) di De Nicolao, una schiacciata da cinema di Banks e un bel tiro dalla media ancora a firma del regista classe 1992 ridanno colore al tabellone di Masnago sul 31-26. Gli ospiti non demordono grazie ai soliti Jeremic e Brunner (noto agli spettatori per aver vestito i panni di zio Fester ne “La famiglia Addams”), Varese tiene botta con le forzature andate a buon fine di Rush e Polonara: 37-33. Reggio è bravissima a mantenere ritmi contenuti, allestendo un piano partita poco gradito dai ragazzi di Vitucci, costretti a ragionare troppo senza poter sfogare la consueta [i]vis pugnandi[/i]. Per fortuna De Nicolao ed Ere – nettamente i migliori del concerto Cimberio – creano le giocate del 46-41. Un primo tempo equilibrato nella sostanza e nei numeri (rimbalzi e percentuali), con la stranezza di un solo assist targato Varese.
[i][b]Il boato di Masnago è l'X-factor. [/b][/i]Taylor rilancia le quotazioni della Reggiana (46-45), dall'altra parte i meccanismi cigolanti della creatura biancorossa non partoriscono punti per varie azioni. Il ruggito del PalaWhirlpool (quasi pieno anche stasera e magnifico trascinatore) può tornare a esplodere in tutta la sua potenza quando Banks inventa due ciuffi da fantascienza e Green entra di prepotenza nella retroguardia avversaria: 54-47. Anche Dunston si mette in moto e, come una furia, spopola su ambo i lati del campo. La tripla dall'angolo di Banks consegna il primo vantaggio in doppia cifra (63-52), la Trenkwalder si affida al one-man-show di Taylor (29 punti, pur con qualche forzatura fuori dagli schemi) per restare a galla. L'ex canturino Cinciarini convince in regia e nello smistamento dei palloni (eccellente l'imbeccata a James per il meno sei reggiano, in uno dei cinque assist della sfida), sul fronte opposto Green continua a eccedere in solismi ben poco fruttiferi. Un ottimo movimento in post basso di Dunston è l'ultimo acuto, prima delle briciole dalla lunetta raccolte da Polonara e James, del terzo parziale: 67-60 all'ultimo mini intervallo.
[i][b]Concentrati fino all'ultima nota. [/b][/i]La Cimberio non perde il brutto vezzo della vanità, come Narciso adora specchiarsi nella fonte senza mostrare il cinismo per affossare l'avversario. Ma è solo una stonatura passeggera.
Ci piace molto di più, allora, la Varese che in un'azione assesta tre stoppate (due di Dunston e una di Polonara) e lancia in fuga Rush: 73-64 e [i]chapeau[/i]. Il quarto fallo del super pivot di Varese costringe a gettare nella mischia Talts: niente paura, perché Ere buca la retina con la tripla chirurgica del nuovo più dieci. La dea bendata, come già intuito nell'ultimo mese, è innamorata alla follia della nuova Varese. Ecco allora la “bomba” di Rush, a fil di sirena dei 24 secondi, a certificare un margine rassicurante (79-69). Ere e Taylor continuano in una magnifica tenzone a suon di canestri, il vantaggio interno non lievita per le troppe imprecisioni dalla linea della carità. La vittoria è comunque già nel paniere, il tempo rimanente è musica per le orecchie e gioia per gli occhi. Varese lascia ogni goccia di sudore sul [i]parquet [/i]e timbra con pieno merito la nona W dell'anno.
Dai rumorosi supporter di Reggio Emilia, a titolo di scherno, arriva il coro “vincerete il tricolore”. Obiettivo che da queste parti non interessa. Perché prima c'è da esclamare a pieni polmoni che la capolista se ne va, e poi da ascoltare tutti assieme la nona sinfonia di Beethevon, trasmessa con sorpresa nelle casse del palazzetto. Tocco di classe di chi non vuole salutare il primato; e di chi sa comunicarlo con le insegne della grande signorilità.
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