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Corsa e coralità: ecco Varese


simon89

Openjobmetis 2016-17, istruzioni per l’uso. Terminate le operazioni di mercato, è possibile stilare un primo bilancio legato alle logiche della costruzione del roster e alle chiavi attorno a cui ruoterà l’esito dell’assalto ai playoff dopo tre tentativi a vuoto.

La centralità del coach La centralità di Paolo Moretti è stata assoluta in ogni mossa del mercato estivo: dopo le troppe scommesse dell’estate scorsa (6 esordienti in serie A e squadra nuova per 12 dodicesimi) la scelta della continuità in termini di staff tecnico e di zoccolo duro dei 5 confermati garantisce un vissuto comune fondamentale per garantire i ritmi e l’intensità nel lavoro quotidiano attraverso i quali il coach ex Pistoia ha dimostrato di poter dare la sua impronta alla squadra. E le mosse effettuate dal dg Claudio Coldebella - compatibilmente alle risorse disponibili - sono andate nella direzione indicata da Moretti, che come criteri primari di scelta ha puntato su fisicità ed esperienza.

Il fattore M I destini della stagione biancorossa passano da Eric Maynor, l’uomo di maggior classe del roster, ma soprattutto - in qualità di unico playmaker puro - il solo giocatore in grado di accendere la luce in attacco.

C’è ovviamente l’azzardo legato al grado di recupero dall’infortunio dell’ottobre 2015 e alla tenuta fisica di un giocatore che a 29 anni ha perso due stagioni intere per gravi problemi ad entrambe le ginocchia. Ma anche alla luce dei costi limitati, era troppo ghiotta l’occasione di rimettere il bastone del comando nelle mani di un giocatore che nella seconda metà del 2014-15 aveva mostrato un mix di classe e carisma in grado di migliorare le prestazioni di ogni compagno.

Il contropiede e il sistema La scelta di un rimbalzista deluxe come O.D. Anosike e la presenza di due saltatori esplosivi come Norvel Pelle e Christian Eyenga indicano che Varese punterà molto sulla corsa per nascondere l’assenza di un terminale designato a difesa schierata.

Una scelta precisa con l’intento di esaltare il gioco di squadra, utilizzando le doti di regista occulto di Kristjan Kangur: anche in questo caso c’è la mano di coach Moretti, che preferisce affidarsi ad un sistema corale con pari opportunità piuttosto che alle lune di un “solutore solitario”.

Duttilità e rotazioni profonde Se si eccettuano Maynor e Anosike, tutti gli altri elementi del roster sono in grado di giocare in due ruoli in una rotazione di 10-giocatori-10 (più Canavesi): la possibilità di alternare assetti dovrà essere un valore aggiunto per creare una Openjombetis multiforme a seconda delle caratteristiche dell’avversaria di turno.

I tre esordienti La storia recente dei rookie a Varese non è stata fortunata (l’ultimo ad aver finito la stagione è stato Daniel Santiago…), ma a Melvin Johnson - recordman di tutti i tempi di triple segnate a VCU - la squadra biancorossa chiederà solo di essere sé stesso, cioè sfruttare le sue qualità balistiche come unico tiratore puro per aprire spazi ai compagni.

Avramovic e Pelle sono due scommesse che dovranno imparare l’arte da Maynor (il serbo ha talento offensivo, ma il suo playmaking è da verificare ed affinare) e Anosike, ma hanno comunque atout tecniche e fisiche che hanno indotto Varese a effettuare investimenti pluriennali. Nella peggiore delle ipotesi si parte con due soli americani, lasciando margine per un correttivo in corsa; non dover intervenire sul roster costruito in estate sarebbe una piacevole novità dopo tre stagioni all’insegna delle porte girevoli comunque non sufficienti per riportare i biancorossi ai playoff.

Giuseppe Sciascia


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