
Il “sogno di una notte di mezza estate” è rimasto tale. L’acquisto dell’anno, in casa Pallacanestro Varese, Willie Cauley-Stein, non mangerà il panettone. Il pivot veterano della NBA giocherà ancora domenica a Brindisi e fors’anche il prossimo match di Fiba Europe Cup ma verrà rimpiazzato dall’ex triestino Skylar Spencer.
Un avvicendamento – ipotizzato un paio di giorni fa da Prealpina – che si concretizzerà in settimana e che rappresenta un cambio da parte della società che, per il momento, continua a tenere sulla panchina quel Tom Bialaszewski che al di là delle carenze dei singoli giocatori continua a essere un problema irrisolto. Il primo a pagare per i risultati scarsi e il gioco orrendo della Openjobmetis-Itelyum sarà quindi il pivot americano, arrivato come colpo sensazionale ma rivelatosi inadeguato.
Troppo morbido, troppo lento, troppo poco leader, “Professor Trill”, per una squadra che avrebbe bisogno come l’aria di durezza e rapidità per eseguire i propri giochi. A Cauley-Stein non è bastato qualche sprazzo (in coppa o nel secondo tempo con Scafati per esempio) per imporsi in LBA e nella considerazione dei tifosi. Anche se – lo diciamo da mesi – è mancato tutto il supporto necessario a giocatori come lui. Poco servito, chiamato a difendere “ginocchia basse” sui piccoli, costretto a cambi difensivi talvolta suicidi messi in atto dalle direttive tecniche.
Al posto di Cauley-Stein ci sarà quindi Spencer, che ha giocato in Messico fino a settembre pur senza cifre sensazionali. La mossa ha una logica, nelle idee della dirigenza varesina: Skylar ha esperienza italiana, è stato allenato da Marco Legovich a Trieste (anche se la squadra è retrocessa in A2: il coach avrebbe comunque dato buone referenze), può dare maggiore dinamismo sui due lati del campo. Maggiore movimento quindi maggiore possibilità di muovere la difesa avversaria, ma anche più protezione dell’area quando la palla è degli altri.
L’uscita di Cauley-Stin può essere vista anche come una operazione finanziaria: la rescissione non sarà ovviamente gratis (bisognerà trovare l’accordo per una buonuscita) ma sul lungo periodo il risparmio di uno stipendio pesante – Spencer è sicuramente meno caro di WCS – permetterà a Varese di avere qualche margine in più per eventuali altri correttivi. Che siano per un playmaker (altra figura mancante) o per un allenatore (insistiamo: sarebbe la prima cosa da fare) lo decideranno Luis Scola e i due GM americani che lo affiancano.
Resta qualche dubbio sulla “campagna di rafforzamento” effettuata prendendo un giocatore discusso dall’attuale ultima in classifica (Young da Treviso) e un pivot dalla retrocessa dell’anno scorso (Spencer da Trieste). Entrambe le mosse, lo abbiamo detto, hanno anche dei vantaggi: speriamo siano superiori alle criticità. E soprattutto speriamo che servano in ottica salvezza, che è quel che più conta.
Damiano Franzetti
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