
Questo pomeriggio, insieme ai miei colleghi Martina Rossato e Matteo Molinari, tre ragazzi del Liceo Classico Ernesto Cairoli abbiamo avuto l’immenso piacere di poter intervistare Giancarlo Ferrero e Nicola Natali. Nella cornice del PalA2A, siamo stati introdotti nella sala stampa dall’addetto alle pubbliche relazioni della Pallacanestro Varese Minazzi, attraverso i corridoi tappezzati di maglie, foto e trofei che hanno fatto la storia della società biancorossa, da far venire i brividi solo a guardarli. Subito dopo siamo stati introdotti ai due giocatori, apparsi fin da subito molto cordiali e disponibili.
Ecco riportate le domande fatte dal sottoscritto ai due giocatori:
Siamo ormai verso la fine del campionato, tempo di primi bilanci e sguardi al futuro: cosa dite della squadra in cui avete giocato/state giocando quest’anno e cosa vi aspettate da queste ultime partite?
FERRERO: Beh innanzitutto si è creato un bel gruppo, penso sia sotto gli occhi di tutti il fatto che stiamo bene insieme e si vede, si vede che ci divertiamo insieme, e non sempre nelle squadre succede; questa chimica di squadra non è per nulla scontata; quest’anno ci siamo riusciti appieno. Un segnale evidente di questo è che quando succede qualcosa di positivo in campo, una buona difesa o un canestro, c’è tutta la panchina, tutta la squadra che esulta, ci si da il cinque e ci si carica a vicenda, e ripeto, questo non in tutte le squadre succede. Attraverso il lavoro abbiamo creato un bel gruppo, e s vede anche dal rapporto con i tifosi, soprattutto nelle partite in casa, ci danno tanta energia mentre giochiamo, si è creato un bel clima. E per riallacciarmi alla seconda domanda, quello che vorrei dalle prossime sette partite che rimangono (quattro in casa) è proprio questo grande entusiasmo, questo grande scambio di energia con la tanta gente che viene a vederci, noi diamo qualcosa a loro, ma loro danno tanto a noi; e questo ti fa vivere il momento in modo ancora più emozionante.
NATALI: Poco da aggiungere, la chimica che si è formata come ho già detto altre volte, è nata innanzitutto dal ritiro di dieci giorni che abbiamo fatto a Chiavenna, quando all’inizio non ci si conosce, hai sette stranieri in squadra, l’allenatore è nuovo, la società è nuova. Escludersi completamente dalla città e dal nucleo famigliare, e stare solo con i compagni ha aiutato sicuramente. E ripeto anch’io, non è scontato questo, anche perché per motivi di infortuni abbiamo dovuto aggiungere tre giocatori, e sembra che siano qui da inizio anno; siamo stati noi a farli integrare e loro ad integrarsi, capire le regole e le gerarchie dentro e fuori dal campo, e i risultati si vedono.
Una domanda al capitano Ferrero, cioè come vedi e come vivi questo ruolo, di onore ma anche responsabilità di essere capitano?
FERRERO: Penso che la cosa migliore da fare sia quella di cercare di essere di esempio, esempio nel lavoro, negli allenamenti, nella quotidianità, nelle cose che si fanno e nell’atteggiamento. Poi in questo gruppo non c’è questo grande bisogno, perché quando si rema tutti nella stessa direzione tutto diventa più facile. Poi sicuramente come hai detto tu è un onore, una cosa bella che ti rende orgoglioso.
Cosa potete dire di Caja, cosa ha portato alla squadra e qual è il vostro pensiero su di lui?
FERRERO: Sicuramente un grande lavoratore, e anche lui mette al disopra di tutto il gruppo, prima di parlare di tattica o altro cerca di creare gruppo; è un allenatore che crede molto nel lavoro, e si vede nel nostro modo di essere squadra, si creato nei momenti di duro lavoro e allenamento, ti forma una mentalità che magari ti può anche aiutare a superare momenti difficili che ci sono stati durante la stagione.
NATALI: Confermo quanto detto, aggiungo come sia evidente che ogni anno con lui almeno uno/due giocatori esplodono, escono nelle loro piene potenzialità, sintomo di quanto ti aiuti durante l’anno e ti faccia migliorare attraverso il lavoro, soprattutto per quanto riguarda la durezza mentale e l’attenzione psicofisica costante: sempre al 100% della concentrazione fisica e mentale, dopo una partita persa si parla degli errori ma in funzione di un miglioramento con positività, e dopo una partita vinta per non rilassarsi ci si concentra sui dettagli, sempre al 100% di attenzione. Esempio di questo lo stesso Ferro (Ferrero, ndr) che l’anno scorso veniva da una situazione in cui giocava poco e col suo arrivo è esploso, oppure quello che sta facendo quest’anno Okoye è sulla bocca di tutti.
Al termine dell’intervista, una foto sul parquet dove i nostri giocatori ci fanno emozionare ha posto termine all’incontro. È stato davvero un piacere avere avuto l’occasione di un’esperienza simile.
(negli altri due articoli le risposte alle altre domande J)
Giosuè Ballerio, progetto VareseFansBasket con Liceo Classico Cairoli
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