Sembrava la sceneggiatura perfetta per una vittoria thrilling. Un errore, un’altra occasione, la palla che finisce con i giri giusti a Luis Scola e la tripla dall’angolo scoccata in buon equilibrio dal campione argentino per firmare la vittoria a fil di sirena. Un film intrigante, ma senza il lieto fine: Varese perde in casa con Venezia (75-77) e si ritrova di nuovo a guardarsi le spalle, perché quel tiro di Scola, purtroppo, si spegne sul ferro consegnando il successo ai lagunari di De Raffaele.
Un epilogo molto molto amaro al termine di una lunga ed equilibratissima battaglia in cui l’Umana costruisce la sua fortuna nell’unico vero passaggio a vuoto prolungato dalla Openjoibmetis, quello del terzo periodo quando gli ospiti piazzano un 2-17 di parziale con cui rigirano a proprio favore la contesa. Da lì, per Varese, c’è una lunga risalita coronata sì con il ritorno in parità e addirittura al comando, anche a poco più di 2′ dalla fine. Una risalita però anche “bacata” da numerosi errori ai tiri liberi, ben 10 sui 31 tentati, uno spreco eccessivo e determinante nel momento di tirare le somme.
Un peccato, perché al di là del risultato la squadra di Bulleri ha giocato di nuovo alla pari con una grande della Serie A italiana: non va dimenticata la caratura della Reyer (il team più vincente degli ultimi anni) come non va dimenticato il punto di classifica in cui si trova Varese. Specie oggi, con Cantù capace di vincere a Brescia e di tornare a ridosso delle formazioni a quota 18. In troppi hanno guardato all’insù dopo Milano, un errore imperdonabile perché la prima battaglia da vincere deve essere quella che si gioca in coda. E finché non sarà risolta quella, non si dovrà alzare gli occhi dall’obiettivo. Venezia – pur con qualche assenza – ha potuto ingabbiare proprio Scola (appena 6 punti), con un giocatore come Stone autore di zero punti ma eccellente nello scombinare le certezze tattiche della OJM e del suo fuoriclasse.
Dalla panchina Bulleri, va detto, ha provato a replicare alle mosse del più esperto coach avversario, e tutto sommato ha retto l’urto sul piano tattico (anche se, forse, spostare più spesso l’argentino vicino a canestro sarebbe servito), però Varese in attacco non è riuscita a sopperire del tutto alla situazione del “General” e di Douglas – anche lui sottomedia, 8 punti – braccato in ogni momento. Dal guscio è uscito Beane, utilissimo (20 punti) ma anche tanto ondivago; doppia cifra anche per i play italiani e per Egbunu che però, seppure ai punti, ha sofferto il confronto con Watt. Da salvare, senza dubbio, lo spirito con cui la Openjobmetis ha attraversato i momenti difficili e ha costruito la risalita: domenica si va sul campo di un altro osso duro, Treviso, galvanizzata dalla qualificazione ai playoff. Però Varese avrà il dovere di provarci, perché sarebbe veramente una disdetta incepparsi adesso, sul più bello.
PALLA A DUE
Il volto di Dodo Colombo, seduto tra Recalcati e Galli, illumina il pre partita dal maxischermo nel minuto di silenzio dedicatogli dalla Pallacanestro Varese che indossa anche il lutto sulle canottiere da gioco. In panchina, intanto, si gioca a scacchi fin da subito con De Raffaele che mette Stone da ala forte per marcare Scola (e viceversa!) e con Clark-Chappell a fare da coppia di guardie in avvio contro Ruzzier-Douglas. Il play varesino è l’unico ex in quintetto: Andrea De Nicolao e Cerella partono dalla panchina.
LA PARTITA
Q1 – La prima fiammata del match arriva da Ruzzier (legato da grande amicizia a Tonut): tripla, entrata vincente e 7-2 per Varese che però poi paga dazio alla qualità e al fisico di Watt sotto canestro. Il pivot conduce i suoi a ribaltare il punteggio fino al 10-14, ma i biancorossi sono bravi a non perdere fiducia e a rosicchiare punti fino a chiudere avanti al 10′, 18-16.
Q2 – Una bella entrata vincente del Denik varesino apre il secondo tratto di gara ma si capisce subito che non ci saranno canestri facili. Nella rumba delle mosse tattiche si rivede Scola da pivot (e forse ci sarebbe stato meglio più a lungo) ma intanto Venezia sorpassa con due azioni da “canestro e fallo”. Beane prima disfa (il 3+1 concesso a Campogrande) ma poi fa: tripla, palla rubata e assist per Douglas in contropiede. In fin dei conti la OJM guadagna qualcosina, 39-35 a metà partita, con un canestro fantasmagorico, alla “Holly e Benji” di Stone che segna tirando da sotto il proprio canestro dando un effetto assurdo alla palla. Purtroppo per lui, a sirena suonata.
Q3 – Dopo la pausa però, Varese non riparte: ci prova, per la verità, ma il motore appare ingolfato da una difesa ferrea degli ospiti che demoralizza i biancorossi. La conseguenza è che dall’altra parte del campo arriva qualche canestro facile per l’Umana che trova in Chappell il braccio armato. 2-17 di parziale prima che Beane (8 nel periodo) riesca a dare la scossa per il 56-62.
IL FINALE
Varese però non si è arresa, tutt’altro: all’ingresso dell’ultimo periodo concede ancora qualcosa ma poi fa muro quando Venezia si ferma a quota 68. Ruzzier ravviva Egbunu che prima schiaccia e poi collezione un paio di 1 su 2 dalla lunetta inframezzati da una tripla di Beane: i liberi di Ruzzier fissano la nuova parità a 69. E qui la speranza di colpaccio si fa concreta perché Varese mette avanti la testa due volte, prima con i liberi di Scola e poi con un piazzato da infarto di Beane. Non basta: Venezia pareggia in entrambi i casi e quando l’ex Roma forza in attacco trova con Watt il +2 che sarà l’ultimo canestro della gara. Sì perché prima Beane la perde, poi sbaglia anche Clark e Varese ha il possesso finale. Rimessa con 4”9 da giocare: il primo tentativo rischia di finire con un’incartata generale, poi Douglas la passa a Egbunu che sceglie il tiro e incastra la sfera tra ferro e tabellone. Altro possesso biancorosso, Ruz libera bene Scola nell’angolo ma nulla da fare. 75-77, e intanto Cantù sbanca – e sbianca – Brescia. Tutto da rifare.
Damiano Franzetti
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