La base del sistema è la difesa, ma la chiave dei risultati è l'attacco. Il rendimento dell'Openjobmetis è legato a filo doppio alla produzione offensiva: la vittoria esterna di Cremona - la prima stagionale in campionato lontano dall'Enerxenia Arena - ribadisce un trend chiarissimo in questi primi mesi della stagione. Nelle 11 gare disputate tra Italia ed Europa, Varese ha superato 6 volte quota 80 punti segnati con un percorso netto di 6 vittorie in tutte le occasioni in cui l'attacco ha girato bene; al contrario ha vinto una sola gara (78-66 contro Trieste) tra le 5 terminate sotto la soglia degli 80 realizzati.
Dato significativo ma comunque da sviscerare, nella misura in cui è l'aggressività della difesa la miglior spinta per l'attacco biancorosso: domenica al PalaRadi, infatti, la squadra di Attilio Caja ha prodotto tanto bottino tra ripartenze da palla recuperata e rimbalzi d'attacco, abituali risorse fondamentali del suo fatturato offensivo a Masnago. Se Varese graffia in retroguardia e riesce a trovare punti in contropiede primario, la sua produzione di punti dipende meno dall'esito delle soluzioni balistiche dall'arco alle quali sono legate principalmente le sue fortune (38,7% nelle 4 vittorie in Italia e 27,3% nelle 3 sconfitte in campionato). Dunque, se l'OJM difende con energia, riesce a spingere sull'acceleratore e riesce a costruire trame lucide convertendole con precisione, è in grado di sbancare il campo dell'attuale terza forza del campionato e competere fino al 38' contro la potenziale terza forza della serie A.
Le partite contro Avellino e Cremona - con in mezzo la corroborante vittoria di Oporto - hanno ribadito che la Varese costruita secondo i dettami di Attilio Caja ha qualità e organizzazione per provare a competere anche in quest'annata per la metà alta della classifica. Ad oggi l'unico problema sul quale riflettere in chiave mercato rimane lo scarto elevato tra il rendimento offensivo del quintetto base e l'apporto delle rotazioni.
Lo starting five fattura più di tre quarti dei 77.8 punti di media ( Avramovic 16.4, Archie 13.0, Cain 11.5, Moore 10.4 e Scrubb 9.7), mentre dalla panchina ne arrivano poco più di 18 (Ferrero 5.6, Tambone 4.7, Iannuzzi 3.0, Natali 2.5 e Bertone 1.3). Tutti sono utili alla causa difensiva, ma il blackout balistico sul primo giro di cambi in tutti i ruoli che ha vanificato i maxi-break iniziali delle ultime due trasferte (7-21 in Portogallo e 2-21 a Cremona) è indicativo della differenza di pericolosità offensiva.
Per questo l'OJM tiene gli occhi puntati sul mercato degli esterni, riservandosi di ragionare nella pausa di campionato e FIBA Europe Cup, da lunedì prossimo al 9 dicembre, se spunterà il profilo ad hoc nel ruolo di guardia per dare a Caja un sesto uomo di impatto tecnico e fisico. Statistiche alla mano, Varese è seconda nelle triple tentate (29,1 di media, solo Cremona a quota 32 usa di più il tiro da 3) e ultima nei viaggi in lunetta (16,0 a partita): un cambio di guardie e ali che abbia fisico e capacità di attaccare il ferro completerebbe al meglio il puzzle biancorosso.
Giuseppe Sciascia
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