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Ci sono prestazioni che ti fanno passare la voglia. Quella offerta dalla Openjobmetis a Pesaro è l’esempio calzante: la squadra di Vertemati non solo va a sbattere pesantemente in una delle partite chiave della lotta salvezza. Lo fa senza lottare, sbranata sul piano della voglia e dell’energia, ovvero quelle caratteristiche che avevano risollevato Varese prima della pausa di campionato, facendo sperare in una svolta positiva di una stagione che invece, a questo punto, proseguirà “con gli oli santi in tasca” per dirla con un vecchi detto.

Il tabellino finale è una sentenza di condanna, 94-75, e a differenza di altre occasioni non è neppure bugiardo: i 19 punti di distacco ci stanno tutti e sono lo specchio fedele di un match scivolato subito dalle mani dei biancorossi, completamente incapaci di risalire la corrente dopo il break del secondo quarto che ha lanciato la Carpegna Prosciutto verso i due punti. Qualche scossa qua e là, qualche lampo di luce a livello individuale e nulla più, perché nelle poche circostanze in cui Varese avrebbe potuto costruire qualcosa è arrivato, puntuale l’errore. E i marchigiani (con l’ex Larson scatenato: 23 punti e 5 triple) non ci hanno pensato due volte a punire Ferrero e compagni.

La corsa per restare in Serie A quindi, dice che la Openjobmetis in due scontri diretti che potrebbero risultare decisivi (speriamo di no) hanno disputato due gare fotocopia: Pesaro infatti ricalca per mollezza, scarsità di idee e incapacità di reagire, la “recita” già offerta sul parquet di Cremona. E a nulla è servito, stasera, l’innesto del folletto Marcus Keene che non è neppure stato tra i peggiori: la presenza del play tascabile sembra però aver annullato quelle di Beane (completamente impalpabile) e di Gentile, con il solo Kell a brillare con un po’ di continuità. E il rientro di Egbunu ha tolto anche quella compattezza difensiva che la OJM aveva mostrato nelle ultime uscite, con il pivot nigeriano completamente incapace di trovare una posizione in difesa, mentre l’avversario diretto Tyrique Jones lo ha sculacciato a più riprese.

Ciò nonostante, Vertemati – che non è un gran sponsor di Long John – ha tenuto fuori a lungo Sorokas, almeno volenteroso, pagando un dazio pesantissimo a rimbalzo, perché Pesaro ha letteralmente banchettato sotto i tabelloni varesini (ben 20 quelli per la Carpegna) in un fondamentale che ha permesso alla squadra di Banchi di guadagnare margine fin dalla prima metà di gara. Tra sette giorni a Masnago ci sarà Napoli, neopromossa che finora ha fatto molto bene; se però l’energia che Varese sa mettere in campo rimarrà questa, non ci sarà tanto da preoccuparsi degli avversari, quanto di se stessi. E la preoccupazione, nel vedere una prestazione simile, si allarga a tutti coloro che hanno nel cuore questi colori.

PALLA A DUE

Vertemati schiera lo stesso quintetto base messo in campo con Tortona due settimane fa, preferendo usare “di rincorsa” sia il nuovo arrivato Keene sia il rientrante Egbunu. Anche Banchi sceglie di tenere fuori in avvio l’ultimo acquisto Lamb ma anche i due ex, Larson e Tambone. In regia quindi è Kell contro Moretti mentre Sorokas affronta il temuto Tyrique Jones.

LA PARTITA

Q1 – L’avvio varesino è abbastanza buono: Sorokas segna i primi punti, Kell infila la tripla e Gentile aggiunge un canestro dei suoi. Il secondo fallo del lituano però è un piccolo momento chiave: entra Egbunu che non trova i giusti riferimenti e così Pesaro ne approfitta. Una tripla con fallo (dubbio) di Delfino gira l’inerzia e nel finale di quarto la Carpegna avanza sino al +9, 25-16.

Q2 – Sembra una situazione gestibile per Varese che nella prima parte del secondo quarto risale, con Keene che festeggia i primi punti con la OJM grazie a un triplone da lontano. C’è anche la zona e gli ospiti risalgono a -2 (29-27) ma proprio quando sembrano in controllo finiscono per crollare. Parzialone adriatico di 13-0 con i lungi Jones e Demetrio protagonisti e parziale di metà partita devastante, 53-37 con magia di Larson sulla sirena dopo l’ennesimo rimbalzo concesso a Pesaro nel pitturato varesino.

Q3 – Banchi, che aveva già trovato cose egregie e inattese dal brasiliano Demetrio, scopre anche le qualità del neoassunto Doron Lamb. Partito male, l’americano comincia a prendere le misure ed è determinante in un terzo periodo aperto da un fallo tecnico al coach pesarese; è Kell il più ispirato tra le fila della OJM che continua ad avere poco-niente dalla coppia Gentile-Beane. L’unica fiammata di quest’ultimo, seguita a una tripla di Keene, ridà un minimo di speranza per il -11 ma è il solito fuoco di paglia: alla mezz’ora è 76-59.

IL FINALE

L’ex di turno Tyler Larson si prende allora la scena: il play che aiutò la Varese di Caja ad acciuffare i playoff 2018, stavolta bombarda senza pietà i suoi vecchi colori. Vertemati trova qualcosa di buono dalle parti del solito Kell e di Jones mentre anche Keene smette di bucare la retina. La OJM non dà mai l’impressione di poter risalire e così Banchi, vecchia volpe, ne approfitta mai alzando il piede dall’acceleratore. Finisce di 19, con tanto di cesto pesarese allo scadere, punto esclamativo per una prova che dal lato varesino assume i contorni del deprimente.

Damiano Franzetti

 


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