La Openjobmetis sceglie il modo più crudele per iniziare il 2023 per sé e per i propri tifosi. La squadra di Brase perde in casa – è la terza volta quest’anno – contro la Bertram Tortona 88-89 e lo fa dopo aver gettato alle ortiche un vantaggio di 13 punti maturato sul finire del terzo periodo, con un palazzetto in visibilio – tutto esaurito: 4.700 persone – e i piemontesi accasciati nell’angolo del ring.
Poi però, dopo l’ultimo intervallino, la partita è girata nel giro di poche azioni: 14-3 di parziale ospite (16-3 considerando l’ultimo canestro del terzo quarto) per apparecchiare una volata nella quale è successo di tutto. In cui la Bertram è andata anche a +5 per poi essere riassorbita da un eroico Colbey Ross, capace di dare anche il nuovo vantaggio (88-85) a 36” dalla fine. Ma questo sport, probabilmente, lo ha inventato il diavolo e così nel tempo residuo è stato proprio Ross a sbagliare le ultime due cose (penetrazione “murata” dalla difesa e fallo commesso a 1” dalla fine) mentre Filloy ha infilato la tripla dell’ultima parità e Christon – fino a lì con 4-18 al tiro – ha realizzato il libero che ha consegnato il successo.
Varese, in fin dei conti, ha sprecato la possibilità di salire al terzo posto proprio al pari di Tortona ed è invece rimasta invischiata nel gruppone che ancora insegue le Final Eight. Già, perché Brindisi ha vinto – fuori pronostico – a Trento e ha così mantenuto vivo il discorso qualificazione: domenica 8, sul parquet della Happy Casa, ci sarà una sfida a questo punto decisiva per andare in Coppa Italia.
Ma se l’obiettivo è sfumato, una parte della colpa ce l’ha (questa volta) chi guida la squadra dalla panchina, ovvero Matt Brase. Impassibile nel non chiamare timeout durante la rimonta di Tortona, impassibile nel lasciare in campo un Woldetensae stremato con l’ottimo De Nicolao scalpitante in panchina. Impassibile nel non assumersi neppure una minima responsabilità nel dopo partita quando, candido, spiega che lui sì il timeout lo ha chiamato (a vantaggio esaurito) e ne ha tenuto pure uno per l’ultimo tiro.
Peccato che alla fine non sia stato possibile utilizzarlo e così la partita è andata in archivio con una cartuccia non sparata in casa biancorossa. Ma guai a farglielo notare: Brase preferisce dire che «abbiamo avuto vuoti mentali sia in attacco sia in difesa e preso tiri non caratteristici del nostro modo di giocare. Contro la terza del campionato queste cose la paghi». Un’arringa che non convince, priva di qualsiasi ammissione di colpa (magari ci sbagliamo noi a pensarla così, per carità) e anzi con frasi che in qualche modo colpevolizzano i giocatori.
Giocatori che, chiaramente, hanno commesso i loro errori: sotto canestro questa volta la coppia Owens-Caruso ha ampiamente perso il confronto con quella formata da Radosevic e Cain. Anche qui, Brase dice che quel che conta è il punteggio finale e non la somma dei singoli (difendendo, qui, i suoi uomini), ma il 24-2 nei punti segnati dalle due batterie di pivot è emblematico dell’apporto dato alla squadra (al netto della differenza nel gioco delle due formazioni: sia chiaro). Varese nel momento cruciale si è aggrappata a un Ross mostruoso – 35 punti, 10 assist, 9 falli subiti, 46 di valutazione! – ma non va dimenticato l’apporto di Woldetensae (finché è stato lucido), di De Nicolao e in parte di Brown e Johnson, meno brillanti di altre volte ma comunque solidi. Senza però Reyes il numero 92 è stato costretto a sacrifici difensivi su Daum, spesso vanificati dalla classe dell’ala tortonese (17 punti, 7/8 al tiro). E in attacco Jaron ha avuto meno spunto dei giorni migliori, come accade – guardacaso – da quando O Rey è asssente.
Ora dunque la OJM dovrà assorbire il colpo e rimettersi al lavoro per preparare la trasferta di Brindisi, cruciale per il discorso Coppa Italia ma in generale anche per la situazione di Varese in classifica. Dietro infatti tante squadre si sono messe a correre e quella zona alta in cui i biancorossi erano stati bravi a infilarsi è ormai assaltata da molte rivali. Il calendario non è dei migliori, per questo una riscossa in Salento sarebbe un vero toccasana. Timeout permettendo.
PALLA A DUE
Tutto pieno. Stavolta, più delle precedenti, la sensazione che il tutto esaurito a Masnago sia reale al 100%: soltanto la gabbia ospite resta vuota perché la trentina di tifosi piemontesi sono accomodati sulle tribune. E anche a decibel l’impatto dei 4.700 è notevole. Brase recupera Owens dopo lo stop di Milano e lo ripropone in quintetto tenendo Caruso di scorta, sempre out invece Reyes. Ramondino manda subito sul parquet l’ex Cain (applaudito con convinzione) in uno starting five tutto americano nel quale Daum è la prima opzione d’attacco.
LA PARTITA
Q1 – Si comincia un po’ contratti su ambo i lati: vantaggino ospite in avvio poi Macura sbaglia e viene messo a sedere mentre Varese sale di tono. Arriva un break biancorosso con qualche bel canestro ma quando l’attacco si inceppa è Tortona a risalire e a chiudere avanti al 20′ 17-18.
Q2 – Una tendenza che prosegue a inizio secondo quarto, con Varese che finisce sotto di 8. Brase non ferma il gioco, Ramondino sì e il timeout gli si ritorce contro perché la OJM riparte con forza. Triple di Johnson e Woldetensae, energia di Ross e sorpasso firmato da Colbey: a metà gara è 44-42.
Q3 – L’equilibrio fino a lì comunque continuo nonostante i break si rompe dopo l’intervallo perché Varese mette in campo minuti di grande qualità: Wolde mitraglia dall’arco, De Nicolao non fa rimpiangere Johnson fuori con quattro falli (l’ultimo è un tecnico dopo un fischio dubbio, non l’unico…) mentre la Bertram dà l’impressione di non sapere che pesci pigliare, sbagliando anche qualche tiro ravvicinato. Tutti in piedi a Masnago per il +13 solo corretto da Cain per il 73-62 della mezz’ora.
IL FINALE
Da post basso Mike Daum ci mette due azioni per confezionare uno 0-5 di parziale che mette i brividi a tutti tranne che a Brase che non chiama timeout. Si va avanti così: errori di Varese e cesti di Tortona con l’unica perla che arriva da Brown (tripla) ad allungare un po’ il brodo. A 5′ dalla fine però il riaggancio è realtà così come il tardivo timeout varesino. Radosevic, in area, è una sentenza molto ben servito da Candi; c’è pure Filloy che poi sarà decisivo. Quando mancano 2′ la Bertram è avanti di 5 ma a quel punto Ross dà il via a uno show pazzesco concluso con la tripla dell’88-85 con 36” da giocare. A quel punto gli ospiti hanno una sola soluzione per riaprirla e – ovviamente – la sfruttano: timeout, rimessa in attacco, passaggio per Filloy che esce dal blocco e spara il tiro del pareggio. Nuovo timeout e palla come previsto a Ross: previsto anche dalla difesa però che evita la penetrazione. E sul ribaltamento proprio Colbey con un fallo a 1” dalla fine manda Christon in lunetta: buono il primo, sbagliato apposta il secondo con sirena che suona sull’88-89 con un timeout in saccoccia a Brase.
Damiano Franzetti
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