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La Openjobmetis si scrolla di dosso le paure emerse dopo le ultime due sconfitte e va a strappare due punti pesanti su un campo difficile come quello di Reggio Emilia, con una partita condotta da cima a fondo nella quale la temuta rimonta finale degli avversari non si concretizza. 81-87 il risultato finale in un sabato sera dolce per i ragazzi di Matt Brase che possono festeggiare fino in fondo il compleanno di Colbey Ross, uno dei grandi protagonisti del PalaBigi.

Nulla da dire sulla prestazione dei biancorossi, attenti fin da subito non solo ad accelerare i ritmi ma anche bravi e concreti nella protezione del canestro. I raddoppi su Cinciarini hanno tolto un po di aria alla Unahotels che ha anche faticato a trovare gloria nel gioco interno perché Owens e Caruso, in collaborazione con i compagni, hanno limitato l’impatto di Hopkins e soci. Così facendo, Varese ha evitato spesso (non sempre) di concedere canestri facili agli avversari, una situazione chiave nel mantenere sempre la “testa della corsa”.

In difesa il merito principale lo assegniamo a Markel Brown, uomo ovunque specie nel primo tempo quando ha letteralmente dettato i tempi da direttore d’orchestra, chiudendo su ogni attaccante avversario. In attacco invece i principali protagonisti sono stati Ross e Reyes: il play ha vinto il duello sul sempreverde (e sempre pericoloso) Cinciarini trovando diverse soluzioni vincenti in slalom ma anche dalla media distanza. Reyes invece, tra i consueti alti e bassi, si è letteralmente inventato alcuni canestri che hanno ricacciato indietro i tentativi della Reggiana nell’ultimo periodo: certo, anche questa volta la Openjobmetis ha offerto il fianco alla rimonta riuscendo però a gestirla con un certo margine. Il +6 finale, infatti, è stato il minimo vantaggio dopo molto tempo.

Nel gruppo degli ottimi (quello degli insufficienti è vuoto) troviamo anche un Tomas Woldetensae rinfrancato, seppure azzoppato da una situazione falli da gestire. L’ex Chieti ha rispolverato la balestra dall’arco dei tre punti chiudendo a quota 14 con 4 triple messe a segno: soluzioni decisive in una serata in cui Varese ha colpito meno di altre volte con quest’arma. Come a dire: si è vinto, ma con margine e forse questa cosa ha la stessa importanza del successo in sé.

PALLA A DUE

Matt Brase tiene il medesimo quintetto base già adottato nelle altre partite, quindi con Woldetensae e Johnson ali, Owens pivot e Reyes dalla panca. Il coach americano però sceglie un accorgimento difensivo con Brown inizialmente sul temuto Cinciarini. Menetti non ha ancora a referto Strautins e deve rinunciare, alla fine, anche a Vitali: il pivot partente è Hopkins.
Buona affluenza di pubblico nel rinnovato PalaBigi, con rappresentanza solida anche dei tifosi arrivati nel pomeriggio da Varese.

LA PARTITA

Q1 – Tariq Owens comincia molto bene la sua partita, non solo per la schiacciatona iniziale ma per la buona presenza offerta nei primi minuti nei quali Varese mette subito la testa avanti anche a +7 con Wolde che colpisce dall’arco. La Unahotels resta lì ma fallisce il riaggancio e al 10′ la OJM comanda 14-18.

Q2 – Brown con il passare dei minuti diventa un gigante in difesa facendo crescere anche il livello collettivo a protezione dell’area. E così Varese, che pure stavolta tira male da 3 punti, regge al comando della gara e supera anche un periodo in cui nessuno segna (21-28 a lungo sul tabellone). Ferrero guadagna due giri in lunetta con le triple (5 su 6), Reyes aggiunge un importante 2+1 e a metà gara è 34-43.

Q3 – Attorno alla panchina biancorossa aleggia una certa serenità perché anche al rientro dagli spogliatoi Varese trova conclusioni redditizie, con la vivacità di Ross che manda in panchina prima Cinciarini e poi Cipolla con quattro falli. Il divario si stabilizza in doppia cifra perché il play USA prosegue a segnare affiancato da Woldetensae (dall’arco) e da Reyes con i suoi galleggiamenti in area. La terza sirena suona con la OJM a condurre 56-67.

IL FINALE

Tutti i tifosi varesini nel mondo approcciano l’ultimo periodo con – come si dice – gli olii santi in tasca visti i precedenti e in effetti è proprio nei 10′ finali che arrivano le sbavature più evidenti, con Brown e Wolde che regalano un paio di palloni in modo maldestro. Però stavolta c’è Reyes pronto a respingere diversi tentativi di una Reggio ben guidata da Robertson ma incapace di guadagnare molto margine in area perché Owens è attento su Hopkins. A un certo punto c’è la sensazione che sia finita, anche se con 3′ sul tabellone: Reggio un po’ ci prova, poi ritarda i tiri e forse si mangia le mani perché quando torna a -6 non c’è più tempo di chiuderla. Vince Varese 81-87 e lo fa con pienissimo merito, per la festa della cinquantina di tifosi a bordo campo mentre dall’altra parte piove qualche fischio.

Damiano Franzetti


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