In una cornice da playoff, la Openjobmetis vince (93-90) una partita da playoff contro un’avversaria da playoff. Varese stronca anche la Reyer Venezia, una delle mammasantissime del campionato di Serie A e per una notte sogna insieme al suo poolo. Varese, per qualche ora, è seconda dietro alla Virtus e accanto a Milano e Tortona e in cinquemila fanno festa con lei a Masnago.
Roba memorabile, roba poco pronosticabile ma che ancora una volta è vera, tangibile, reale. La squadra di Brase che ci aveva abituato a finali in volata, ora fa ancora meglio: i testa a testa rimangono tali però sono conditi da vittorie. Quattro i successi consecutivi, e alzando il livello dell’avversaria il risultato non cambia. Merito di una squadra capace di reagire al rientro di Venezia (OJM anche a +12 per il massimo vantaggio) e soprattutto di ricucire il +5 lagunare nel momento più complicato della serata. Timeout, palla a Ross e vantaggio ospite evaporato in un amen.
In tutto questo, i biancorossi ne infilano ancora 93 a un’avversaria che fa del gran tonnellaggio e del controllo dei ritmi i suoi punti di forza. Ci ha provato, De Raffaele, a viaggiare a regimi più bassi ma l’onda d’urto varesina è stata più forte e ha sfidato l’Umana su punteggi elevati nonostante un’altra serata non così liscia al tiro da 3 punti. Alla fine dall’arco Varese chiude con il 35%, buono ma non decisivo, e dimostra di non vivere di sole triple.
Ci sono i blitz interni di Ross, i guizzi di Reyes, le conversioni di Caruso, i tagli di Johnson. Insomma, questa squadra si conferma tutt’altro che monodimensionale e per gli avversari non è facile trovare le contromisure al gioco di Brase. Non basta neppure controllare i rimbalzi, anzi dominare in quel fondamentale: 45-33. Ma la OJM recupera palloni su palloni, tira meglio, fa svanire anche quel vantaggio facendo il più possibile muro in difesa: Venezia non sbaglia tantissimo ma alcuni di quegli errori, alla fine, pesano come piombo.
In tutto questo, risulta difficile (ma è bellissimo avere di questi problemi) dare la palma del migliore in campo per la quale rimandiamo alle pagelle. Però cominciamo con il dire che Ross ha avuto sprazzi di capo assoluto e che Reyes risulta sempre meno prevedibile quando ruota a qualche metro dal canestro. Lo stesso Reyes che accetta di fare il pivot in un quintetto bassissimo, e pazienza se si trova a marcare un califfo come Watt. Infine ci sono Woldetensae, a volte folle nel male, a volte nel bene, e i due pivot: Caruso sempre più garanzia e Owens, che fino a 2” dalla fine era sotto la sufficienza, capace di fare la cosa più bella e importante sull’ultima rimessa veneziana. Palla rubata, partita finita, festa per cinquemila sugli spalti. Se non è un miracolo questo.
PALLA A DUE
Non c’è Michael Bramos sulla lista presentata da coach De Raffaele agli ufficiali di campo: senza il proprio veterano (problema al collo) la Umana rimette in formazione Parks, subito in quintetto e schiera Spissu accanto a quattro marcantoni: Reyer fisicamente superiore e subito a zona match-up. Nessuna novità rilevante in casa OJM: rientra come previsto Justin Reyes, sempre utilizzato dalla panchina da Brase che propone il consueto quintetto base con Ross e Owens ai due estremi e Woldetensae in quota azzurra nel mezzo. Palazzetto vestito a festa come non accadeva dai playoff 2018: alla fine sono 4.767 i paganti, chiamiamolo pure “tutto esaurito”.
LA PARTITA
Q1 – L’avvio illude chi spera di vedere una partita a ritmo controllato: 4-4 dopo parecchi minuti, errori e difese che reggono l’urto (tre stoppate di Varese). La prima variabile fuori dagli schemi è Reyes che entra e inizia a colpire dando il primo break alla OJM, poi segnano Spissu e Moraschini ma la loro partita finisce lì. La prima tripla, Wolde, e un altro blitz di Reyes firmano il 20-16.
Q2 – Sono ancora loro due, Tomas e Justin, a spingere per la prima volta Varese alla doppia cifra di vantaggio; non basta perché la Reyer reagisce ma per lungo tempo il divario rimane su quei binari grazie anche a un Ross sempre più in palla. C’è anche un cesto di Johnson, fino a lì a secco, e così il +8 di metà gara appare pienamente meritato, 47-39.
Q3 – Ci mette pochi minuti, Venezia, a ricucire il divario entrando forte nel terzo periodo grazie all’ottimo impatto di Freeman. Quando il sorpasso è nell’aria, una tripla di Brown rilancia la Openjobmetis che a quel punto riallunga sfruttando anche il terzo e quarto fallo di Watt. Il suo sostituto però, Tessitori, dà la marcia in più all’attacco di De Raffaele e così, alla lunga, la Reyer sorpassa. Botta e risposta tra le due squadre, sirena sul 73-69.
IL FINALE
Tutto da scrivere nell’ultimo periodo: subito break lagunare di 0-5 e nuovo sorpasso, poi Varese deve restare per tre volte aggrappata al minimo divario perché gli ospiti fanno sul serio. Si entra negli ultimi 5′ e gli ospiti toccano il +5, massimo vantaggio: Brase stavolta il timeout lo chiama e affida le chiavi del gioco a Ross. Il play risponde presente e segna subito due volte in entrata facendo tentennare le certezze orogranata; segnano Watt e Johnson (liberi) poi è ancora Reyes a piazzare la tripla del sorpasso (86-85). Caruso ne aggiunge 2, Brown sbaglia – piedi per terra – la tripla della quasi sicurezza e Venezia è ancora a -1. Ross non fallisce in lunetta ma un rimbalzone di Brooks propizia la tripla, facile, di Granger per il 90 pari. Caruso segna due liberi poi Granger (mattonata) non si ripete, però il ferro tradisce un bel tiro da 3 di Reyes. Assalto al ferro di Parks fallito, Caruso fa 1 su 2 e Varese è a +3 con 2” e spiccioli da giocare. Rimessa Reyer in attacco ma Owens fa la magata: mano che devia il passaggio, palla nelle mani di Johnson e Varese chiude 93-90.
Damiano Franzetti
Recommended Comments
There are no comments to display.
Create an account or sign in to comment
You need to be a member in order to leave a comment
Create an account
Sign up for a new account in our community. It's easy!
Register a new accountSign in
Already have an account? Sign in here.
Sign In Now