Openjobmetis, "6" bellissima anche al PalaDozza. Sei come le vittorie consecutive di una Varese che non si ferma più e che impone la legge del suo basket corale ad una Virtus tradita dalle assenze di Alessandro Gentile e Umeh. La squadra di Caja non si disunisce dopo 25 minuti di attacco "rimasticato" con poca fluidità e ritmi cadenzati più adatti ai muscoli della Segafredo, ed esplode un quarto periodo da 24 punti e 5/7 da 3 (sontuoso 9/13 complessivo dall'arco nella ripresa dopo il 5/17 dei primi 20') per sorpassare di slancio le "Vu Nere".
Impresa del collettivo con 5 uomini in doppia cifra guidati da un Avramovic sempre più protagonista nella serata poco felice di Okoye (3/14 dal campo, ma due triple taglienti come rasoi nei momenti caldi del quarto periodo). Ferrero e soci capitalizzano la fiducia assoluta riposta nel sistema anche quando la palla fatica a entrare: la qualità dei tiri e la concentrazione della difesa sono sempre elevate, e quando le percentuali iniziano a premiare gli sforzi corali profusi da Varese l'inerzia della partita cambia in favore della squadra più... squadra. Così l'OJM alimenta il momento magico compiendo un'altra vendetta sul campo di un'avversaria che all'andata aveva festeggiato al PalA2 A; è una conferma della mentalità vincente acquisita da un gruppo che ha saputo trarre lezione dalle sconfitte beffarde del girone d'andata e ora ha le stimmate del team di rango che ha le idee chiare quando serve cercare certezze nei momenti decisivi delle partite. O almeno fin quando la bagarre finale della Virtus non ha mandato in tilt i meccanismi biancorossi negli ultimi 90" nei quali è successo di tutto (bolgia in tribuna con lancio di oggetti compreso; prima della partita scontri fra tifosi con gli Arditi che non sono entrati al PalaDozza). Sul più 7 a 90" dal termine pareva fatta con la possibilità di ribaltare anche il meno 5 dell'andata, poi il 3/6 ai liberi e le due perse di Larson sull'assalto della Segafredo ha fatto correre brividi lungo la schiena a Varese che s'è salvata prima con un errore da un metro di Lafayette e poi con la correzione volante fuori misura di Slaughter dopo una rimessa sbagliata da Larson a 90 centesimi dalla sirena (l'ex Real Madrid aveva commesso un fallo solare su Cain per liberarsi, ma nell'arrembaggio finale anche gli arbitri non sono stati inappuntabili).
Nel complesso però Varese ha vinto con merito, tenendo la testa sulle spalle quando le sue esecuzioni non funzionavano e caval-cando le sue punte quando il movimento di palla ha finalmente trovato mani calde sul perimetro. Anche sul piano della fortuna l'OJM, dopo i tanti episodi avversi dell'andata, sta a poco a poco riscuotendo i crediti: dal guizzo all'overtime di Okoye a Capo d'Orlando alle ultime due vittorie contro avversarie con problemi di organico come Reggio Emilia e Bologna. Ora i due match-ball casalinghi contro Brindisi e soprattutto Cremona per alimentare un entusiasmo sopito da troppi anni di premesse estive non rispettate sul campo: i quasi 250 tifosi al seguito al PalaDozza sono un dato indicativo di quanto l'Openjobmetis operaia abbia conquistato il cuore dei tifosi. Che dovranno sostenere Ferrero e compagni nel doppio sforzo casalingo per coronare un sogno playoff insperato e per questo ancora più eccitante.
Giuseppe Sciascia
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