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L'Openjobmetis naufraga malamente sul campo di Cremona e vede allontanarsi il sogno Final Eight. Si allunga a quota 6 la serie negativa lontano da Masnago: la peggior Varese della stagione si fa mettere sotto sul piano atletico, fisico e agonistico da una Vanoli più grintosa a dispetto delle assenze di Diener, Mathews e Stojanovic.

L'effimero più 9 d'inizio secondo quarto finisce presto sommerso dalla marea crescente prodotta dal moto perpetuo della squadra di Sacchetti, che toghe completamente fluidità alla manovra biancorossa e impone una supremazia soverchiarne dentro l'area (38-22 i punti nel pitturato, 73% contro 55% le percentuali da sotto e 42-26 l'esito del duello chiave a rimbalzo).

Una sconfitta indigesta nelle proporzioni e nel modo in cui è maturata - solare il differenziale in termini di valutazione statistica: 129 contro 64 - che certifica come qualsiasi ambizione di questa OJM, al di là della salvezza tranquilla, sia totalmente mal riposta fino a quando la squadra di Caja produrrà prestazioni esterne così lontane da uno standard accettabile.

Ricordate le pesanti sconfitte di Milano e Brescia, giustificate anche in funzione dello spessore fisico delle avversarie? Il trittico Reggio Emilia-Cantù-Cremona spazza via ogni alibi: l'Openjobmetis versione trasferta non è neppure lontana parente di quella capace di schiantare rivali d'alto livello con la sua aggressività. E quella del PalaRadi è stata la versione peggiore per inconsistenza fisica e tenuta mentale, schiacciata dall'energia di una Vanoli capace di nascondere tre defezioni importanti con la verve degli italiani Ruzzier, Akele e De Vico. E di banchettare nel pitturato del team di Caja, più volte trafitta dentro l'area dal fiorettista Happ o dalle serpentine dei piccoli quando le rotazioni difensive non funzionano.

Varese è lasciata a piedi dai suoi uomini più rappresentativi, ossia Mayo e Vene, che giocano una partita di grigiore impiegatizio senza mai dare alcuna impronta emotiva. Gli unici spunti degni di nota arrivano da Jakovics e Ferrero, ossia i due sostituti dell'asse portante che si rivela decisamente sbalestrato alla prova del campo: troppo poco per una OJM in costante affanno contro un'avversaria più grintosa e graffiante, esattamente come accade a parti invertite all'Enerxenia Arena quando la truppa di Caja azzanna e sbrana sulla spinta dei suoi tifosi.

Che ora avranno due occasioni casalinghe per chiudere il 2019 contro Pistoia e Trento, lasciando l'ultimissima chance per acciuffare il pass per le Final Eight nella prima trasferta del 2020 a Treviso. Ma se la Varese formato esportazione sarà ancora quella del PalaRadi è inutile farsi illusioni. E se Mayo e Vene sono quelli delle ultime due partite è lecito porsi qualche interrogativo, soprattutto sul play del 1987 che sembra spersonalizzato (5 tiri dal campo in 20' impalpabili) rispetto a quello di un mese fa. Di sicuro l'OJM non passerà un Natale sereno...

Giuseppe Sciascia


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