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L'Openjobmetis versione 2019/20 scatterà dalle retrovie nella griglia di partenza della stagione alle porte. I riscontri del precampionato - concluso con 2 vittorie e 3 sconfitte il ciclo degli antipasti della serie A - confermano le stime prudenziali di Attilio Caja nel valutare la nuova Varese in rapporto ad un gruppo di avversarie molto più agguerrite del passato.

Quello del coach pavese non è maniavantismo, ma realismo: le 7 novità del roster allestito in estate - soprattutto con il restyling completo dei 6 stranieri - tolgono all'OJM il vantaggio della conoscenza reciproca che lo scorso anno fu la chiave della partenza sparata in modalità secondo posto dopo 13 giornate. La Varese di Parma e Pavia ha mostrato qualche luce ma anche qualche ombra, soprattutto sul fronte offensivo dove il volume del gioco macinato dal collettivo biancorosso è stato sufficiente solo quando - contro Cremona e Roma - le percentuali dall'arco l'hanno supportata.

Il primo limite oggettivo riguarda la precocissima perdita di Jason Clark: la guardia titolare non è mai stata a disposizione di Attilio Caja e dovrà riuscire a tornare in corsa entro il 20 ottobre senza l'ausilio delle amichevoli di preparazione. Dietro il titolare poi ci sono due elementi in ritardo come Milenko Tepic (partito dopo gli altri e attualmente quello più fuori sintonia con il sistema Artiglio) ed Ingus Jakovics, il sostituto a termine di Clark. Al di là degli spunti positivi di Tambone - più da realizzatore che da costruttore - il potenziale offensivo del reparto esterni dell'OJM è al momento limitato, anche perchè L.J. Peak- l'unico del roster a possedere forza fisica ed atletica - viaggia ancora a fasi alterne nel trovare il feeling col sistema biancorosso.

Insomma oggi le certezze di Caja sono i soliti noti Mayo e Vene più un Simmons superiore alle aspettative ma pur sempre bisognoso di ambientarsi in serie A e affinare la conoscenza dei meccanismi difensivi. Tempo, lavoro ed auspicabilmente salute aiuteranno l'OJM a crescere; al momento però lo stato di avanzamento dei lavori del cantiere biancorosso è più simile alla partenza di due anni fa - quando i volti nuovi erano 8 e Varese chiuse ultima al giro di boa di metà stagione - rispetto a 12 mesi fa. Per questo Attilio Caja predica prudenza nell'inquadrare le ambizioni biancorosse e richiede pazienza per raggiungere la messa a punto ottimale della squadra.

Le amichevoli di preparazione non hanno mostrato una OJM in grado di competere per i playoff; i margini sono da ricercare nel ritorno di Clark e nella progressiva crescita della panchina (e se quando rientrerà la guardia titolare Jakovics dovesse aver convinto più di Tepic?). Oggi come oggi però Varese dovrà prima di tutto guardarsi le spalle; e alla luce un calendario in salita nelle prime dieci giornate evitare aspettative eccessive, tenendo ben centrata la barra sull'obiettivo minimo della permanenza in serie A...

Giuseppe Sciascia


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